Modificato il: 28/07/2025
La cannabis terapeutica presenta effetti collaterali?
Tra i maggiori interrogativi di chi, forse come te, necessita assumere marijuana medica ce n’è uno in particolare che riguarda gli eventuali effetti negativi di questo prodotto: quali sono gli effetti collaterali del bediol e quelli delle altre varietà di cannabis terapeutica?
Non parliamo di canapa light/erba light o di hashish legale, ma dei medicinali a base di marijuana che trovi in tantissime farmacie qui in Italia. Tali medicine vengono realizzate nelle farmacie galeniche mediante l’utilizzo di fiori di canapa ad alto contenuto di THC (e spesso anche ad alte percentuali di CBD).
Sicuramente è per questo motivo che ti stai preoccupando riguardo gli effetti collaterali della cannabis medicale. Puoi dire addio ai tuoi dubbi, perché oggi ti diremo tutto ciò che dovresti sapere sugli eventuali sintomi negativi causati da questo prodotto.
In ogni caso è bene tenere a mente che se non hai particolari malattie, ma soffri di insonnia, o fai fatica a lasciarti alle spalle la pesantezza della giornata, puoi sempre ricorrere a prodotti legali con un bassissimo contenuto di THC, e un elevato contenuto di CBD, sostanza che può aiutarti nell’affrontare problemi di ansia o stress, a rilassarti e riposare meglio. Quelli che ti consigliamo noi sono: la tisana alla canapa, o alcuni bud estremamente efficaci per le loro proprietà antidolorifiche e distensive.
Iniziamo subito!
Cannabis terapeutica ed effetti collaterali
Le conseguenze negative dell’assunzione di cannabis terapeutica sono differenti da quelle legate all’assunzione di cannabis classica.
L’utilizzo di erba ad alto contenuto di THC a scopo ricreativo può determinare alterazioni dell’umore e dello stato psicologico (ad esempio ansia e talvolta depressione), oltre che effetti meno gravi come fame chimica, secchezza delle fauci e oculare e tanto altro ancora.
Secondo la Fondazione Veronesi, l’uso di farmaci a base di cannabis, come ad esempio Bediol, può causare alcuni effetti collaterali specifici. Vediamo quali sono i bediol effetti collaterali più comuni:


- tachicardia temporanea e piuttosto leggera;
- secchezza della bocca;
- iperemia congiuntivale, ovvero i tipici occhi arrossati;
- talvolta insonnia, anche se di solito i farmaci a base di cannabinoidi aiutano a regolare il sonno.
Questi effetti avversi sono descritti dal Dottor Vittorio Andrea Guardamagna, direttore dell’unità di cure palliative e terapia del dolore dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e membro del comitato etico della Fondazione Umberto Veronesi. Il Dottor Guardamagna ha inoltre precisato che questi sono effetti a breve termine, e che gli studi riguardo gli effetti collaterali a lungo termine della cannabis terapeutica sono ancora pochi.
Detto ciò, come puoi notare, sono decisamente meno gravi di quelli relativi alla marijuana ad alto THC.
Ma come mai gli effetti avversi della canapa terapeutica sono meno pesanti rispetto a quelli dati dall’utilizzo ricreativo di cannabis?
Leggi anche: Fame chimica: perché arriva e come comportarsi
Marijuana ad alto THC vs Cannabis terapeutica: quali sono le differenze?
La cannabis utilizzata a scopo ricreazionale contiene elevate percentuali di THC che, insieme al CBD, è fondamentalmente il cannabinoide che invoglia all’assunzione di marijuana. Anche la cannabis terapeutica contiene THC e CBD; ecco infatti le varietà di marijuana medica utilizzate in Italia per realizzare i farmaci galenici ai cannabinoidi:
- FM2, con THC 5-8% e CBD 7,5-12% (prodotta in Italia solo nello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze)
- FM1, con THC 13-20% e CBD <1% (prodotta in Italia solo nello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze)
- Bedrocan, con THC 22% e CBD < 1%
- Bediol, con THC 6% e CBD 8%
- Bedica, con THC 14% e CBD < 1%
- Bedrobinol, con THC 12% e CBD < 1%
- Bedrolite, con THC < 0,4% e CBD 9%
- Pedanios, con THC 22% e CBD < 1%
Tutti, ma proprio tutti, contengono THC. E ogni varietà, fatta eccezione per la Pedanios, lo contiene in elevate percentuali. E allora come mai gli effetti collaterali sono molto diversi rispetto all’utilizzo di cannabis a scopo ricreativo?
Il motivo è dato semplicemente dalla concentrazione di THC. Nei medicinali a base di cannabinoidi il THC è scarsamente concentrato, seppur sufficiente a trattare alcune patologie e sintomi come spasmi muscolari, glaucoma, nausea e tanto altro ancora.
Quando si fuma uno spinello, invece, il THC è molto concentrato e dunque gli effetti collaterali della sua assunzione sono più intensi e gravi rispetto a quelli della marijuana medica.
Comunque sia, gli effetti collaterali dei farmaci a base di cannabis sono decisamente blandi (oltre che temporanei), dunque se stai pensando di assumerli ti consigliamo di parlarne con il tuo medico, il quale ti darà le giuste informazioni a riguardo.
Chi può assumere i farmaci a base di cannabis e come si può accedere a questi medicinali?
Tutte le persone che abbiano una patologia riconosciuta (e di cui è presente un minimo di bibliografia scientifica a riguardo) possono richiedere una prescrizione di farmaci a base di marijuana previo pagamento. Ebbene sì, la cannabis medica è mutuabile solo per alcune patologie, che variano in base alle disposizioni delle diverse Regioni.
Per quanto riguarda i farmaci a base di cannabis a carico del Sistema Sanitario Nazionale, e dunque gratuiti, le linee guida del Ministero della Salute indicano le seguenti patologie:
- Sclerosi multipla e lesioni del midollo spinale resistenti alle terapie convenzionali per placare i dolori legati agli spasmi muscolari.
- Dolore cronico nel caso in cui le cure con farmaci antinfiammatori non steroidei, cortisonici o oppioidi si siano rivelate inefficaci.
- Nausea e vomito non trattabili con metodi tradizionali provocati da radio e chemioterapia e terapie per l’HIV.
- Cachessia e anoressia nei pazienti oncologici, nelle persone affette da AIDS e nelle persone affette da anoressia nervosa per ottenere una stimolazione dell’appetito che non può essere provocata da trattamenti standard.
- Glaucoma resistente alle classiche terapie.
- Sindrome di Gilles de la Tourette al fine di ridurre i movimenti involontari che non possono essere placati con terapie classiche.
Tutte le patologie devono essere resistenti alle terapie tradizionali affinché i pazienti possano usufruire dei farmaci in via gratuita, ma in realtà le malattie per cui la cannabis medica è mutuabile possono cambiare da regione a regione (dunque non devono essere necessariamente tutte quelle comprese in questa lista).
Approfondimento sul trattamento con Bediol: benefici, rischi e modalità d’uso secondo la scienza
Nel panorama della medicina italiana, l’uso della cannabis terapeutica, e in particolare del Bediol, rappresenta un’importante opzione nel trattamento di numerosi disturbi cronici e invalidanti. Grazie all’evoluzione della ricerca scientifica e ai continui aggiornamenti in campo medico, oggi conosciamo meglio la composizione di questi preparati e il loro profilo di efficacia e tollerabilità.
Bediol contiene due principi attivi fondamentali: tetraidrocannabinolo (THC) e cannabidiolo (CBD), due sostanze appartenenti alla famiglia dei cannabinoidi, studiate a fondo per i loro scopi terapeutici. Il THC è noto per la sua azione sul sistema nervoso centrale, influenzando umore, appetito e dolore; il CBD, invece, ha un effetto più modulante e si ritiene possa contribuire a ridurre alcuni rischi legati al THC, migliorando il valore complessivo della terapia.
Numerosi studi condotti da ricercatori in ambito clinico hanno dimostrato che il consumo di Bediol, in particolare se effettuato secondo una corretta somministrazione medica, può portare benefici reali nella gestione di condizioni come dolore neuropatico, spasmi muscolari, insonnia e nausea. La valutazione dell’efficacia avviene spesso in relazione ad altri trattamenti farmacologici, ed è compito dei medici, esperti nel campo della terapia del dolore e delle cure palliative, definire modalità, dosi e preparazioni più adeguate.
Una delle principali differenze rispetto alla cannabis a uso ricreativo risiede proprio nella modalità di utilizzo: la cannabis terapeutica viene prescritta in precise forme galeniche, come capsule, oli o infusi, con preparazioni che assicurano una concentrazione costante di principi attivi. Il paziente italiano ha così accesso, tramite farmacie autorizzate, a un mercato regolamentato e controllato, che permette l’uso di prodotti standardizzati, come le varietà FM1 e FM2, oltre al Bediol stesso.
Nonostante i numerosi benefici, è bene considerare anche i rischi: in alcuni soggetti si possono manifestare effetti sul cuore (come lieve tachicardia), alterazioni dell’umore o lievi disturbi cognitivi. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, tali effetti sono lievi, temporanei e ben tollerati, soprattutto se il trattamento viene avviato in modo graduale e sotto stretta supervisione medica.
In generale, la crescente attenzione della scienza verso i cannabinoidi sta permettendo un miglioramento continuo della valutazione terapeutica, offrendo così nuove opportunità di cura per condizioni finora difficili da gestire. Il ruolo della cannabis nella moderna medicina italiana è sempre più riconosciuto, e preparati come il Bediol rappresentano il primo passo verso una nuova frontiera terapeutica più personalizzata ed efficace.
Per concludere…
Ti consigliamo dunque di parlare con il tuo medico di base, il quale ti dirà se la tua eventuale patologia rientri in quelle elencate dalla tua Regione, e dunque se i medicinali a base di cannabis sarebbero coperti dal SSN. In base a determinati parametri il tuo medico deciderà quale varietà di cannabis prescriverti, come Bediol ad esempio, tenendo conto anche dei possibili bediol effetti collaterali, della forma farmaceutica (olio CBD, capsule, decotto ecc.) e del dosaggio.
Una volta ricevuta la prescrizione medica, dovrai semplicemente recarti in farmacia e ordinare o acquistare il medicinale adeguato!
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