CBD come antinfiammatorio e antidolorifico: funziona?

cbd come antinfiammatorio

Modificato il: 01/08/2023

Tanti studi hanno confermato l’utilità del CBD come antinfiammatorio e antidolorifico: ecco tutto ciò che dovresti sapere

Il cannabidiolo, contenuto in alte percentuali nella canapa light e nei suoi derivati (come l’hashish legale e l’olio CBD), è un cannabinoide non psicotropo che sta attirando sempre più l’attenzione anche nel settore medico.

In particolare, negli ultimi tempi, attraverso studi e ricerche, si sta cercando di acquisire maggiori conoscenze sul CBD come antinfiammatorio e come antidolorifico.

Cosa dicono i dati ufficiali?

È vero che questo principio attivo estratto dalla cannabis è in grado di lenire infiammazioni e dolori acuti?

La risposta è sì, ma per saperne di più ti consigliamo di continuare a leggere, per scoprire i risultati di alcune importanti ricerche.

Buona lettura!

donna che vuole provare il CBD per il dolore al collo

CBD: antinfiammatorio naturale dalle mille proprietà

Nonostante i dati scientifici riguardo ai benefici del cannabidiolo sul corpo umano siano, per diverse ragioni, ancora pochi, non mancano quelli che confermano che il CBD sia un antinfiammatorio e un antidolorifico realmente efficace.

Per validare quanto appena detto, vogliamo menzionare uno studio pubblicato su MDPI, condotto presso la Scuola di Medicina dell’Università dell’Insubria (Varese).

L’obiettivo di questo studio era evidenziare come il CBD potesse influenzare l’effetto dei granulociti neutrofili (le prime cellule del sistema immunitario che si attivano per difendere l’organismo umano) sia per combattere le infezioni sia le infiammazioni.

Ne è emerso che gli estratti di cannabis, e in particolare il CBD, sono in grado di inibire la produzione di citochine (proteine potenzialmente infiammatorie).

I risultati di questo studio, quindi, confermano che il cannabidiolo potrebbe diventare una vera e propria cura per tanti stati infiammatori invalidanti e cronici (come l’arteriosclerosi, i tumori, l’artrite, la sclerosi multipla e tante altre patologie).

Non solo, potrebbe anche essere utilizzato per lenire le infiammazioni e gli stati dolorosi più lievi, al posto di comuni farmaci come l’Aspirina (acido acetilsalicilico), l’ibuprofene e il nimesulide.

A tale proposito, secondo uno studio effettuato dai ricercatori dell’Università di Guelph (Canada) e pubblicato su ScienceDirect, il CBD può essere addirittura 30 volte più potente dell’Aspirina!

Tuttavia, oggi non è ancora chiaro se sia possibile utilizzare legalmente l’olio CBD o gli altri derivati della canapa legale come antinfiammatori, ma occorre aspettare i risultati di ulteriori test.

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CBD per i dolori: efficace anche contro quelli cronici

È ormai noto che quando si assume CBD, sottoforma ad esempio di canapa light, questa sostanza è in grado di interagire con il sistema endocannabinoide, innescando una serie di meccanismi benefici per l’organismo umano.

Tra gli effetti positivi più rilevanti, oltre a quello antinfiammatorio (di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente), c’è l’effetto analgesico.

Se hai sentito parlare di alcune persone che utilizzano il CBD per l’artrosi o per lenire i dolori di tante altre patologie, è perché, effettivamente, questo cannabinoide è in grado di esercitare un’azione antidolorifica molto potente.

Il cannabidiolo si è rivelato molto efficace anche nel calmare la sensazione di dolore in quei pazienti che non riuscivano a trarre beneficio dai farmaci tradizionali.

È quanto è emerso da uno studio condotto dallo specialista in Anestesia e Rianimazione del Centro di Terapia del Dolore dell’Ospedale Bianchi Melacrino Morelli di Reggio Calabria, il dottor Domenico Quattrone.

Per cinque settimane, sono stati osservati dieci pazienti affetti da dolore cronico refrattario ai trattamenti tradizionali.

Alla fine del test è stato riscontrato che in tutti i pazienti l’intensità del dolore si è abbassata di tanto: in alcuni fino al 35%, in altri ancora di più, fino al 60%!

Questo significa che, in futuro, l’utilizzo del CBD (e dei suoi derivati, come l’hashish legale) potrebbe rappresentare un nuovo approccio farmacologico naturale, efficace e ben tollerato per il trattamento dei dolori cronici più resistenti: una buona notizia!

uomo sofferente per le infiammazioni della malattia

CBD ed effetti negativi

A questo punto della lettura, è probabile che tu ti stia chiedendo se l’assunzione di prodotti a base di cannabidiolo (come l’olio al CBD), potrebbe scatenare la manifestazione di qualche effetto negativo.

Anche se si tratta di una esigua quantità, effettivamente, dopo l’assunzione di questo cannabinoide è possibile riscontrare qualche effetto collaterale.

I più frequenti sono: secchezza delle fauci, sonnolenza, vertigini, diminuzione dell’appetito, mal di testa e diarrea.

C’è da dire, però, che questi effetti compaiono, per lo più, quando si esagera con le dosi del principio attivo, e smettono di manifestarsi non appena la sua somministrazione viene sospesa.

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Per concludere

Quelli che abbiamo citato nei paragrafi precedenti sono solo alcuni dei tanti risultati positivi emersi dagli studi sul CBD effettuati in tutto il mondo.

Le ricerche sul cannabidiolo però continuano e, visti i dati incoraggianti, è probabile che fra qualche anno questo principio attivo verrà riconosciuto come una vera e propria sostanza curativa.

Per il momento, in tanti Paesi tra cui l’Italia, non è chiaro se fare uso di questa sostanza sia consentito, perciò non resta che aspettare e avere fiducia nella scienza, e continuare ad acquistare i derivati della cannabis light solo a scopo collezionistico.

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