Modificato il: 28/11/2024
Veniva utilizzata a scopi medici e per produrre materiale in fibra, mentre l’uso ricreativo non era diffuso, a differenza di altri popoli
La cannabis ha una lunga tradizione di usi medici e ricreativi. Tanti popoli dell’antichità hanno utilizzato la pianta della cannabis a scopi terapeutici e religiosi, ma non solo: c’è anche chi la usava per alterare la coscienza e lasciarsi andare durante feste e ricorrenze.
Dagli antichi greci ai popoli orientali, vediamo come l’uso della cannabis si è evoluto nel corso del tempo.
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Cannabis e antica Grecia: la storia e gli usi
La chiamavano “Kannabis”, ne facevano soprattutto un uso terapeutico oppure la commerciavano sotto forma di materiale in fibra: tra gli antichi Greci e la pianta della cannabis il rapporto è sempre stato stretto, ma gli usi ricreativi erano molto limitati.
Già nel VI secolo a.C. le navi greche portavano fabbricati in canapa presso i popoli lungo tutto il Mar Egeo: a testimonianza, una nave affondata vicino alla Sicilia, risalente al 300 a.C. circa, che conteneva fibra di canapa in fasci.
Nel 400 a.C., i Greci già utilizzavano la cannabis per curare disturbi come il mal di schiena e dolori fisici; è risaputo anche l’uso “veterinario”, dato che applicavano balsami e unguenti a base di cannabis sulle ferite dei cavalli. Anche le infiammazioni, umane questa volta, trovavano beneficio dai semi di cannabis: infusi in semi di acqua calda o vino, l’estratto veniva poi applicato sulle zone del corpo infiammate.
Storici e scrittori dell’antica Grecia hanno riportato diverse testimonianze nelle proprie opere sull’uso della cannabis e della canapa light nei popoli vicini. Erodoto, da alcuni considerato il primo antropologo dell’umanità, nelle sue “Storie” ha descritto una pratica comune al popolo degli Sciti, che dopo aver buttato la cannabis in un grosso fuoco si sedevano intorno per inalarne i fumi e darsi a danze e canti sfrenati.
Lo storico Diodoro, conosciuto come Diodoro Siculo, racconta invece delle donne di Tebe, che preparavano un infuso a base di cannabis che aveva lo stesso ruolo del nepente omerico, un preparato in grado di lenire i dolori.
Nel 70 d.C., un fisico greco dal nome di Discoride arrivò a Roma per catalogare le piante mediche nel suo “De materia medica”. Tra le 600 piante catalogate troviamo anche la Cannabis Sativa, la “Kannabis” conosciuta dai Greci appunto: oltre a menzionare l’uso per la produzione di corde, il succo dei semi della sativa veniva descritto come rimedio per vari mali.
La cannabis in Egitto
Un altro popolo che, così come i Greci, conosceva la cannabis, era quello degli Egizi. Già dal III millennio a.C. la civiltà egiziana era a conoscenza della cannabis: viene citata infatti nei Testi delle Piramidi, risalenti all’Antico Regno (intorno 2350 a.C). La cannabis serviva a produrre corde, ma anche preparati medici: a testimonianza, alcune preparazioni mediche presenti su un papiro tra il 1700 e il 1300 a.C.
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Cannabis: una pianta nota anche nell’antica Cina e in India
I cinesi identificavano la canapa con il termine Ma, che in mandarino significa “Madre”. Già da questo si comprende l’importanza data alla cannabis, fonte di cibo, pianta a uso terapeutico e come materiale per prodotti tessili.
Il “Libro dei Riti”, risalente al 200 a.C circa, ci riporta che il lutto era testimoniato da abiti di canapa, indossati dalle persone come segno di rispetto nei confronti del defunto. Non a caso, la canapa è stata ritrovata in luoghi di sepoltura.
Anche gli usi a scopo medico erano molto diffusi: si narra che l’imperatore Shen-Nung, considerato un imperatore-guaritore, testò 70 piante per capirne le potenzialità in ambito medico. Il Pen Ts’ao, un trattato medico, riporta le “medicine” identificate dall’imperatore e considera la cannabis una pianta a energia Yin che poteva essere usata contro reumatismi, malaria e dolori mestruali.
Anche la religione induista aveva una grande considerazione della cannabis. La varietà Indica compare infatti nei Veda, i libri sacri in sanscrito dei popoli arii, che raccontano la formazione della cultura Indù.
Nei libri viene raccontato che il Dio Shiva, per rinfrescarsi dal caldo, mangiava foglie di marijuana, che venivano descritte anche come uno dei cibi preferiti del dio.
Non è un caso dunque se la cannabis trova largo spazio nella cultura indiana: per esempio, una bevanda chiamata Bhang è un mix di cannabis, erbe e spezie. Questa bevanda compare nel quarto libro dei Veda, il Libro della Scienza degli Incantesimi, identificata come uno dei regni “dell’erba” in cui trovare pace e allontanare le ansie, tra i primi esempi nella storia dell’uso della cannabis per meditare.
In conclusione
La cannabis è una pianta ben nota sin dai tempi remoti. Nell’antica Grecia la cannabis veniva usata soprattutto a fini terapeutici, per combattere infiammazioni, mal di schiena e altri problemi, mentre l’uso ricreativo non era diffuso (veniva preferito il vino). I Greci utilizzavano la canapa anche per produrre cordame e materiali simili.
Anche gli Egizi utilizzavano la cannabis sia per produrre cordame e a scopi medici, come riportano alcuni papiri.
Cina e India avevano grande considerazione della cannabis: ne facevano uso gli dei, come il Dio Shiva, serviva a confezionare abiti rituali, farmaci e bevande rituali come il Bhang. La storia della cannabis, insomma, si è intrecciata con le storie dei popoli antichi che ben conoscevano le proprietà, terapeutiche e non, della pianta.
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