Quando arriva la stagione della cannabis: tempistiche, clima e fattori da considerare

Quando arriva la stagione della cannabis: tempistiche, clima e fattori da considerare | JustBob

Pubblicato il: 16/12/2025

La coltivazione outdoor segue una stagionalità precisa influenzata da temperatura, esposizione solare e umidità, elementi che determinano resa e qualità delle infiorescenze

La stagione della cannabis è una fase scandita da ritmi naturali che, a loro volta, dipendono da numerosi fattori ambientali. Conoscere le tempistiche, le condizioni climatiche ottimali e le variabili che influenzano la crescita permette di apprezzarne la complessità biologica e la capacità di adattamento a diversi contesti geografici.​

La cannabis segue cicli stagionali determinati principalmente dal fotoperiodo, ovvero dalla durata delle ore di luce rispetto a quelle di buio, un meccanismo naturale che regola le fasi vegetative e di fioritura, rendendo la pianta estremamente sensibile ai cambiamenti stagionali.​

In Europa, le tempistiche di coltivazione outdoor variano notevolmente a seconda della zona climatica, dalle regioni mediterranee del sud fino alle aree continentali e montane del nord.

La cannabis è una pianta annuale che completa il proprio ciclo vitale nell’arco di alcuni mesi e che richiede condizioni specifiche di temperatura, umidità e esposizione solare per svilupparsi correttamente. Le varietà fotoperiodiche iniziano la fioritura quando le ore di luce diminuiscono sotto le 15 ore giornaliere, tipicamente dopo il solstizio d’estate.

Nel mercato della canapa light e dei prodotti a base di CBD, la comprensione dei cicli stagionali assume particolare rilevanza per ottenere infiorescenze di cannabis legale raccolte nel momento ottimale di maturazione; ovviamente, stiamo parlando di quei Paesi in cui la coltivazione e la vendita sono permessi.

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Il ciclo naturale della cannabis outdoor

La coltivazione outdoor di cannabis segue un calendario preciso che inizia in primavera e si conclude in autunno. Nelle regioni mediterranee, come l’Italia meridionale, la germinazione può avvenire già a marzo, quando le temperature notturne superano stabilmente i 10 gradi Celsius. Le piante iniziano la fase vegetativa durante i mesi primaverili: il progressivo allungamento delle giornate stimola la crescita rapida di foglie e rami. Durante la primavera e i primi giorni dell’estate, le piante sviluppano una struttura robusta in grado di sostenere la successiva produzione di infiorescenze.​

La transizione verso la fioritura avviene tra fine luglio e agosto, quando il fotoperiodo inizia a ridursi dopo il solstizio d’estate. Le piante fotoperiodiche percepiscono questa variazione ormonale e dirigono le proprie energie verso la produzione di fiori ricchi di cannabinoidi.

Il processo di fioritura si completa solitamente tra settembre e ottobre, periodo in cui le infiorescenze raggiungono la piena maturazione e possono essere raccolte. Nelle regioni settentrionali, dove le temperature autunnali calano più rapidamente, la raccolta deve avvenire entro fine settembre per evitare danni causati da piogge intense e primi freddi.

Le varietà autofiorenti rappresentano un’alternativa interessante: completano infatti il proprio sviluppo in circa 8-12 settimane dalla germinazione, indipendentemente dalla durata delle ore di luce.​

Cannabis: temperature e condizioni climatiche ideali

Come accennato, la cannabis prospera in condizioni climatiche temperate o mediterranee, con temperature diurne comprese tra 21 e 29 gradi Celsius durante la fase vegetativa.

Temperature inferiori a 15 gradi rallentano la crescita, mentre quelle superiori a 32 gradi possono causare stress termico e compromettere lo sviluppo della pianta. Durante la fase di fioritura, le temperature ottimali si abbassano leggermente, attestandosi tra 20 e 25 gradi Celsius, condizioni che favoriscono la produzione di resina e l’accumulo di cannabinoidi come il CBD.​

L’umidità relativa è un altro parametro fondamentale. Durante la fase vegetativa, valori compresi tra 40 e 70% sono l’ideale in quanto garantiscono un’adeguata traspirazione fogliare senza favorire patologie fungine. Con l’inizio della fioritura, l’umidità ottimale scende al range 30-50 percento, riducendo il rischio di muffe e marciumi che potrebbero compromettere le infiorescenze. Nelle regioni costiere italiane, dove l’umidità può essere elevata, è fondamentale garantire un’adeguata circolazione d’aria intorno alle piante per prevenire problemi sanitari.​

L’esposizione solare è un fattore da non sottovalutare. Le piante di cannabis richiedono almeno 6-8 ore di luce solare diretta quotidiana per svilupparsi correttamente. Nelle regioni meridionali europee, le lunghe giornate estive possono garantire fino a 14 ore di esposizione solare, condizioni ideali per una crescita vigorosa. L’olio di CBD e altri prodotti derivati dalla cannabis light beneficiano di coltivazioni che rispettano queste condizioni ottimali: i principi attivi, in questo modo, si concentrano.

Immagine evocativa stagioni della cannabis | JustBob

Stagione della cannabis: differenze geografiche e fotoperiodo

Il territorio italiano vanta una straordinaria varietà di microclimi che influenzano i calendari di coltivazione della cannabis legale. Come detto, le regioni meridionali, caratterizzate da clima mediterraneo con inverni miti ed estati calde e secche, offrono una stagione di crescita particolarmente estesa che può durare da marzo fino a novembre. In zone come Sicilia, Puglia e Calabria, le temperature favorevoli permettono di anticipare la germinazione e prolungare la fase vegetativa, permettendo di ottenere piante di dimensioni considerevoli.​

L’Italia centrale presenta condizioni intermedie, con una stagione che tipicamente si estende da aprile a ottobre. Regioni come la Toscana, l’Umbria e le Marche godono di un clima equilibrato con precipitazioni più distribuite rispetto al sud. Le regioni settentrionali e le zone appenniniche, a causa delle temperature più basse e del rischio di gelate tardive primaverili, possono andare incontro a difficoltà che riducono la finestra temporale disponibile. In queste aree, la germinazione indoor con successivo trasferimento outdoor a maggio è spesso la strategia più efficace.​

Il fotoperiodo è il meccanismo principale attraverso cui la cannabis regola il proprio ciclo riproduttivo. Le varietà fotoperiodiche percepiscono le variazioni nella durata del giorno e della notte, utilizzando questa informazione per sincronizzare la fioritura con la stagione più favorevole. Quando le ore di buio superano una soglia critica, generalmente intorno alle 10-12 ore consecutive, si attivano cambiamenti ormonali che riorientano il metabolismo della pianta dalla crescita vegetativa alla produzione di fiori.

Dopo il solstizio d’estate del 21 giugno, le giornate iniziano progressivamente ad accorciarsi, innescando la transizione verso la fioritura tra fine luglio e inizio agosto.

Cannabis: varietà e tempistiche di maturazione

Le genetiche di cannabis si differenziano per i tempi di fioritura, un fattore cruciale nella scelta della varietà più adatta al proprio clima. Le varietà precoci completano la fioritura in 6-8 settimane dall’innesco del fotoperiodo favorevole: ecco perché sono l’ideale per le regioni con autunni freddi e umidi. Queste genetiche permettono la raccolta già a inizio settembre, evitando i rischi climatici di fine stagione. La cannabis light precoce risulta particolarmente adatta alle regioni alpine e appenniniche italiane.​

Le varietà a fioritura media richiedono 8-10 settimane per completare la maturazione: sono il compromesso più comune tra produttività e adattabilità climatica. Queste genetiche si raccolgono tipicamente tra metà settembre e inizio ottobre nelle regioni italiane centrali e meridionali. La maggior parte dei prodotti di canapa light commercializzati derivano da varietà a fioritura media che garantiscono rese elevate mantenendo profili terpenici complessi.​

Le varietà tardive necessitano di 10-12 settimane o più per raggiungere la piena maturazione: producono generalmente le rese più abbondanti, ma richiedono condizioni climatiche favorevoli prolungate. Queste genetiche si adattano perfettamente ai climi mediterranei del sud Italia dove le temperature miti si mantengono fino a novembre. La raccolta avviene in ottobre avanzato, quando l’accumulo di cannabinoidi e terpeni raggiunge i livelli massimi.​

Fioritura e riconoscimento della maturazione

La fioritura è la fase più delicata del ciclo della cannabis, durante la quale si formano le infiorescenze ricche di cannabinoidi e terpeni. L’innesco avviene naturalmente quando il fotoperiodo scende sotto le 14-15 ore di luce giornaliera, di solito tra fine luglio e inizio agosto. Nelle prime settimane di fioritura, la pianta continua a crescere in altezza in quello che viene definito “stretch”, talvolta raddoppiando le dimensioni prima di produrre fiori in abbondanza.​

Lo sviluppo delle infiorescenze procede da agosto fino a settembre-ottobre. I fiori inizialmente piccoli si ingrossano lentamente, ricoprendosi di tricomi ghiandolari che producono resina contenente CBD, altri cannabinoidi e terpeni aromatici. Le condizioni climatiche di questo periodo sono fondamentali per la qualità finale del prodotto. Temperature moderate tra 20 e 25 gradi, umidità contenuta sotto il 50 percento e buona ventilazione prevengono lo sviluppo di muffe e marciume.

Capire qual è il momento ottimale per la raccolta richiede un’osservazione attenta dei tricomi, le microscopiche ghiandole resinose presenti sulle infiorescenze. Quando i tricomi passano da un aspetto trasparente a uno latteo-ambrato, la concentrazione di cannabinoidi ha raggiunto il picco e la pianta è pronta per essere raccolta. Questo momento varia da metà settembre per le varietà precoci fino a fine ottobre per quelle tardive, sempre in relazione alle condizioni climatiche locali.​

Stagioni della cannabis: fattori di stress e gestione fitosanitaria

La cannabis è una pianta che ha sviluppato un’eccellente capacità di adattamento alle più diverse condizioni ambientali, ma stress prolungati possono compromettere crescita e produttività.

Lo stress idrico si manifesta sia come carenza che come eccesso d’acqua: nelle regioni mediterranee, la siccità estiva può richiedere irrigazioni frequenti, specialmente durante la fioritura quando le esigenze idriche aumentano. Lo stress termico si verifica quando le temperature escono dai range ottimali per periodi prolungati, con ondate di calore superiori a 35 gradi che causano chiusura degli stomi e riduzione della fotosintesi.​

La gestione fitosanitaria rappresenta un altro aspetto fondamentale della coltivazione outdoor. Gli acari, in particolare il ragnetto rosso, proliferano durante i periodi caldi e secchi dell’estate, infestando le foglie e causando disseccamenti. Le patologie fungine sono la minaccia principale durante la fioritura, quando l’umidità ambientale e la densità delle infiorescenze creano condizioni favorevoli allo sviluppo di muffe: per esempio, la botrite o muffa grigia si manifesta con marcescenze sulle cime, favorita da umidità superiore al 60 percento e scarsa circolazione d’aria.

La prevenzione attraverso un adeguato distanziamento delle piante e trattamenti preventivi è persino più efficace dei trattamenti curativi.​

Immagine di esempio stagione della cannabis | JustBob

Raccolta e post-raccolta della cannabis

La raccolta delle infiorescenze di cannabis è il culmine del lavoro stagionale e richiede un timing preciso per ottimizzare qualità e conservabilità del prodotto.

L’osservazione dei tricomi al microscopio permette di identificare il momento ottimale, quando il 70-80% dei tricomi presenta una colorazione lattea con alcune percentuali già virate all’ambrato. La raccolta dovrebbe avvenire preferibilmente nelle prime ore del mattino, quando la rugiada si è asciugata ma le temperature non sono ancora elevate, così da preservare i terpeni volatili responsabili dell’aroma.

Il processo di essiccazione inizia subito dopo il taglio e richiede condizioni ambientali controllate. Le infiorescenze vengono appese in ambienti bui, con temperatura tra 18 e 22 gradi Celsius e umidità relativa intorno al 50-60%. Questo processo, che dura tipicamente 10-14 giorni, permette l’evaporazione graduale dell’umidità, riducendo il contenuto d’acqua dal 75% iniziale a circa il 10-12% finale. Un’essiccazione troppo rapida degrada i terpeni, compromettendo aroma e sapore, mentre una troppo lenta favorisce lo sviluppo di muffe.

La concia o curing è il processo finale di maturazione, che migliora le caratteristiche organolettiche del prodotto. Le infiorescenze essiccate vengono conservate in contenitori ermetici, aperti brevemente ogni giorno per permettere lo scambio gassoso. Questo processo, che dura da due settimane a diversi mesi, permette la degradazione della clorofilla residua e la maturazione del profilo terpenico.

La canapa light di qualità premium viene sottoposta a concia prolungata che esalta le caratteristiche varietali e garantisce un’esperienza sensoriale ottimale.​

Aspetti legali della coltivazione in Italia

La coltivazione di cannabis in Italia è in una fase di grande incertezza normativa dopo l’entrata in vigore del Decreto Sicurezza 2025. La Legge 242/2016, che consentiva la coltivazione di canapa con THC sotto lo 0,2 percento (tolleranza fino allo 0,6), è stata modificata dal Decreto Legge 48/2025, pubblicato l’11 aprile e convertito in legge il 9 giugno 2025. Le varietà coltivabili devono essere registrate nel Catalogo Comune Europeo e i coltivatori devono conservare i documenti sull’origine certificata delle sementi.

Il nuovo decreto vieta importazione, lavorazione, commercio, trasporto e vendita delle infiorescenze di canapa, anche se essiccate o triturate, equiparandole alle sostanze stupefacenti. Questo colpisce l’intero settore della cannabis light, rendendo illegali anche estratti, resine e oli di CBD, indipendentemente dal contenuto di THC.

Nonostante ciò, alcune sentenze stanno mettendo in discussione l’applicazione del decreto. Per chi vuole operare legalmente nel settore, resta fondamentale seguire l’evoluzione giurisprudenziale e verificare la conformità dei prodotti alle norme in continuo cambiamento.

Ricordiamo che i prodotti Justbob sono finalizzati all’uso tecnico, collezionistico e di ricerca.

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Quando la natura detta il ritmo: la cannabis tra clima, fotoperiodo e genetica

La stagionalità della cannabis è un fenomeno governato da diversi fattori, dai cicli naturali alle condizioni climatiche, fino alle caratteristiche genetiche della pianta. Le tempistiche di coltivazione variano tra le diverse regioni italiane: le strategie e le varietà cambiano a seconda del clima.

Il fotoperiodo è il regolatore principale del ciclo riproduttivo: la fioritura si sincronizza con il progressivo accorciamento delle giornate estive. Le condizioni ambientali ottimali richiedono temperature moderate, umidità controllata ed esposizione solare adeguata, parametri che determinano la qualità finale del prodotto.

Ricordiamo che questo articolo, puramente informativo, non è da ritenersi un invito alla coltivazione: il rispetto delle leggi vigenti dev’essere il faro che guida ogni appassionato.

Stagione della cannabis: takeaways

  • La cannabis outdoor segue un ciclo naturale scandito dal fotoperiodo, con la germinazione che inizia in primavera (marzo-aprile nelle regioni mediterranee), una fase vegetativa che si estende durante i mesi di maggiore luminosità e una fioritura innescata dal progressivo accorciamento delle giornate dopo il solstizio d’estate, culminando con la raccolta tra settembre e ottobre a seconda della varietà e della zona geografica;
  • Le condizioni climatiche ottimali per la coltivazione prevedono temperature diurne tra 21 e 29 gradi durante la fase vegetativa e tra 20 e 25 gradi in fioritura, con umidità relativa tra 40 e 70 percento nella crescita vegetativa che scende al 30-50 percento durante la produzione di infiorescenze, oltre a un’esposizione solare diretta di almeno 6-8 ore quotidiane per garantire uno sviluppo vigoroso e un’adeguata concentrazione di cannabinoidi;
  • Il panorama normativo italiano sulla coltivazione di cannabis è stato profondamente modificato dal Decreto Sicurezza 2025, che ha vietato la commercializzazione delle infiorescenze di canapa e dei prodotti derivati come estratti e oli di CBD, equiparandoli alle sostanze stupefacenti e colpendo l’intero settore della cannabis light nonostante alcune sentenze stiano contestando l’applicazione del decreto.

Stagione della cannabis: FAQ

Quando inizia la stagione della cannabis outdoor in Italia?

La stagione della cannabis outdoor inizia in primavera: a marzo nelle regioni meridionali quando le temperature notturne superano i 10 gradi, ad aprile-maggio nelle zone settentrionali per evitare le gelate tardive. La fioritura parte tra fine luglio e agosto, quando il fotoperiodo si riduce dopo il solstizio d’estate.

Quali sono le condizioni climatiche ideali per la coltivazione della cannabis?

Le condizioni ideali prevedono temperature tra 21-29 gradi in fase vegetativa e 20-25 gradi in fioritura. L’umidità ottimale varia dal 40-70% nella crescita al 30-50% durante la fioritura per prevenire muffe. Servono almeno 6-8 ore di sole diretto al giorno e buona circolazione d’aria.

Quando avviene la raccolta della cannabis outdoor in Italia?

La raccolta avviene tra settembre e ottobre a seconda della varietà. Le varietà precoci maturano a inizio settembre, quelle medie tra metà settembre e inizio ottobre, le tardive in ottobre avanzato. Il momento giusto si riconosce dai tricomi che diventano lattei-ambrati, segnalando il picco di cannabinoidi.