Corso di cannabinologia a Padova: ecco come possiamo studiare la cannabis nelle università italiane

Corso di cannabinologia a Padova

Modificato il: 29/07/2025

La marijuana entra negli atenei del Bel Paese: adesso gli studenti italiani possono formarsi in cannabinologia

L’introduzione della Legge 242, grazie alla quale è stato autorizzato il commercio di prodotti a base di canapa light, è stata accolta come un passo verso il superamento del tabù della cannabis.

Da allora, coloro che si sono schierati contro il proibizionismo hanno atteso che le autorità italiane proseguissero su questa strada, ma a dire la verità queste aspettative sono state in gran parte disattese, come dimostrato dalla recente bocciatura del referendum per la depenalizzazione della coltivazione domestica della marijuana per uso personale.

Nonostante questo, però, i sostenitori della cannabis hanno ottenuto un importante risultato in seguito all’ingresso della canapa negli atenei italiani: l’università di Padova, infatti, ha istituito un nuovo corso in cannabinologia.

Ecco di cosa si tratta.

La cannabinologia come materia di studio nelle università italiane: ecco com’è successo

A dire la verità, l’università di Padova non è stato il primo ateneo italiano a introdurre lo studio della cannabis (e delle sostanze ad essa associate come l’hashish). In precedenza, infatti, La Sapienza offrì agli studenti del corso di laurea magistrale in Scienze Sociali Applicate la possibilità di iscriversi a un laboratorio extracurriculare a tema ‘Analisi socio-economica del mercato della cannabis’.

Il nuovo corso in cannabinologia introdotto dall’università di Padova, però, ha ricevuto molta più attenzione, probabilmente a causa del suo taglio scientifico diretto allo studio delle proprietà farmacologiche della pianta.

Questa iniziativa è stata promossa dal dipartimento di Neuroscienze dell’ateneo con la collaborazione di Cannabiscienza, un’organizzazione dedicata all’aggiornamento professionale in materia di cannabis medica, ed è articolata in modo da affrontare le seguenti tematiche:

  • le leggi italiane che regolano la coltivazione, la lavorazione e l’uso farmacologico della Cannabis Sativa L.;
  • le caratteristiche chimiche di questa pianta e il suo utilizzo in vari settori (alimentare, tessile, medico ecc.);
  • l’utilizzo terapeutico della cannabis per la cura di determinate patologie;
  • il funzionamento del sistema endocannabinoide.

In effetti dal 23 Ottobre del 2023 inizierá il nuovo corso intitolato “Cannabinologia: la pianta di Cannabis e il Sistema Endocannabinoide (3 edizione)”

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Pila di libri universitari

Quali sono le prospettive aperte dalla cannabinologia in campo medico?

L’iniziativa dell’università di Padova ha provocato diverse reazioni: da una parte c’è chi considera questo nuovo corso un grande passo in avanti verso lo sdoganamento della cannabis. Dall’altra, ci sono numerosi italiani che hanno accolto la notizia con freddezza o con aperta ostilità, infastiditi dall’accostamento marijuana-istruzione.

Il problema è che in tanti non riescono ancora a intravedere i vantaggi legati alla formazione di professionisti qualificati nel campo della canapa. Studiare cannabinologia, infatti, non significa soddisfare la propria curiosità sugli effetti di una sostanza stupefacente: significa formarsi coerentemente con gli orizzonti aperti dai risultati delle ricerche mediche sulla canapa.

L’uso della cannabis s a scopo terapeutico, o cannabis terapeutica, si sta diffondendo da diversi anni, è inutile negarlo. E questo fenomeno dovrebbe essere accompagnato dalla formazione di professionisti della medicina specializzati nell’utilizzo farmacologico di questa pianta.

Ecco, è in questa prospettiva che deve essere valutata l’iniziativa dell’università di Padova. Man mano che le ricerche scientifiche raccolgono nuove evidenze sulle capacità terapeutiche della cannabis, è opportuno che i professionisti del settore sanitario vengano aggiornati in modo da sfruttare al meglio, e in sicurezza, le potenzialità medicali di questa pianta.

Cannabinologia clinica: una nuova frontiera nella formazione sanitaria

L’introduzione della cannabinologia clinica nei percorsi formativi accademici rappresenta un importante passo avanti nell’integrazione della cannabis medicinale nella pratica clinica. In Italia, grazie all’impegno di realtà come Cannabiscienza Accademia, è oggi possibile per i medici, gli operatori sanitari e le professioni sanitarie accedere a percorsi formativi dedicati allo studio della pianta di Cannabis Sativa, con particolare attenzione ai suoi aspetti terapeutici della pianta, ai cannabinoidi e all’utilizzo della cannabis nella gestione e nel trattamento del dolore acuto e cronico.

La cannabinologia clinica si fonda su principi scientifici rigorosi e mira a fornire strumenti concreti per il trattamento del dolore, l’epilessia farmaco-resistente, i disturbi neurologici, e molte altre patologie (come la malattia di Parkinson) che rientrano nei protocolli previsti dal decreto ministeriale sulla cannabis medica. È proprio nel rispetto di questo decreto che si inseriscono anche i crediti ECM (Educazione Continua in Medicina), disponibili attraverso la piattaforma di formazione a distanza tramite la piattaforma di Cannabiscienza Srl, un’azienda pioniera in Italia nella formazione accreditata per tutte le professioni sanitarie.

L’ obiettivo principale della cannabinologia clinica è l’approfondimento del sistema endocannabinoide, che regola funzioni fondamentali e permette di comprendere l’uso della cannabis nei disturbi legati a dolore, umore, appetito, memoria e tratto gastrointestinale. L’approccio didattico proposto da Cannabiscienza Accademia favorisce un apprendimento interdisciplinare che unisce teoria e pratica clinica, è sostenuto da esperti come la dottoressa Viola Brugnatelli (fondatrice e responsabile scientifico) e il dottor Gastone Zanette, si basa su una metodologia interdisciplinare che unisce ricerca di base e pratica clinica.

In questo contesto, figure professionali come Fabio Turco, docente e referente per l’insegnamento della cannabis medica nell’epilessia farmaco-resistente, contribuiscono a rendere l’Italia un Paese sempre più attento alla formazione scientifica avanzata in questa materia. Non a caso, numerosi ordini professionali supportano e promuovono questi corsi, consapevoli del valore che la cannabis medicinale può avere nel migliorare la qualità di vita dei pazienti.

In conclusione, i corsi e le attività che trattano i principi di cannabinologia clinica, come quello in programma presso l’Università di Padova, o promossi da Cannabiscienza Accademia, sono essenziali per sviluppare competenze specifiche sull’utilizzo della cannabis in medicina. Si tratta di un approfondimento fondamentale per la crescita delle professioni sanitarie e per garantire un approccio terapeutico efficace, sicuro e scientificamente fondato, basato sulla corretta selezione delle varietà di cannabis medica disponibili

Bandiera degli Stati Uniti d'America

La cannabinologia nel resto del mondo: a che punto siamo?

L’ostilità nei confronti dell’idea di studiare le proprietà farmacologiche della canapa non è un problema esclusivamente nostrano. Basti pensare che, nel resto del mondo, la cannabinologia viene insegnata nelle università di pochissime nazioni, tra le quali il Canada e gli Stati Uniti.

Negli USA, in particolare, lo studio di questa pianta viene affrontato a tutto tondo grazie a numerosi corsi offerti da diversi college. Probabilmente, questo fenomeno è legato al fatto che gli Stati Uniti sono il maggior produttore mondiale di cannabis al mondo e, per questo motivo, la loro industria necessita di professionisti qualificati nel settore della canapa più che in ogni altro Paese.

L’apertura degli Stati Uniti nei confronti di queste nuove discipline si può apprezzare in particolar modo analizzando il nome di un corso di laurea introdotto dall’università del Colorado: ‘Biologia e Chimica della Marijuana’. Ciò che fa riflettere è la scelta del termine con il quale è stata indicata questa pianta: marijuana e non cannabis.

Si tratta di un particolare che mostra quanto sia stata sdoganata la canapa dall’altra parte dell’oceano. La parola ‘marijuana’, infatti, è di origine messicana, ma venne introdotta negli USA durante gli anni ’30, in seguito all’ondata di proibizionismo che ne vietò per la prima volta la produzione e il consumo.

Fu una scelta dettata dalla volontà di associare la cannabis a una comunità etnica che veniva percepita (a torto) come dedita ad atti criminali, compreso il consumo degli stupefacenti.

L’utilizzo di questo termine all’interno delle università americane dimostra in modo chiaro che le autorità statunitensi hanno deciso di superare definitivamente il tabù della cannabis, una scelta che ci auguriamo possa essere imitata anche dalla classe politica italiana.

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In conclusione

In questo articolo abbiamo spiegato in che modo è possibile formarsi in cannabinologia all’università di Padova e in quali altre nazioni del mondo si è diffuso lo studio di questa materia.

È comprensibile che, dopo decenni di criminalizzazione di questa pianta, ancora tanti italiani la vedano come una minaccia e non come un’opportunità. Tuttavia, non si possono ignorare i risultati di un numero sempre più alto di studi che sembrano evidenziarne le proprietà terapeutiche.

Per questo motivo, il corso di studi in cannabinologia introdotto dall’università di Padova deve essere considerato un importante passo in avanti per il nostro Paese, del quale potranno beneficiare tutti quei pazienti che potranno essere curati dai medici del futuro anche grazie alle conoscenze acquisite dagli specialisti nell’uso farmacologico della cannabis.

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