Come essiccare la cannabis? Tutto quello che c’è da sapere

Come essiccare la cannabis | Justbob

Pubblicato il: 07/09/2023

Essiccazione e concia della cannabis: perché questi processi sono così importanti?

La corretta essiccazione delle piante di cannabis light è un passo essenziale per ottenere un prodotto di alta qualità e, per questo, rappresenta un tema di grande interesse tra gli appassionati del settore.

Dal momento che in Italia la coltivazione e la lavorazione della cannabis tradizionale è vietata in qualsiasi caso, e che per quanto riguarda la sua variante legale, tali procedimenti sono leciti solo in determinate e rare situazioni disciplinate dalla normativa in vigore, può essere difficile per gli utenti trovare informazioni in merito per soddisfare la loro curiosità.

È per questo motivo che dedichiamo il seguente articolo proprio all’essiccazione della cannabis legale, esplorando questo processo e indicando, a puro scopo informativo, quali sono le pratiche diffuse tra i coltivatori autorizzati nel settore della canapa light.

Cime di cannabis pronte per essere raccolte | Justbob

Una panoramica sull’essiccazione della cannabis light

L’essiccazione, come noto, è un processo volto alla disidratazione di un materiale o una sostanza attraverso la perdita dell’acqua in esso contenuta. Quando viene eseguita per le cime della cannabis legale, viene rimosso in media circa il 75% di H2O.

Affinché l’essiccazione avvenga correttamente, deve essere fatta lentamente e in modo uniforme, perché quando le cime vengono disidratate troppo velocemente, rimangono intrappolate all’interno sostanze che danno al prodotto finale un sapore sgradevole. Queste includono amidi e nitrati, ma anche clorofilla e altri pigmenti che rovinano l’aroma.

Al contrario, quando la pianta di cannabis viene essiccata eccessivamente, il risultato è un prodotto povero di aromi, profumi e sapori.

Se, invece, il processo viene eseguito correttamente e al momento giusto, i pigmenti si deteriorano migliorando l’aroma del prodotto finale.

Ma come funziona esattamente?

Innanzitutto, è necessario trovare un luogo al riparo dalla luce perché i raggi solari tendono a degradare i cannabinoidi. Pertanto, se la cannabis light venisse lasciata a lungo alla mercé dei raggi stessi, rischierebbe di perdere le sue proprietà caratteristiche.

Dopo che le piante sono state preparate accuratamente, vengono tenute appese con le cime rivolte verso il basso, spesso posizionandole in modo che rimanga tra loro sufficiente spazio affinché l’aria possa circolare liberamente e assicurare un’essiccazione uniforme e graduale. In questo modo si previene la formazione di muffe, spesso legata al cattivo posizionamento delle piante.

La temperatura del locale di essiccazione deve essere regolata accuratamente per assicurare che il processo venga completato in maniera corretta. Durante i primi giorni dovrebbe essere tenuta intorno a circa 20°C. In seguito può essere diminuita fino a raggiungere 17-18°C per un tempo di circa 2 settimane.

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Come capire quando la cannabis è completamente essiccata

Mentre le cime continuano lentamente ad asciugarsi, l’umidità del locale deve essere mantenuta intorno al 50%, così da permettere all’acqua di evaporare in modo graduale, senza cambiamenti eccessivi. In questa fase risultano molto utili un igrometro (per misurare, per l’appunto, l’umidità relativa della stanza) e un ventilatore accompagnato da un deumidificatore (al fine di controllare l’umidità stessa in caso di necessità).

Vale la pena notare che la cannabis appena tagliata emana odori piuttosto spiacevoli, specialmente nelle prime fasi del procedimento di disidratazione. Di conseguenza, numerosi coltivatori scelgono un luogo lontano da attenzioni indesiderate per completare questo processo, talvolta eseguendolo direttamente nella grow box. In questo caso, però, va tenuto in considerazione che, poiché come abbiamo detto le piante in essiccazione vanno mantenute al buio, se il procedimento viene per l’appunto portato avanti all’interno di una grow box quest’ultima non può essere sfruttata per la coltivazione di ulteriori esemplari.

Di norma i coltivatori di cannabis capiscono quando l’essiccazione è completa esaminando i rametti della pianta:

  • se questi si spezzano, emettendo un sonoro ‘crack’, significa che le cime sono ormai pronte;
  • se invece si flettono, ma non si rompono, allora probabilmente hanno bisogno di un ulteriore periodo di essiccazione.

Talvolta i contenuti online che trattano questo argomento tendono a consigliare metodi alternativi per accelerare il processo come, ad esempio, l’uso di ventole ad aria calda o di altri strumenti simili per rendere più rapida l’evaporazione dell’acqua. Purtroppo, la verità è che queste tecniche sono assolutamente da evitare in quanto dannose per le piante stesse e capaci di rovinare irrimediabilmente la qualità del prodotto finale.

Il motivo è semplice: durante l’essiccazione della cannabis light tra le sostanze che evaporano non c’è solo l’acqua, ma anche la clorofilla e questo composto organico richiede più tempo per essere eliminato dalla pianta stessa.

Insomma, il discorso è che quando la cannabis viene essiccata troppo rapidamente, la clorofilla potrebbe non evaporare in quantità sufficiente, rimanendo presente nelle cime. Peraltro, poiché questa sostanza contiene magnesio, se questo non viene eliminato il prodotto finale tenderà ad avere un sapore molto pungente e amaro.

Cannabis essiccata e conciata | Justbob

Fase due: la concia

Quando la cannabis è completamente essiccata arriva il momento di eseguire il passaggio successivo, ovvero la concia.

Questo delicato processo ha due obiettivi principali.

In primo luogo, permette ai microrganismi di metabolizzare la clorofilla presente nella pianta. Come abbiamo detto in precedenza, quest’ultima contiene magnesio, un minerale che, se presente in quantità eccessiva, rende amaro il prodotto. Lasciando ai batteri il compito di eliminare tale sostanza, il prodotto finale aumenta notevolmente di qualità.

In secondo luogo, la concia serve a mantenere un’umidità ideale per la conservazione a lungo termine delle cime. Se sono troppo umide, come abbiamo detto in precedenza, rischiano di sviluppare muffe. Viceversa, se troppo secche diventano fragili, si polverizzano e perdono il loro sapore originale.

Ma veniamo al punto: come viene eseguito questo procedimento?

Le infiorescenze che sono state essiccate devono essere conservate all’interno di contenitori ermetici, riempiendo questi ultimi per circa due terzi, senza comprimere eccessivamente le infiorescenze stesse, e conservando il tutto in un luogo buio. In questo modo ci si assicura che:

  • l’ambiente interno al contenitore conterrà aria sufficiente per mantenere in vita i microrganismi in grado di portare avanti i processi biochimici necessari per mantenere una buona qualità del prodotto;
  • la luce del sole non agisca sulle cime, degradando i cannabinoidi contenuti al loro interno.

Al contrario, se i contenitori in questione venissero colmati eccessivamente, o se, al fine di rendere il processo più rapido venissero compresse le infiorescenze, si rischia di creare un ambiente con un livello di umidità eccessivo. La conseguenza diretta sarebbe la comparsa di muffe.

Per assicurarsi che il processo prosegua nel migliore dei modi, di norma per i primi 15-20 giorni i contenitori vengono aperti ogni giorno, più volte al dì, per un paio di minuti, in modo da cambiare l’aria al loro interno facendo affluire ossigeno. A tal fine, i coperchi devono essere esaminati con attenzione (con la vista e con l’olfatto) per rilevare immediatamente l’eventuale comparsa di muffe.

Passate circa 3 settimane il periodo più delicato è ormai alle spalle ed è possibile abbandonare i controlli quotidiani, eseguendoli invece ogni 2-3 giorni fino al raggiungimento del risultato desiderato.

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In conclusione

Il processo di essiccazione svolge un ruolo cruciale nel garantire la qualità della cannabis light. Una corretta essiccazione consente l’evaporazione del liquido in eccesso, che migliora l’aroma evitando al contempo la presenza di sostanze indesiderate. L’attenta gestione della temperatura e dei livelli di umidità è essenziale per ottenere risultati ottimali.

Essiccando le piante di cannabis lentamente e in modo uniforme in un ambiente buio, è possibile ridurre al minimo la degradazione dei cannabinoidi, preservando il prodotto finale. Appendere le piante con la cima verso il basso e garantire un adeguato flusso d’aria tra le cime aiuta a prevenire le muffe e a massimizzare l’efficienza dell’essiccazione.

Mantenere una temperatura costante di circa 20°C all’inizio, seguita da una graduale diminuzione, facilita l’evaporazione dell’acqua e dei composti in eccesso dalla materia vegetale. Il processo di essiccazione complessivo dura in genere dai dieci ai venti giorni.

Il monitoraggio e il controllo dell’umidità relativa, con l’obiettivo di raggiungere circa il 50%, consente un’evaporazione dell’acqua moderata ma efficace, senza rischiare un’essiccazione eccessiva. Strumenti come igrometro, ventilatore, deumidificatore e umidificatore possono aiutare a mantenere i livelli di umidità desiderati.

In chiusura ricordiamo ancora una volta che il presente articolo è stato pubblicato a puro scopo informativo e ribadiamo al lettore che in Italia la coltivazione della cannabis light è consentita solo a precise condizioni specificate dalla normativa in materia.

Insomma, se desideri possedere delle cime di canapa legale, perfette per il collezionismo e per la decorazione degli ambienti, non puoi coltivarle e trattarle da te, ma la buona notizia è che puoi trovarle direttamente qui sul nostro e-commerce. Justbob ti offre un’ampia gamma di prodotti a base di CBD di altissima qualità, perfettamente legali e a norma, che puoi acquistare comodamente online ricevendoli direttamente a casa tua.

Takeaways

  • Importanza dell’essiccazione: L’essiccazione delle piante di cannabis legale è un passaggio cruciale per ottenere un prodotto di alta qualità. Questo processo riduce l’umidità delle cime, migliorando il sapore, l’aroma e la conservazione del prodotto finale.
  • Metodo di essiccazione lento e uniforme: Un’essiccazione lenta e uniforme è essenziale per preservare la qualità della cannabis legale. Essiccando le cime troppo velocemente, si rischia di intrappolare sostanze indesiderate che influenzano l’aroma. D’altra parte, un’essiccazione eccessiva può portare a una perdita di aromi e sapori.
  • Influenza dell’ambiente di essiccazione: La scelta del luogo di essiccazione è fondamentale. Le cime devono essere protette dalla luce solare, poiché i raggi UV possono degradare i cannabinoidi. Un ambiente buio e ben ventilato è ideale per garantire un’essiccazione uniforme e prevenire la formazione di muffe.
  • Monitoraggio di temperatura e umidità: Mantenere una temperatura costante durante l’essiccazione è essenziale. Inizialmente, una temperatura intorno ai 20°C è consigliata, poi gradualmente ridotta a 17-18°C. L’umidità relativa deve essere mantenuta intorno al 50% per garantire un’evaporazione controllata dell’acqua.
  • Processo di concia: Dopo l’essiccazione, la concia è un passaggio aggiuntivo per migliorare la qualità del prodotto. I microrganismi metabolizzano la clorofilla, che contiene magnesio e può influenzare negativamente il sapore. La concia aiuta anche a mantenere l’umidità ottimale per la conservazione delle cime a lungo termine.

FAQ sull’essiccazione della cannabis light

  1. Perché sono importanti l’essiccazione e la concia della cannabis?

L’essiccazione e la concia della cannabis sono importanti per ottenere un prodotto di alta qualità. L’essiccazione rimuove l’acqua in eccesso, migliorando l’aroma e prevenendo la formazione di muffe. La concia elimina la clorofilla, migliorando il sapore e l’aroma del prodotto. Questi processi devono essere eseguiti lentamente e in modo controllato per preservare la qualità della cannabis.

  1. In cosa consiste il processo di essiccazione della cannabis light?

L’essiccazione della cannabis light consiste nell’evaporazione dell’acqua in modo uniforme dalle cime appese rivolte verso il basso. Deve essere eseguita lentamente in un luogo buio per evitare la degradazione dei cannabinoidi. La temperatura deve essere controllata e mantenuta tra 17-20°C. Durante l’essiccazione, è importante monitorare l’umidità relativa e prevenire la formazione di muffe.

  1. In cosa consiste il processo di concia della cannabis light?

La concia della cannabis coinvolge il metabolismo della clorofilla da parte dei microrganismi. Questo processo elimina il magnesio contenuto nella clorofilla, migliorando il sapore. Le infiorescenze essiccate vengono conservate in contenitori ermetici, permettendo ai batteri di svolgere il loro compito. Durante il processo di concia, è importante mantenere un’umidità adeguata nel contenitore.