Modificato il: 08/08/2025
No, non possiamo parlare di miele di canapa: ecco perché
Il miele di canapa esiste davvero?
Chiariamolo subito: no, non esiste.
Allora tu ti chiederai perché sul web se ne sta facendo un gran parlare, giusto?
Il motivo è semplice.
È vero, è possibile ottenere un prodotto simile al miele con gli ingredienti della cannabis. Tuttavia, non si può parlare propriamente di ‘miele di cannabis’ perché la pianta non produce il nettare.
Per far fronte a questa confusione che si è creata, adesso vedremo di fare chiarezza.
Infatti, in questo articolo vedremo che cos’è il miele di cannabis, perché molte aziende lo vendono e perché non è una buona idea farlo in casa.
Andiamo al sodo: perché non si può parlare di miele di canapa
Ultimamente si è parlato tanto dei vari prodotti che si potrebbero ottenere con la canapa (dall’hashish, all’olio e le creme).
Incluso il miele.
Se avrai fatto un giro sul web e consultato i vari siti, sicuramente avrai notato che sono in tanti a vendere questo preparato, mentre altri forniscono la ‘ricetta perfetta‘ per fabbricarlo in casa.
Ecco, chiariamolo subito: non si può parlare di miele di canapa, e il motivo è semplice.
Quale?
Il miele è definito in quanto tale solo quando le api lo producono dal nettare. La pianta della canapa, d’altro canto, non produce questa sostanza, ma solo polline.
Se le api si alimentano vicino a questa pianta, allora, può capitare che nei mieli ci siano delle tracce di polline di canapa, ma questo non fa del miele un ‘miele alla canapa’.
Esatto, hai letto bene.
Tieni presente che, secondo la direttiva CEE 22 luglio 1974, il miele è classificato come:
“prodotto alimentare che le api domestiche producono dal nettare dei fiori o dalle secrezioni provenienti da parti vive di piante o che si trovano sulle stesse, che esse bottinano, trasformano, combinano con sostanze specifiche proprie, immagazzinano e lasciano maturare nei favi dell’alveare”.
A questo punto, sorge spontanea la domanda: se quindi il miele di canapa light non esiste, perché se ne fa un gran parlare sul web?
Vediamo di rispondere a questa domanda.
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Ma allora perché alcune aziende vendono il miele di canapa?
Bella domanda.
Come abbiamo anticipato precedentemente, ci sono alcuni produttori che nutrono le api con il polline di canapa e oli di CBD o THC. In alcuni casi, vengono spruzzate delle sostanze zuccherine direttamente sui fiori della canapa così da attirare gli insetti e aiutarli a ‘immagazzinare’ il materiale biologico della canapa.
Così facendo, è possibile ottenere questo miele.
Se poi hai già dato uno sguardo alle descrizioni dei prodotti, avrai notato che vengono elencati numerosi benefici.
Ecco alcuni esempi:
- è un sano sostitutivo dello zucchero;
- ha proprietà antibatteriche;
- protegge dalle allergie;
- contrasta le infiammazioni.
Se è vero che il CBD ha tantissime proprietà, sarebbe tuttavia incorretto parlare di ‘benefici del miele di canapa’, proprio perché la nomenclatura è errata.
Miele alla cannabis: curiosità, usi e caratteristiche di questa dolce combinazione
Il cosiddetto miele alla cannabis è un argomento che suscita curiosità e anche qualche dubbio nel mondo del benessere e della gastronomia. Molti lo vedono come una delizia naturale, una combinazione unica tra le proprietà del miele e quelle della tintura di cannabis o dell’ olio di CBD. Tuttavia, per comprenderne davvero le caratteristiche e i possibili usi, è importante partire da alcune informazioni di base e chiarire certi errori di definizione.
Storicamente, già gli antichi — come gli egizi — conoscevano il valore del miele come alimento, dolcificante e rimedio naturale. Oggi, con l’aggiunta di estratti e infiorescenze di canapa, si cerca di creare un prodotto che unisca gusto e potenziali benefici. Alcuni produttori, come Phytopharma International, propongono diverse tipologie di miele aromatizzato o arricchito con derivati della cannabis, sempre nel rispetto delle norme vigenti.
In rete, spesso si trovano blog, video e link che mostrano esempi di utilizzo: dal cucchiaino di miele con latte caldo prima di dormire, ai dolci artigianali, fino alla tintura liquida miscelata con miele per favorire un migliore assorbimento del CBD. Tuttavia, bisogna ricordare che ogni uso va valutato con attenzione: la concentrazione di cannabinoidi, il tasso di THC e le modalità di preparazione possono influenzare l’effetto finale e le eventuali conseguenze sul consumatore.
Dal punto di vista organolettico, il sapore varia molto in base al tipo di miele e al metodo di infusione scelto. Le api miele non producono nettare di canapa, quindi il prodotto deriva quasi sempre dall’aggiunta di derivati vegetali già trasformati. Per questo motivo, è fondamentale conoscere le corrette modalità di uso e seguire i consigli degli esperti per evitare fraintendimenti e garantire un’esperienza sicura.
In definitiva, il miele aromatizzato o infuso alla cannabis resta un prodotto di nicchia: affascinante, ma da approcciare con consapevolezza. Una risposta alle tante domande su questo tema arriva solo grazie a studi scientifici, all’accesso a informazioni affidabili e a un approccio rispettoso della natura e delle sue regole.
Miele di canapa fai da te: ti spiego perché è una pessima idea
Sul web è pieno di articoli che forniscono la ricetta migliore per replicare il miele di canapa ad hoc.
Tuttavia, è importantissimo sottolineare una cosa.
Dato che questo prodotto contiene ingredienti a base di cannabinoidi, tentare di farlo in casa potrebbe comportare serie conseguenze legali.
Fatta questa precisazione, adesso vediamo per i più curiosi come preparare il ‘miele di canapa’, sebbene sia a solo scopo informativo.
Il passo più importante per fare del miele di canapa è decarbossilare la cannabis. Infatti, nella marijuana non decarbossilata è presente solo il ‘precursore’ del THC, il cannabinoide THCA (che non è psicoattivo).
Il riscaldamento della cannabis a basse temperature per un periodo di tempo prolungato converte dunque il THCA in THC.
Detto questo, ecco gli strumenti che servirebbero:
- teglia antiaderente;
- carta da burro;
- vasca a bagnomaria;
- colino, un setaccio di plastica o di metallo o una tela da formaggio;
- vasetto o barattolo di conservazione.
Come ingredienti invece, sono necessarie due tazze di miele e dei germogli di cannabis essiccati non macinati.
Perché?
Poiché il miele infuso di cannabis deve essere filtrato, non si devono avere piccoli pezzi che potrebbero scivolare attraverso il setaccio e finire nel prodotto finale. Invece, è possibile rompere i fiori in pezzi più piccoli con le dita, facendo attenzione alla dimensione delle maglie del colino.
Bene, a questo punto vediamo la ricetta del miele di cannabis:
- decarbossilare la cannabis;
- preriscaldare il forno a 118° C, coprire il vassoio con carta oleata e posizionarvi sopra le cime di cannabis essiccate;
- dopo aver messo la teglia nel forno, impostare un timer per circa 30-40 minuti;
- ogni 10 minuti circa, mescolare delicatamente le gemme per assicurarsi che le superfici siano esposte al calore nel modo più uniforme possibile;
- mettere il miele e la marijuana decarbossilata nel vaso;
- far sobbollire il composto per almeno 40 minuti;
- filtrare la miscela di miele posizionando una stamigna o un colino sul barattolo di conservazione.
Il miele può essere conservato fino a due mesi e deve essere mantenuto in un luogo fresco, buio e asciutto.
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Conclusioni
In questo articolo abbiamo visto perché non è possibile parlare di miele di canapa.
Tuttavia, è possibile trovarlo su internet perché diversi produttori nutrono le loro api con il polline di cannabis, sostanza di cui (a quanto sembra) andrebbero ghiotte.
Successivamente, abbiamo visto la ricetta di questo miele a scopo informativo per i più curiosi.
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