Modificato il: 01/09/2025
Ti chiedevi se coltivare tabacco è legale in Italia? Qui notizie sulle piantine da casa, sulla vendita ed il trasporto
Da tanto in Italia si sente spesso parlare di legalità e della possibilità di coltivare o meno la cannabis light in casa, mentre molto meno della coltivazione del tabacco, che invece negli ultimi tempi sta incuriosendo tanti fumatori.
L’idea di coltivare il tabacco da sé deriva principalmente dalla voglia di fumare dei prodotti più sani, privi delle sostanze nocive contenute nel tabacco industriale, ma anche da fattori economici.
Ciò che però a tante persone non è chiaro è se si può coltivare tabacco in Italia in modo legale, se si può vendere e se ci sono degli iter burocratici da seguire.
Ecco tutto ciò che ti serve sapere riguardo alla produzione di tabacco nella nostra nazione.
Coltivazione del tabacco: che cosa dice in merito la legge?
Sono tante le persone che si chiedono se in Italia coltivare e vendere tabacco autonomamente sia legale o meno, e trovare risposte in questo senso potrebbe non essere facile.
Infatti mentre per la coltivazione della canapa legale, per la sua vendita e per il commercio dei suoi derivati (come l’olio di CBD, l’hashish legale, etc…) ci sono delle leggi chiare, per quanto riguarda il tabacco, anche visitando il sito del Monopolio o quello ministeriale, è difficile trovare informazioni a riguardo.
C’è da dire però che le leggi relative alla produzione, alla vendita e ai trattamenti del tabacco in Italia sono mutate tantissimo, a partire dal 1929 fino ad arrivare al 1986.
Ma ora andiamo al sodo: si può coltivare tabacco in Italia tra le mura domestiche?
Sì, coltivare e seminare tabacco è legale grazie ad una legge che risale al 1970.
Secondo il D.L. 30 novembre 1970, n.870 si può coltivare tabacco anche tra le mura domestiche e senza doverlo comunicare alle autorità, ma questo non significa che non ci siano dei limiti.
Infatti le piante coltivate devono produrre un massimo di 1000 foglie (quindi non si parla di numero di piante) ed è vietato utilizzare utensili o macchinari per la lavorazione del tabacco.
Qualora le piante coltivate in casa dovessero superare il numero di 1000 foglie, la legge prevede che quelle in esubero debbano essere donate gratuitamente ai consorzi autorizzati alla coltivazione del tabacco.
Quindi l’autorizzazione riguarda un utilizzo della pianta esclusivamente domestico, che non può eccedere nei quantitativi.
Leggi anche: La strana storia dell’albero di Marijuana.


Vendita e trasporto del tabacco in Italia: è legale?
Nel paragrafo precedente abbiamo parlato di semina e coltivazione del tabacco tra le mura domestiche, scoprendo che queste attività non sono più soggette a monopolio, ma possono essere svolte legalmente.
Per quanto riguarda la vendita ed il trasporto invece, non è così.
Per vendere il tabacco è necessario richiedere l’autorizzazione e la certificazione del monopolio, e chiunque fosse sorpreso a commerciare le piante senza questi requisiti, potrebbe essere accusato di contrabbando.
Da qui derivano anche le leggi riguardo ai quantitativi e all’illegalità delle attrezzature per i trattamenti industriali.
Un’altro tra i dubbi più frequenti tra gli amanti del tabacco riguarda i trasporti.
È possibile trasportare il “raccolto” di una coltivazione di tabacco fai da te?
Sì, è possibile! Ma a patto che come prevede la legge, questi trasporti non avvengano a scopo commerciale e naturalmente anche i quantitativi non devono essere eccessivi.
Quindi il tabacco coltivato in casa può essere portato fuori dalle mura domestiche e può anche essere regalato, ma non può essere venduto, a meno che non si abbia l’autorizzazione del monopolio.
Insomma, come vedi si tratta di un tipo di regolamentazione completamente diverso rispetto a quello della canapa legale.
Coltivare tabacco in casa: normativa, rischi e pratiche consigliate
Se ti stai chiedendo se sia legale coltivare tabacco in casa, la risposta è sì, ma con attenzione a una serie di regole molto precise. In Italia, la semina e la coltivazione della pianta di tabacco rientrano tra le attività consentite a livello domestico, purché si rispettino i limiti imposti dalla legge, in particolare quelli relativi al massimo di mille foglie di tabacco per ogni coltivazione. Superare questo quantitativo senza autorizzazioni comporta l’obbligo di devolvere le foglie di tabacco in eccesso ai tabacchi o ai consorzi autorizzati.
Per chi è appassionato di tabacchicoltura, coltivare in mura domestiche richiede dedizione: la cura della pianta di tabacco, la scelta delle varietà di tabacco, la gestione della coltura e la conoscenza dei meccanismi ed utensili preordinati alla lavorazione sono tutti aspetti fondamentali per ottenere prodotti di qualità, come sigari o tabacco da pipa, senza violare la legge. È importante sottolineare che l’uso di utensili preordinati alla lavorazione per fini commerciali senza l’autorizzazione dell’amministrazione dei monopoli è vietato.
La normativa italiana richiede che la piantagione domestica rimanga entro il limite di foglie consentite e che l’attività sia finalizzata esclusivamente al consumo personale, senza alcuna vendita. Chi desidera espandere la propria coltivazione deve rivolgersi alle regioni competenti e ottenere tutte le autorizzazioni necessarie dal monopolio di stato.
Coltivare tabacco in casa offre anche vantaggi legati ai profumi naturali della pianta di tabacco e permette di selezionare attentamente il genere e la varietà di tabacco più adatta alle proprie esigenze. Tuttavia, è fondamentale prestare attenzione ai rischi, come la contaminazione da pesticidi o la mancata maturazione corretta delle foglie. Una corretta guida alla tabacchicoltura domestica consente di conciliare la passione per il tabacco con il rispetto della legge e dei limiti di quantità.
Infine, sia che si coltivi al Nord Italia o nella penisola, conoscere la normativa, seguire una buona pratica, usare materiale adeguato e rispettare le indicazioni del monopolio è fondamentale per godere in sicurezza dei prodotti della propria coltivazione.


Perché coltivare il tabacco in casa?
Visti i divieti di commercio, probabilmente ti starai chiedendo se coltivare il tabacco in casa valga tutte le fatiche di questa coltura complicata.
Indubbiamente si tratta di una scelta impegnativa (il tabacco è una coltura che richiede dedizione, cure e tanta pazienza), ma chi ha la passione per il suo aroma e ama i prodotti genuini, sarà felice di fare qualche sforzo per ottenere un prodotto privo di pesticidi e di sostanze tossiche utilizzate nei vari processi della filiera del tabacco.
Oltre a poter fumare e gustare un prodotto genuino inoltre, subentra il discorso relativo al risparmio: oggi acquistare sigarette sta diventando quasi un lusso, visti i continui aumenti di prezzo imposti periodicamente.
C’è da dire però, che in realtà prima di riuscire a consumare il tabacco autoprodotto ci vuole un po’ di tempo, perché oltre alla fase della coltivazione, c’è quella dell’essicazione, che dev’essere fatta secondo un criterio ben preciso.
Insomma si tratta di scelte che può fare solo un vero amante delle piante e chi non ha paura di aspettare.
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In conclusione
Dunque se sei un appassionato di tabacco e aromi potresti provare a coltivare le tue prime piantine tra le mura di casa. Se invece l’idea di trascorrere ore ed ore dietro delle piante che per legge non possono produrre più di tanto ti spaventa, meglio lasciar perdere.
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