Modificato il: 05/09/2025
Cos’è la fame chimica, come funziona e conseguenze sulla massa grassa
La fame chimica è uno degli effetti collaterali più comuni dell’assunzione di marijuana ad alto THC (dunque non cannabis light bensì cannabis illegale). Probabilmente anche tu hai accusato una voglia irrefrenabile di riempire il tuo stomaco e, vista l’entità di cibo che ti ritrovi a trangugiare, ti stai chiedendo se mangiare con la fame chimica fa ingrassare.
Esistono inoltre alcune voci che dicono che la marijuana faccia dimagrire, voci che probabilmente contribuiscono ad aumentare il tuo dubbio.
Insomma, tutte le calorie che si assumono quando si mangia in fame chimica dove vanno a finire? Il nostro organismo le brucia rapidamente oppure no?
Che cos’è la fame chimica e come funziona
La fame chimica è il desiderio irrefrenabile di mangiare — soprattutto dolci e cibi grassi — scatenato da alcune sostanze: una di queste è il THC (tetraidrocannabinolo), cannabinoide presente in elevate quantità nella marijuana illegale in Italia e in bassissime percentuali nella marijuana legale.
L’assunzione di CBD, di cui è ricca l’erba light, non aumenta il senso di fame ma limita l’eventuale sensazione di nausea, favorendo quindi l’appetito. Si tratta dunque di un meccanismo molto diverso rispetto a quello scaturito dall’assunzione di THC.
Ma come fa il THC ad aumentare il senso di fame e a favorire la cosiddetta “fame chimica”?


Le modalità sono diverse:
- Attraverso l’assunzione di THC, che può avvenire in vari modi, tra cui fumare hashish, la produzione dell’ormone che stimola l’appetito, chiamato grelina, aumenta sia quando il nostro stomaco è vuoto, in maniera naturale, sia quando è pieno;
- il tetraidrocannabinolo stimola la zona del cervello che controlla la fame grazie alla sua interazione con il nostro sistema endocannabinoide (precisamente con i recettori CB1);
- il THC altera le nostre percezioni sensoriali e affina sia il senso dell’olfatto che quello del gusto, rendendoci nettamente più inclini a mangiare rispetto al solito.
Il punto è questo: la fame chimica spinge le persone a mangiare, voracemente e senza controllo, alimenti ricchi di grassi. Le calorie assunte durante un episodio di questo genere potrebbero essere davvero tante.
Per capire se mangiare in fame chimica fa ingrassare bisogna però considerare diversi fattori.
Leggi anche: Come disintossicarsi da cannabinoidi? Ecco la soluzione alla dipendenza
Fame chimica e munchies effect: cosa succede al corpo
La cosiddetta fame chimica, conosciuta anche come munchies effect, rappresenta un fenomeno complesso in cui la maggior parte delle persone avverte un improvviso aumento del bisogno di cibo dopo l’assunzione di cannabis con THC. Questo effetto non è casuale, ma deriva dai meccanismi di stimolazione del sistema endocannabinoide del nostro organismo. In particolare, il principio attivo THC interagisce con i recettori CB1 presenti nel cervello, causando un’alterazione della percezione della sazietà e aumentando l’impulso a mangiare.
Dal punto di vista della ricerca, questo effetto è stato ampiamente studiato: i cannabinoidi presenti nella pianta di cannabis influenzano la secrezione di ormoni come la grelina, incrementando la sensazione di fame e favorendo il consumo di cibo spazzatura. È interessante notare che non tutti i tipi di marijuana producono lo stesso effetto: varietà ricche di THC portano a un incremento più marcato dell’appetito, mentre la cannabis light, con prevalenza di CBD, ha un effetto più neutro, senza alterare significativamente il senso di fame.
Dal punto di vista del corpo, l’azione dei cannabinoidi non si limita all’aumento dell’assunzione di calorie. Studi hanno evidenziato che possono modificare temporaneamente la percezione del gusto e dell’olfatto, rendendo il cibo più appetibile e stimolando la scelta di alimenti calorici. Questo è uno dei motivi per cui il munchies effect porta spesso al consumo di dolci, snack e alimenti ad alto contenuto di grassi.
Tuttavia, non bisogna dimenticare che l’uso della cannabis per stimolare l’appetito può avere conseguenze diverse in base alle condizioni e patologie dei pazienti. In alcune persone con obesità, ad esempio, l’incremento del consumo di cibo potrebbe peggiorare il quadro metabolico, mentre in pazienti affetti da cancro o altre malattie che riducono l’appetito, l’uso dei cannabinoidi può essere terapeuticamente vantaggioso.
In conclusione, il munchies effect non è solo un fenomeno legato al bisogno improvviso di cibo, ma è il risultato di meccanismi complessi che coinvolgono il corpo, il cervello e i recettori dei cannabinoidi. Comprendere questo effetto permette di gestire meglio la fame chimica e di evitare eccessi calorici indesiderati, pur sfruttando i possibili benefici della cannabis in contesti medici o ricreativi.
Mangiare in fame chimica fa ingrassare? Dipende!
Non è assumere cibi durante gli episodi di fame chimica che fa ingrassare, bensì lo squilibrio tra le calorie ingerite e quelle consumate.
Ciò significa che se assumi 1000 calorie in un solo pasto (che si sommano a quelle del cibo ingerito durante gli altri pasti) potresti accumulare grasso o, al contrario, non farlo, in base alle calorie che hai bruciato durante la giornata.
Certo, metter su peso dipende anche dagli ormoni, dalla ritenzione idrica, dal metabolismo e dalla genetica… ma se ci concentriamo sul mangiare il punto è quello: il rapporto tra calorie bruciate e assunte.
Attenzione, però: questo non è certo un consiglio a mangiare meno. L’ideale sarebbe seguire una dieta equilibrata, fare attività fisica regolare e concedersi, ogni tanto, qualche sfizio. Che può comprendere anche un’abbuffata durante un attacco di fame chimica!


E il metabolismo veloce dato dalla marijuana? È reale?
C’è chi giura di perdere peso da quando ha iniziato a fumare. E questo non lo mettiamo di certo in dubbio.
Bisogna però capire se sia solo una coincidenza, un dimagrimento dato dalla scarsa assunzione di cibi durante la giornata o se, effettivamente, fumare cannabis possa accelerare il metabolismo.
Capirlo non è così semplice come potrebbe sembrare, tanto che nemmeno i ricercatori hanno una risposta precisa al riguardo.
Effettivamente, diversi studi hanno confermato che il tasso di persone in sovrappeso sia di solito inferiore nei gruppi di consumatori di cannabis. Ma mangiare in fame chimica può far ingrassare come se si mangiasse in qualsiasi altro momento.
Cosa succede quindi? Perché i consumatori di cannabis tendono a essere snelli e poco inclini all’obesità?
Ecco alcune teorie degli studiosi:
- I cannabinoidi (sia THC che CBD) riducono i dolori articolari e muscolari, rendendo spesso le persone più attive.
- Sembra che chi fuma marijuana consumi un minor quantitativo di alcool rispetto a chi non la fuma. Ciò significa che i consumatori di cannabis assumono meno calorie dagli alcolici, riducendo anche in questo modo l’indice di massa corporea.
- THC e CBD sono dei principi attivi rilassanti e possono ridurre i livelli di stress. Le persone stressate sono inclini ad assumere cibi calorici e ad accumulare grasso corporeo nella zona addominale… mentre le persone meno stressate tendono a mangiare in maniera più sana, evitando le abbuffate.
- L’interazione dei cannabinoidi con i recettori CB1 del nostro cervello può stimolare il metabolismo e ridurre la tendenza a immagazzinare grassi, con il conseguente indice di massa corporea più basso.
In ogni caso non considerare l’assunzione di marijuana come la soluzione per perdere peso. Infatti il THC ha degli effetti collaterali anche gravi (assuefazione, dipendenza, ansia, problemi cognitivi e molto altro), che non si verificano con l’assunzione di prodotti a base di CBD, come l’erba legale e l’olio CBD.
Leggi anche: THC: dove si trova nella pianta di cannabis e quali sono i suoi effetti?
In conclusione
Mangiare in fame chimica fa ingrassare? In alcuni casi sì, in altri no, dipende soprattutto dal tuo dispendio energetico!
Inoltre sembra che i cannabinoidi portino al dimagrimento, seppur ci siano soltanto delle ipotesi al riguardo.
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