Pubblicato il: 23/07/2025
Osservando da vicino una pianta di canapa legale si possono notare minuscole goccioline sulle foglie, spesso confuse con rugiada o resina, ma che in realtà sono il frutto di un importante processo biologico
L’osservazione attenta di una pianta di canapa può rivelare dettagli affascinanti che testimoniano la sua complessa biologia. Tra questi, uno dei più curiosi è la comparsa di piccole goccioline liquide, simili a perle di rugiada, sui margini o sulle punte delle foglie. Questo fenomeno, noto in botanica come guttazione, è spesso fonte di interrogativi e interpretazioni errate. Si tratta di resina? È un segno di malattia? O forse è la manifestazione di un eccesso di irrigazione?
La risposta a queste domande sta in un meccanismo fisiologico che riguarda la salute e il metabolismo della pianta. Conoscere a fondo la guttazione significa andare oltre la superficie, decifrando i segnali che la pianta stessa ci invia riguardo al suo stato idrico e nutrizionale.
Questo articolo, puramente informativo, si propone di esplorare in profondità, con un approccio scientifico e obiettivo, la natura della guttazione nella cannabis, sfatando miti comuni e fornendo agli appassionati gli strumenti per interpretare correttamente questo spettacolo naturale. Analizzeremo le cause biologiche, le condizioni ambientali che la favoriscono e le sue implicazioni per la salute generale della pianta, con un focus specifico sul mondo della cannabis light.
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Le misteriose “lacrime” della pianta di canapa
A prima vista, le goccioline della guttazione potrebbero essere confuse con la rugiada mattutina: un’osservazione più attenta, però, rivela differenze sostanziali.
La rugiada è il risultato della condensazione del vapore acqueo presente nell’atmosfera sulla superficie delle foglie, che si raffredda durante la notte e appare quindi in modo diffuso su tutta la foglia. La guttazione, invece, è un processo attivo della pianta. Le gocce non si formano casualmente, ma vengono espulse da strutture specializzate chiamate idatodi, situate lungo i margini delle foglie: quelle che potremmo definire “lacrime” sono in realtà costituite da linfa xilematica, una soluzione di acqua e soluti proveniente direttamente dal sistema vascolare della pianta. Il fenomeno si manifesta tipicamente durante la notte o nelle prime ore del mattino, quando la traspirazione è bassa ma l’assorbimento di acqua da parte delle radici è ancora attivo.
Vedere una pianta di canapa “piangere” non dovrebbe dunque preoccupare: al contrario, è un processo fisiologico normale, manifestazione di un equilibrio dinamico tra l’assorbimento e il rilascio di liquidi, essenziale per la vita della pianta stessa, parte del ciclo vitale di questa straordinaria specie vegetale.
Distinguere la guttazione da altri fenomeni: rugiada e traspirazione
In primo luogo, non dobbiamo confondere la guttazione con la traspirazione: entrambi i processi coinvolgono il rilascio di acqua da parte della pianta, ma i meccanismi e le finalità sono diversi.
La traspirazione è il processo attraverso cui la pianta rilascia vapore acqueo nell’atmosfera, principalmente attraverso piccole aperture chiamate stomi, situate sulla superficie delle foglie. Si tratta di un processo vitale per diverse ragioni: crea una pressione negativa (tensione) che “tira” l’acqua e i nutrienti dalle radici verso l’alto, e aiuta a raffreddare la pianta durante le ore calde e luminose. Durante questa fase, gli stomi si aprono e si chiudono in risposta a stimoli come la luce e l’umidità; di notte, in assenza di luce, gli stomi si chiudono per conservare l’acqua.
Questo è il momento in cui la guttazione entra in gioco. Se il terreno è molto umido, le radici continuano ad assorbire acqua, creando una pressione positiva, nota come pressione radicale, che spinge l’acqua verso l’alto attraverso lo xilema. Poiché gli stomi sono chiusi, questa pressione forza la linfa a fuoriuscire in forma liquida attraverso gli idatodi, le “valvole di sfogo” della pianta. In sintesi: la traspirazione è l’evaporazione di acqua (vapore) dagli stomi durante il giorno, mentre la guttazione è l’espulsione di linfa (liquido) dagli idatodi durante la notte.
Il meccanismo biologico della guttazione
Per capire e apprezzare il fenomeno della guttazione, è necessario immergersi nella fisiologia vegetale e conoscere le forze che regolano il trasporto dell’acqua all’interno della pianta di cannabis. Parliamo del risultato di una precisa catena di eventi biologici, orchestrata per mantenere l’omeostasi della pianta in determinate condizioni ambientali. L’analisi scientifica ci permette di smontare il processo nei suoi componenti fondamentali, dalla spinta generata dalle radici fino alla composizione chimica del liquido espulso.
Il cuore del processo di guttazione è la già citata pressione radicale. Durante la notte, quando la traspirazione cessa a causa della chiusura degli stomi, le radici della pianta non smettono di lavorare, ma continuano ad assorbire attivamente ioni minerali dal suolo, pompandoli nel cilindro vascolare centrale, lo xilema. Questo accumulo di soluti all’interno dello xilema abbassa il potenziale idrico delle radici rispetto a quello del terreno circostante. Per un principio fisico fondamentale, l’osmosi, l’acqua si muove da un’area a potenziale idrico più alto (il terreno) a una a potenziale più basso (le radici) per tentare di equilibrare la concentrazione di soluti. L’afflusso costante di acqua nelle radici, non essendo bilanciato da una perdita per traspirazione, genera una pressione idrostatica positiva che spinge la colonna d’acqua verso l’alto lungo i vasi xilematici. È questa spinta, la pressione radicale, il motore che forza la linfa a risalire lungo il fusto fino alle foglie. Quando la pressione diventa sufficientemente forte, l’acqua viene espulsa in forma liquida attraverso le uniche vie d’uscita disponibili a stomi chiusi: gli idatodi.
È fondamentale comprendere la differenza strutturale e funzionale tra stomi e idatodi. Gli stomi sono pori microscopici, più abbondanti sulla pagina inferiore delle foglie, circondati da due cellule di guardia che ne regolano l’apertura e la chiusura. La loro funzione principale è lo scambio gassoso: assorbire anidride carbonica per la fotosintesi e rilasciare ossigeno e vapore acqueo (traspirazione). Sono strutture dinamiche e altamente regolamentate. Gli idatodi, al contrario, sono strutture più semplici e passive. Si trovano solitamente sui margini o all’apice delle foglie, in corrispondenza delle terminazioni dei vasi xilematici. A differenza degli stomi, gli idatodi sono pori permanentemente aperti, privi della capacità di regolazione attiva: agiscono un po’ come valvole di sicurezza, permettendo il rilascio della pressione idrostatica accumulata nello xilema durante la notte. Senza gli idatodi, un’eccessiva pressione radicale potrebbe potenzialmente danneggiare le cellule della pianta. La guttazione non è dunque un “effetto collaterale” della pressione radicale, ma un meccanismo di sfogo essenziale per la salute della pianta in condizioni di alta umidità del suolo e bassa traspirazione.
La composizione spiega perché, una volta che la goccia d’acqua evapora, spesso lascia un piccolo residuo cristallino biancastro sulla foglia. Non è resina e nemmeno una secrezione zuccherina speciale: il residuo è costituito da sali e da minerali disciolti nella linfa che si solidificano. L’analisi chimica del liquido di guttazione può persino essere utilizzata in ambito di ricerca come metodo non invasivo per studiare l’assorbimento e il trasporto dei nutrienti nella pianta.
Condizioni ambientali che favoriscono il fenomeno nella coltivazione di cannabis
La guttazione si manifesta solo quando si verificano specifiche condizioni ambientali. La combinazione ideale è un’elevata umidità del suolo e un’alta umidità relativa dell’aria. Quando il terreno è ben saturo d’acqua, le radici hanno a disposizione abbondante liquido da assorbire, alimentando la pressione radicale. Contemporaneamente, un’atmosfera umida, solitamente superiore al 90-95% di umidità relativa, inibisce qualsiasi evaporazione residua dalla superficie fogliare, impedendo alla pianta di perdere acqua sotto forma di vapore.
Queste condizioni si verificano durante la notte in ambienti di coltivazione indoor controllati o all’aperto dopo una pioggia seguita da una notte calma e umida. Nei Paesi in cui la coltivazione è permessa dalla legge, i coltivatori di canapa legale devono monitorare la frequenza della guttazione per calibrare l’irrigazione e la ventilazione. Una guttazione leggera e occasionale è normale, ma se il fenomeno è quotidiano e massiccio potrebbe essere necessario ridurre l’apporto idrico o aumentare la circolazione dell’aria per prevenire problemi legati all’eccesso di umidità.
Guttazione e salute della pianta
Afferrato il meccanismo scientifico, sorge spontanea una domanda: la guttazione è positiva, negativa o neutra? Come spesso accade in biologia, la risposta è sfumata. La guttazione riflette condizioni specifiche e va interpretata nel contesto della coltivazione: osservarla aiuta a comprendere meglio le esigenze della canapa, un’abilità fondamentale per ottenere prodotti di qualità (laddove è consentita la produzione). Un approccio equilibrato permette di coglierne i benefici senza trascurarne i rischi.
Una guttazione moderata e saltuaria è generalmente positiva: indica radici sane e attive, capaci di assorbire acqua e nutrienti, e un sistema vascolare efficiente. È quindi sintomo di un buon metabolismo idrico. Al contrario, una pressione radicale eccessiva può causare “edema”, cioè rottura cellulare dovuta a eccesso d’acqua, con lesioni o vesciche, anche se raramente nella canapa. Quindi, pur indicando salute radicale, la guttazione va contestualizzata: una pianta in ambiente troppo umido può apparire sana, ma le condizioni potrebbero non essere ideali nel lungo periodo.
Il rischio maggiore della guttazione eccessiva è la creazione di un microclima favorevole ai patogeni. Le goccioline di linfa, in ambienti umidi, diventano terreno ideale per funghi e batteri come botrite e oidio. Inoltre, possono concentrare la luce e causare bruciature fogliari. Un altro effetto è la “bruciatura da nutrienti”: l’evaporazione della linfa lascia sali che, se in eccesso, danneggiano i tessuti fogliari.
L’impatto sulla qualità finale dei prodotti a base di CBD
La salute generale della pianta è direttamente correlata alla qualità del prodotto finale. Una pianta di canapa light che cresce in un ambiente equilibrato, senza stress idrici o nutrizionali e protetta da patogeni, sarà in grado di dedicare le sue energie alla produzione di metaboliti secondari, come cannabinoidi (ad esempio il CBD) e terpeni. Una gestione agronomica che tiene conto di indicatori come la guttazione contribuisce a creare questo ambiente ideale. Evitare i problemi legati a un’eccessiva umidità, come le muffe, è cruciale non solo per la resa quantitativa, ma soprattutto per la sicurezza e la purezza del raccolto.
Ribadiamo che stiamo parlando soltanto dei Paesi in cui la coltivazione della canapa legale è concessa dalla legge per scopi medico-scientifici.
Curiosità e miti da sfatare sulla guttazione
Il mondo della cannabis, per via della sua storia complessa, è spesso circondato da miti e informazioni non verificate. La guttazione non fa eccezione: le goccioline sulle foglie hanno dato origine a teorie fantasiose, ancora piuttosto diffuse. È fondamentale, in un’ottica scientifica e trasparente, affrontare queste credenze e smontarle con prove biologiche.
La domanda più frequente è: le gocce di guttazione contengono THC o CBD? La risposta è un chiaro no. I cannabinoidi sono lipofili, quindi non solubili in acqua: si sintetizzano e si accumulano nei tricomi ghiandolari, presenti sulle infiorescenze e in parte sulle foglie. La linfa xilematica, che forma le gocce di guttazione, è una soluzione acquosa che trasporta acqua e sali minerali. Il sistema xilematico e quello dei tricomi sono distinti, senza alcun meccanismo che permetta ai cannabinoidi di entrare nello xilema ed essere espulsi. Ogni affermazione contraria è priva di base scientifica. Il profilo chimico della canapa legale è legato alle infiorescenze ricche di tricomi, non alla guttazione.
Un altro mito riguarda i residui cristallini che restano sulla foglia dopo l’evaporazione delle gocce, spesso scambiati per zuccheri, resina o persino tricomi: in realtà, si tratta di sali minerali e di pochi composti organici presenti nella linfa. Quando l’acqua evapora, i soluti cristallizzano sulla foglia. La composizione riflette ciò che la pianta ha assorbito dal substrato: calcio, potassio, magnesio e altri elementi. Lungi dall’essere una resina preziosa, questo residuo è solo la traccia minerale lasciata dalla linfa, conferma che la guttazione è un processo idrico e nutrizionale, non legato ai cannabinoidi.
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Guttazione: ricerca e nuove scoperte sulla fisiologia della pianta di cannabis
La ricerca scientifica sulla cannabis è in continua evoluzione. Mentre fenomeni come la guttazione sono ormai assodati, molti altri aspetti della fisiologia, della genetica e della fitochimica della pianta sono ancora oggetto di studio intensivo. Future ricerche potrebbero, ad esempio, utilizzare l’analisi del liquido di guttazione come strumento diagnostico avanzato per rilevare precocemente stress nutrizionali o fitopatologie.
L’esplorazione scientifica della cannabis senza THC porterà a nuove scoperte che miglioreranno ulteriormente le tecniche di coltivazione e la qualità dei prodotti, laddove la legge lo permette. Per gli appassionati dell’argomento, essere sempre informati sull’evoluzione della ricerca sulla cannabis è fondamentale: se sei tra questi, continua a seguire Justbob.
Guttazione nella cannabis: takeaways
- Le goccioline sulle foglie di canapa non sono rugiada o resina, ma linfa xilematica espulsa attivamente dagli idatodi, in un processo chiamato guttazione. Questo fenomeno si verifica quando la pianta assorbe molta acqua dal terreno e la traspirazione è bassa, specialmente di notte: è indice di un equilibrio idrico dinamico e della salute delle radici;
- La guttazione è un processo fisiologico distinto dalla traspirazione: mentre quest’ultima è l’evaporazione di vapore acqueo dagli stomi per il raffreddamento e il trasporto dei nutrienti, la guttazione è l’espulsione di linfa liquida da pori specializzati (gli idatodi) dovuta alla pressione radicale che spinge l’acqua verso l’alto;
- Osservare la guttazione aiuta a calibrare l’irrigazione e la ventilazione in ambienti controllati, ed è fondamentale sfatare i miti comuni: le goccioline non contengono cannabinoidi come THC o CBD, e il residuo cristallino che lasciano sulle foglie è costituito da sali minerali, non da resina o zuccheri.
Guttazione nella cannabis: FAQ
Che cos’è la guttazione nella cannabis e perché avviene di notte?
La guttazione è un processo in cui la pianta espelle gocce liquide dai margini delle foglie tramite gli idatodi. Avviene di notte quando gli stomi sono chiusi e la traspirazione si ferma. Le radici continuano però ad assorbire acqua, generando una pressione che spinge la linfa verso l’alto. Non è rugiada né resina, ma linfa composta da acqua e sali minerali.
La guttazione è segno di salute nella cannabis o può indicare un problema?
Una guttazione moderata è spesso segno di radici attive e di un buon metabolismo idrico. Se però le gocce compaiono frequentemente, può indicare troppa umidità o irrigazione eccessiva. Questo favorisce funghi come botrite o oidio e può lasciare residui salini sulle foglie, danneggiandole. Va quindi monitorata e gestita con equilibrio.
Le goccioline di guttazione contengono cannabinoidi come THC o CBD?
No, le gocce non contengono né THC né CBD. I cannabinoidi sono lipofili e si trovano nei tricomi delle infiorescenze, non nel sistema xilematico. Le goccioline sono solo linfa acquosa ricca di sali. I residui lasciati dopo l’evaporazione non sono zuccheri o resina, ma semplici sali minerali assorbiti dal terreno.