CBD tumori: cosa dice la scienza sui benefici della cannabis sul cancro

marijuana e tumore

Modificato il: 05/04/2024

LA MARIJUANA ATTENUA I SINTOMI DEL CANCRO E GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE CURE. MA QUAL È LA SUA INFLUENZA SULLE CELLULE TUMORALI?


Gli studi sulla canapa light e terapeutica sono ancora in corso, specialmente per quanto riguarda i potenziali benefici della marijuana nel trattamento dei tumori.

Una cosa è certa: il CBD, presente in quantità significative soprattutto nella marijuana light, aiuta a mitigare i sintomi del cancro e allevia anche il malessere fisico provocato dalle cure come la chemioterapia e la radioterapia.

Anche il THC, spesso demonizzato in quanto sostanza psicoattiva della cannabis, è stato riconosciuto per i suoi effetti benefici nel trattamento dei tumori, motivo per cui è presente in elevate percentuali nella cannabis a scopi terapeutici.

Oggi ci concentreremo sui benefici dei cannabinoidi sui malati oncologici. Quali risultati sono emersi dagli studi condotti in merito?

Prima di tutto, esamineremo le affermazioni del Dottor Manuel Guzmán, professore presso il Dipartimento di Biochimica e Biologia Molecolare presso la Complutense University di Madrid e coordinatore del Cannabinoid Signaling Group presso la stessa università.

Le affermazioni del Dottor Guzmán riguardo i benefici della marijuana sui tumori e la sclerosi multipla

Secondo il Dottor Manuel Guzmán, i principi attivi della cannabis e i loro derivati, come l’olio CBD e farmaci correlati, dimostrano capacità nell’attenuare alcuni sintomi associati ai tumori. Il CBD, in particolare, è noto per le sue proprietà antiemetiche e analgesiche e, quando associato al THC, è in grado di stimolare l’appetito.

La marijuana e i suoi derivati risultano essere estremamente utili nel trattamento della nausea, del vomito e dell’inappetenza provocati sia dal cancro che da alcuni trattamenti farmacologici ad esso correlati.

Per quanto riguarda l’inibizione delle cellule tumorali, gli studi sono ancora in corso a livello globale. È prematuro affermare che i cannabinoidi arrestino la crescita dei tumori, ma i risultati preliminari delle analisi condotte in laboratorio su topi utilizzati come modelli sperimentali sono promettenti.

In ogni caso, il Dottor Guzmán afferma che data la gravità e la differenziazione del cancro, essendo presente un’ampia gamma di tipologie tumorali, la sua lotta risulta estremamente complessa.

Nonostante tutto, un importante studio ha dimostrato che gli alcolisti che assumono anche cannabis hanno minori possibilità di sviluppare l’Epatocarcinoma (ovvero il cancro al fegato) rispetto agli alcolisti che non utilizzano marijuana e derivati.

Leggi il seguente articolo per saperne di più: “Marijuana e fegato: sapevi che la cannabis influisce positivamente sulle malattie epatiche?“.

Esaminiamo ora alcuni dettagli sulle ricerche riguardanti i benefici della cannabis nel trattamento dei tumori.

Cannabinoidi e inibizione delle cellule tumorali negli animali da laboratorio

Quasi tutti gli studi sui cannabinoidi, sia quelli presenti nella marijuana legale che in quella non depotenziata e prodotta anche sinteticamente, sono stati condotti attraverso sperimentazioni su animali e colture cellulari tumorali in laboratorio.

Molte di queste ricerche hanno dimostrato che i cannabinoidi:

  • attivano la morte cellulare mediante apoptosi, cioè il processo di morte cellulare programmata;
  • prevengono l’angiogenesi, ossia lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni nei tumori;
  • impediscono la divisione delle cellule tumorali;
  • riducono le probabilità che il tumore si diffonda attraverso la proliferazione di metastasi;
  • favoriscono l’autofagia, il processo di eliminazione delle cellule dannose o inutili per l’organismo.

Ciò ha dimostrato che i principi attivi della cannabis sono efficaci nel trattamento di alcune tipologie di cancro in modelli animali da laboratorio, in particolare topi e ratti.

Ma quindi nell’uomo è possibile trattare i tumori con i cannabinoidi?

Leggi anche: CBD e umore: come il cannabidiolo influisce sul benessere mentale (e non solo)

Cannabinoidi e lotta contro il tumore nell’uomo: cosa è noto a riguardo?

In merito ai tumori, il Dottor Guzmán afferma che la traslazione dei risultati positivi ottenuti dalla cannabis sugli animali all’uomo è una questione estremamente delicata.

Ricordiamo infatti che gli studi riguardano principalmente i benefici dei cannabinoidi sui tumori nei topi e nei ratti, organismi molto meno complessi rispetto all’organismo umano.

Nonostante il web sia ricco di fonti che vantano la cannabis come la perfetta cura per il tumore, senza controindicazioni né effetti collaterali, è importante mantenere un atteggiamento cauto e attendere ulteriori sviluppi.

Anche se è possibile trovare pazienti oncologici che affermano di aver ricevuto notevoli benefici dall’uso della marijuana o dell’hashish, è importante considerare che vi sono ancora molti interrogativi in merito.

È importante considerare che non è chiaro se i tumori siano regrediti spontaneamente o a seguito di trattamenti specifici, né sono ben documentati i casi in cui l’uso della cannabis e dei suoi derivati non ha portato benefici. Inoltre, non è sempre noto se i pazienti abbiano seguito terapie antitumorali convenzionali insieme all’uso dei cannabinoidi.

Secondo il Dottor Guzmán, è possibile che in alcuni casi i cannabinoidi abbiano apportato benefici in presenza di alcuni tipi di tumore, ma attualmente le evidenze scientifiche sono ancora limitate. Di conseguenza, al momento non è possibile affermare con certezza che tutti i pazienti oncologici possano essere curati con marijuana e derivati, né determinare quali pazienti possano trarne effettivamente beneficio.

marijuana tumore al cervello

Marijuana e tumore al cervello (glioblastoma multiforme)

Non solo CBD: a nove pazienti affetti da una gravissima forma di tumore al cervello, il glioblastoma multiforme avanzato e recidivante, è stato somministrato Delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) purificato.

Tale sostanza è stata introdotta direttamente nel cervello mediante l’utilizzo di un catetere. Il CBD può influenzare positivamente il sistema immunitario, contribuendo così a migliorare la risposta del corpo alle terapie antitumorali.

L’analisi dei biomarcatori e la diagnostica per immagini mostrano come alcune di queste persone abbiano risposto in maniera parzialmente positiva al THC, sostanza psicotropa che differisce dal CBD: la crescita del tumore non si è arrestata, ma ha comunque subìto un rallentamento.

Nonostante il numero esiguo di pazienti, i risultati del test sono promettenti e incentivano il proseguimento della ricerca sull’uso della cannabis nella lotta contro il cancro.

Per il momento possiamo affermare con certezza che i principi attivi della cannabis hanno dimostrato di aiutare a contrastare il tumore nei piccoli animali da laboratorio, e vi è il potenziale che possano offrire benefici anche nell’uomo.

Inoltre, il CBD, presente in elevate concentrazioni sia nella cannabis legale che nell’olio CBD, ha dimostrato di attenuare nettamente i sintomi associati al tumore, così come quelli derivanti dalla chemioterapia e dalla radioterapia.

Si spera che le ricerche scientifiche continuino a progredire e che si trovi un modo per fornire un aiuto concreto ai malati oncologici in modo naturale e senza gli effetti collaterali di cui purtroppo sono ricchi gli attuali trattamenti.

Come può essere utilizzato l’olio di CBD in questo contesto?

L’utilizzo dell’olio di CBD nel trattamento del cancro e nel contrasto degli effetti collaterali delle cure rappresenta un argomento di crescente interesse tra scienziati e medici. Gli studi condotti su pazienti e animali hanno dimostrato che l’olio di CBD, ricco di cannabidiolo (CBD) estratto dalla pianta di canapa, potrebbe avere significativi benefici nel supporto ai pazienti affetti da tumore.

In particolare, numerosi articoli pubblicati su riviste scientifiche come il “Journal of the National Cancer Institute” hanno messo in luce le proprietà anti-infiammatorie e antiossidanti del CBD. Queste sostanze possono contribuire al controllo del dolore, della nausea e altri effetti collaterali associati alle terapie come la chemioterapia.

Gli scienziati, nel corso dei secoli, hanno studiato le diverse forme di canapa e i loro composti, scoprendo che alcuni componenti potrebbero avere effetti positivi nella diagnosi e nel trattamento di alcune malattie, incluso il cancro.

Tuttavia, è importante sottolineare che ulteriori studi sono necessari per comprendere appieno l’effetto dell’olio al CBD in diverse forme di cancro e valutare la sua efficacia in vari contesti clinici.

Leggi anche: CBD e melatonina: a cosa servono e cosa succede se vengono assunti insieme?

In conclusione

La ricerca scientifica suggerisce che la marijuana e, in particolare, il cannabidiolo (CBD) presente nell’olio di cannabis, può contribuire in modo significativo ad alleviare i sintomi del cancro e gli effetti collaterali delle cure, come dimostrato da numerosi studi condotti in vitro, su pazienti e animali.

Gli effetti benefici sulla nausea, sul dolore e sulla qualità della vita dei pazienti sono evidenti, e il CBD sembra avere un ruolo importante nel supportare i pazienti durante il percorso di cura, specialmente in associazione con terapie tradizionali. Tuttavia, per quanto la marijuana legale possa attenuare i sintomi, le ricerche sulla sua influenza diretta sulle cellule tumorali sono ancora in fase preliminare e richiedono ulteriori approfondimenti.

È fondamentale che la comunità scientifica continui a condurre studi approfonditi per comprendere appieno l’efficacia della cannabis nel trattamento del cancro e definire il suo ruolo specifico all’interno delle terapie oncologiche. Nel frattempo, l’uso della cannabis a fini terapeutici dovrebbe essere attentamente valutato in collaborazione con i medici, garantendo un approccio integrato e sicuro per migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da questa malattia.