Modificato il: 29/07/2025
Fumare marijuana può inibire il concepimento per coppie che hanno problemi di infertilità
Lo affermano i ricercatori della Western University (Ontario). Effettivamente, la presenza di THC, sostanza psicotropa presente nella cannabis, ha azione sugli organi riproduttivi maschili e femminili: fumare marijuana può quindi ridurre il numero degli spermatozoi e sfasare o addirittura bloccare l’ovulazione.
Inevitabilmente, questo incide in maniera negativa sul concepimento, portando a problemi seri come l’infertilità, termine con il quale intendiamo il periodo di tempo che va dai 12 ai 18 mesi in cui due persone hanno dei rapporti non protetti ma sono incapaci di concepire.
In questo articolo vedremo in che modo il fumo incide quando si decide di mettere al mondo un bambino, quali sono le conseguenze per donne e uomini e quali sono i rischi di esposizione al fumo passivo durante la gravidanza.
Marijuna e gravidanza: quanto può gravare sulla difficoltà di concepimento e quali sono i rischi del fumo passivo.
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Il consumo di marijuana incide sul concepimento: le conseguenze per le donne
Le conseguenze del consumo di marijuana si palesano nel corpo di una donna già prima della gravidanza: secondo il Journal of Women’s Health, fumare cannabis può causare un ritardo dell’ovulazione.
Per arrivare a questa conclusione, sono state monitorate diverse donne, ed è emerso che coloro che avevano fatto uso di marijuana più di tre volte nelle 12 settimane precedenti hanno riscontrato un ritardo consistente nell’ovulazione.
In più, in uno studio che ha coinvolto l’analisi di 2.000 persone che è poi stato pubblicato su Fertility and Sterility, ha rilevato che fumare marijuana può compromettere la capacità di concepimento per coppie che hanno già problemi di fertilità, mentre non è possibile affermare lo stesso per persone che non presentano questa criticità.
Nonostante siano molteplici i fattori che causano l’infertilità nell’uomo e nella donna, e sebbene il consumo di cannabis sia noto per essere pericoloso in queste circostanze, sono sempre di più le donne che ne fanno uso, soprattutto nelle nazioni in cui è legalizzata.
Infatti, secondo un’analisi condotta dal National Survey on Drug Use and Health, sono circa 25 milioni i consumatori di droga negli Stati Uniti, e ben l’80% di essi fa uso di marijuana.
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Il consumo di marijuana incide sul concepimento: le conseguenze per gli uomini
A questo punto, è opportuno considerare alcuni dati che riguardano gli uomini. Da uno studio di PubMed del 2014 è emerso che su 1652 referenti, ben 318 hanno manifestato una scarsa morfologia dello sperma, dovuta a fattori come abuso di alcol e droghe.
A dirla tutta, può capitare che il consumo di cannabis affligga la morfologia degli spermatozoi: dalle indagini di PubMed, risulta che i più colpiti siano gli uomini under 30 che ne hanno fatto uso nei tre mesi precedenti all’analisi.
Secondo un altro studio del 2015, il consumo di cannabis più di una volta alla settimana da parte di uomini sotto i trent’anni ha determinato una riduzione del 30% della concentrazione di spermatozoi.
Come se non bastasse, il calo di desiderio sessuale può essere un altro effetto indesiderato: molti ragazzi hanno manifestato disfunzioni come inibizione dell’orgasmo, dolore durante la penetrazione, eiaculazione precoce e, nei casi peggiori, disfunzione erettile.
Infine, per quanto riguarda la relazione tra marijuana e produzione di testosterone, non ci sono dati che dimostrino degli effetti collaterali.
Cannabis e concepimento figli: analisi degli effetti del tetraidrocannabinolo su fertilità e ovulazione
Negli ultimi anni, questo tema ha suscitato un forte interesse tra i ricercatori di tutto il mondo, soprattutto in seguito all’aumento della liberalizzazione della marijuana e alla crescente diffusione dei suoi derivati (come i prodotti al CBD). In particolare, l’attenzione della comunità scientifica si è focalizzata sul tetraidrocannabinolo, principio attivo psicoattivo della cannabis, e sul suo impatto su fertilità maschile e femminile.
Secondo numerose analisi e studi di ricerca, la presenza di concentrazioni elevate di tetraidrocannabinolo può alterare diverse funzioni riproduttive, influenzando in modo negativo i parametri fondamentali della fertilità. Per esempio, si è notato che nei soggetti di età fertile l’assunzione regolare di cannabis può provocare una diminuzione della motilità degli spermatozoi, un abbassamento della concentrazione seminale e danni alla morfologia degli spermatozoi. Queste condizioni, osservate attraverso test clinici, evidenziano una correlazione preoccupante tra uso frequente di marijuana e peggioramento della fertilità maschile.
Dal punto di vista femminile, il principio attivo della cannabis ha mostrato effetti diretti sull’ovulazione. Studi condotti su giovani donne in età fertile indicano che l’assunzione regolare di THC può interferire con l’attività ormonale, causando ritardi o assenza di ovulazione. Ciò si traduce in una condizione di infertilità temporanea o, in casi cronici, in difficoltà persistenti nel concepire un figlio.
Diversi articoli scientifici pubblicati negli ultimi anni confermano tali risultati, ponendo l’accento sulla necessità di ulteriori approfondimenti. Il problema principale resta la scarsità di dati a lungo termine e la difficoltà di isolare l’impatto esclusivo della cannabis rispetto ad altri fattori di rischio.
Nonostante le ricerche in corso, i dati preliminari suggeriscono che l’uso regolare di marijuana in età riproduttiva debba essere considerato un fattore di rischio per la fertilità, sia maschile che femminile. Di conseguenza, in caso di desiderio di concepire un figlio, è opportuno valutare attentamente le proprie abitudini in base alle informazioni scientifiche disponibili e, se necessario, consultare uno specialista.
Alla luce di queste considerazioni, è fondamentale che la discussione sulla liberalizzazione della cannabis non ignori le possibili conseguenze sul concepimento e sulla salute riproduttiva. Il tema “cannabis e concepimento figli” merita un aggiornamento costante e una divulgazione chiara, poiché riguarda direttamente milioni di persone nel mondo.
Uso ed effetti della marijuana in gravidanza e conseguenze del fumo passivo
Negli anni sono stati condotti numerosi studi e raccolti molteplici dati, ma finora non è possibile stabilire con assoluta certezza scientifica che il consumo di marijuana in gravidanza abbia ripercussioni sul feto.
Ciò è causato dalla mancanza di informazioni, dell’incompletezza delle dichiarazioni raccolte e dal fatto che spesso la cannabis venga associata al consumo di alcol e altre droghe.
Tuttavia, è possibile supporre che il consumo di cannabis possa influenzare la riduzione del peso del feto e alterare il processo di placentazione. Nelle situazioni peggiori, si sono registrati casi di aborti o parti prematuri, mentre non abbiamo sufficienti prove che giustifichino la presenza di eventuli anomalie congenite.
Il maggiore problema del consumo di cannabis o canapa light in gravidanza è che il THC può facilmente raggiungere il feto attraversando la placenta, e quindi potrebbe alterare lo sviluppo del sistema nervoso centrale.
Infine, è possibile affermare che tanti giovani nati da madri che fumavano marijuana durante la gravidanza hanno riscontrato un’eccessiva vulnerabilità agli eventi stressanti, portando, nei casi peggiori, a veri e propri disturbi psichiatrici.
Per quanto concerne invece l’esposizione al fumo passivo, le donne incinte non sono di certo esenti da rischi. In seguito a uno studio pubblicato poi dal Women’s Health Initiative sono emersi i seguenti dati:
Donna in gravidanza esposta a fumo passivo | Donna in gravidanza fumatrice | |
probabilità di aborto spontaneo | 17% | 16% |
probabilità di partorire un bambino privo di vita | 55% | 44% |
probabilità di gravidanza extrauterina | 61% | 43% |
Queste percentuali sono comparate a quelle di una donna incinta non fumatrice e non esposta a fumo passivo, dove ovviamente le probabilità di rischio risultano inferiori.
Conclusioni
In questo articolo abbiamo visto come il consumo di marijuana possa inficiare il concepimento per le coppie con pregressi problemi di infertilità, anche sotto forma di hashish cbd o altre sostanze derivate.
In seguito, abbiamo visto come la cannabis possa ritardare l’ovulazione e alterare la morfologia degli spermatozoi, nonché causare una riduzione del desiderio sessuale. Quest’ultimo si manifesta attraverso vari tipi di disfunzione (come eiaculazione precoce o disfunzione erettile) che inibiscono il rapporto sessuale e il conseguente concepimento.
Infine, abbiamo visto in che modo il THC possa compromettere la formazione e l’esistenza futura del feto e quali siano i rischi per donne fumatrici e/o esposte a fumo passivo durante la gravidanza.
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