La cannabis può migliorare le performance durante l’attività fisica? Facciamo chiarezza

L'uso di cannabis migliora le prestazioni durante l'attività fisica? | Justbob

Pubblicato il: 17/03/2023

Molti sportivi affermano di sì, ma non ci sono conferme da parte della scienza, anche se il CBD potrebbe influire positivamente su recupero e sollievo dai dolori

L’uso di cannabis influisce sull’attività fisica? E se lo fa, migliora o peggiora le prestazioni?

Se molti sportivi, amatori o professionisti, hanno confessato di aver fatto uso di cannabis prima o dopo la performance traendone beneficio, la scienza non ha dato ancora risposte così solide.

Da un lato, dunque, abbiamo le testimonianze dei consumatori, dall’altro gli studi, condotti secondo il rigoroso metodo scientifico, che non sempre conferma le sensazioni soggettive di chi ne fa uso prima dello sport.

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Cannabis, attività fisica e sistema endocannabinoide

Un punto in comune, la cannabis e l’attività fisica ce l’hanno: entrambe interagiscono con il sistema endocannabinoide umano, che oltre a mantenere l’omeostasi nell’organismo, influenza l’umore, la fame, il sonno, la memoria e le emozioni.

L’attività fisica intensa, in un certo senso, provoca sensazioni simili all’uso di cannabis, tra rilassamento, euforia e piacere. La scienza, a tal proposito, indaga.

Cannabis attività fisica e sistema endocannabinoide | Justbob

Cannabis e attività fisica: cosa dice la scienza?

Da anni la ricerca cerca di capire se la cannabis possa in qualche modo influire sull’attività fisica migliorando le performance degli atleti e, più semplicemente, agendo sul senso di piacere e soddisfazione che proviamo dopo aver fatto sport.

Uno studio del 2015, condotto sui topi, ha rivelato come l’anandamide, uno dei due endocannabinoidi principali prodotti dal corpo umano, raggiunga una concentrazione elevata dopo una corsa di una certa intensità. “Lo sballo del corridore”, un’esperienza di appagamento e benessere di cui parlano spesso runner professionisti e non, si dovrebbe proprio al rilascio di anandamide, che dai vasi sanguigni arriva fino al cervello.

Lo studio ha diviso le cavie in due gruppi: a uno sono stati somministrati degli antagonisti delle endorfine, all’altro un antagonista dell’anandamide. La ricerca ha evidenziato come i topi a cui è stato somministrato l’antagonista dell’anandamide provavano più ansia ed erano più sensibili al dolore. In altre parole, più che le endorfine, a dare quella sensazione piacevole, quasi “ubriacante”, che si ha dopo la corsa sarebbe l’anandamide più che le endorfine.

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C’è poi uno studio, di qualche anno precedente, che ha evidenziato come l’attività fisica possa rimettere in circolo il THC, conservato nel grasso corporeo per circa 28 giorni. Un allenamento in grado di bruciare con efficacia i grassi, come il sollevamento pesi e la corsa sostenuta, può così contribuire a rimettere in circolo il cannabinoide.

Alcuni sondaggi, in effetti, portano alla luce che gli sportivi sono habitué della cannabis molto più di quanto si creda. A questo proposito, bisogna citare uno studio del 2019, condotto su 600 sportivi americani residenti in stati dove il consumo di cannabis è legale. Ben l’80% degli intervistati ha ammesso di aver fatto uso di cannabis prima dell’attività fisica, sia “cardio” che anaerobica: tutti riferivano di allenarsi con maggiore intensità e di provare sensazioni più piacevoli.

Tuttavia, sulla qualità delle performance le ricerche scientifiche non hanno portato risultati solidi a favore dell’uso della cannabis. Una grande revisione del 2018 condotta sulla correlazione tra uso della cannabis, salute e prestazioni sportive ha evidenziato che spesso si ha un peggioramento delle performance, causata dell’accelerazione della frequenza cardiaca e dell’aumento della pressione sanguigna.

Al contrario, l’uso del CBD potrebbe apportare benefici in termini di riduzione del dolore e di recupero dagli sforzi fisici.

Una revisione recentissima, condotta nel 2021, ha analizzato gli effetti di THC e CBD su prestazioni e recupero e ha portato alla luce che il CBD potrebbe avere un ruolo di rilievo nel dolore e nel recupero durante gli allenamenti, senza avere gli effetti collaterali di solito associati al THC.

Gli effetti di THC e CBD su prestazioni e recupero | Justbob

In ogni caso, che gli atleti siano di frequente consumatori di cannabis è confermato dalle ricerche in atto: un’indagine di PLOS One ha evidenziato un dato sorprendente, ma non troppo: il 26% dei 1161 atleti intervistati ha dichiarato di essere un consumatore di cannabis abituale, e il 70% dei consumatori ha affermato di utilizzarla per alleviare i dolori.

C’è da sottolineare comunque che la WADA, l’Agenzia Mondiale Anti-Doping, ha inserito la cannabis nella lista delle sostanze proibite a causa “dell’aumento dell’assunzione di rischio, dei tempi di reazione rallentati e delle scarsa funzione esecutiva”: dal 2018, in ogni caso, l’Agenzia ha eliminato il CBD dalla lista delle sostanze dopanti.

In conclusione

Diamo una risposta alla domanda iniziale: la cannabis migliora l’attività fisica e le prestazioni sportive? Le prove scientifiche non sono abbastanza solide per dire di sì, ma le esperienze aneddotiche riportate da atleti professionisti e amatori ci dicono che può aiutare ad aumentare il piacere e a recuperare dai dolori in modo più rapido.

D’altro canto, la ricerca sottolinea come molto probabilmente lo sballo del corridore, una sensazione riportata spesso dagli appassionati di corsa, derivi più dal rilascio di anandamide che dalle endorfine.

A dare le migliori risposte, al momento, è il CBD, uno dei due cannabinoidi principali contenuti nella cannabis, che sembra giocare un ruolo importante nel recupero dagli sforzi fisici.

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