Cosa e quali sono i fertilizzanti per cannabis?

I fertilizzanti per cannabis utilizzati

Modificato il: 08/01/2024

Tutto quello che devi sapere sui fertilizzanti per la cannabis:

Ogni pianta necessita di nutrienti per crescere e fiorire. Non fa eccezione la cannabis: anzi, si può dire che questa pianta ha bisogno di nutrienti e di un liquido pH precisi in cui crescere, oltre a una differente nutrizione nelle fasi di fioritura e germinazione.

Diamo dunque uno sguardo ai macro e micronutrienti indispensabili e ai tipi di fertilizzanti, chimici e organici, utilizzati dai coltivatori professionisti di cannabis per le proprie piante.

NPK, macronutrienti e micronutrienti

Azoto (N), fosforo (P) e potassio (K) sono i tre macronutrienti principali della pianta di cannabis, indispensabili alla crescita della pianta. Nello specifico, l’azoto serve per sviluppo e crescita delle foglie, il fosforo per ottenere steli e fioriture robusti, il potassio per il metabolismo della pianta.

I prodotti fertilizzanti in commercio riportano sull’etichetta i valori di questi tre macronutrienti: per esempio, se viene riportato un rapporto NPK 9-5-8 significa che avremo il 9% di azoto, il 5% di fosforo e l’8%di potassio.

Ogni fase necessita di percentuali diverse di questi tre macronutrienti. I fertilizzanti con alte percentuali di azoto e basse percentuali degli altri due nutrienti sono adatti alla fase vegetativa, con percentuali inferiori di azoto e più elevati di fosforo e potassio per la fase di fioritura.

Al contrario, gli integratori hanno di solito valori di NPK decisamente più bassi (per esempio, un rapporto 1,5:0,1:3,5).

Cosa e quali sono i fertilizzanti per cannabis?

Alcuni esempi di percentuali per le diverse fasi:

  • prima settimana di fase vegetativa: NPK 2:1:2 oppure 4:2;
  • sesta settimana dopo la gemmazione: NPK 10:5:7;
  • fine fase vegetativa: NPK 7:7:7;
  • fase di fioritura: NPK 5:7:10 oppure 5:9:9;
  • metà fase di fioritura: NPL 6:10:15.

Altri macronutrienti importanti sono:

  • carbonio, ossigeno, idrogeno: elementi fondamentali che la pianta assume dall’aria;
  • magnesio, utile alla fotosintesi e al metabolismo;
  • zolfo, che aiuta la formazione della clorofilla, di proteine, vitamine ed enzimi;
  • calcio, che migliora la penetrazione e la salinità dell’acqua nel suolo.

I micronutrienti sono invece zolfo, manganese, ferro, zinco, rame, molibdeno: sono presenti, in quantità cento volte minori, nei fertilizzanti chimici e organici.

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Nutrienti mobili e nutrienti non mobili: quali sono e come agiscono

I nutrienti mobili sono quelli che la pianta può ‘spostare’ nella terra per aiutare la crescita di alcune parti della pianta, di solito dalle foglie vecchie in alto per distribuirli dove c’è maggiore necessità.

I nutrienti non mobili, al contrario, non possono essere spostati da dove sono collocati: boro, calcio, ferro e zolfo, da esempio, o sono mobili solo in modo limitato (i ‘mediamente mobili’) oppure non vengono spostati. Tra questi il calcio, contenuto nelle cellule, che la pianta non può trasportare dalle foglie vecchie: ecco che le carenze di un nutriente come questo diventa problematico per la salute della pianta.

Fertilizzanti organici e fertilizzanti chimici

I fertilizzanti organici, o biologici, sono costituiti da rifiuti animali come guano e letame, compost e fonti minerali come il calcare. In commercio, i coltivatori possono trovare anche soluzioni pronte all’uso in casa: per esempio, il vermicompost, composto appunto da colate di vermi ricche di nutrienti.

I fertilizzanti organici hanno il vantaggio di apportare benefici al terreno, rendendolo ‘vivo’ e pullulante di microorganismi. Inoltre, anche l’impatto sull’ambiente è ridotto.

I fertilizzanti chimici hanno di solito una composizione equilibrata e rispondono perfettamente alle esigenze di coltivazione e crescita della pianta, in quanto progettati con precisione scientifica per lo scopo. Il vantaggio dei fertilizzanti chimici sta proprio nell’accuratezza con cui vengono preparati: i rapporti tra nutrienti sono netti e non c’è possibilità di squilibrio. Inoltre, vengono assorbiti con particolare rapidità.

pH del suolo e temperatura dell’acqua

Il livello di pH del suolo è un agricoltura fondamentale per la coltivazione della cannabis, come ben sanno i professionisti del settore canapa light e canapa boost.

Il livello del suddetto nel suolo ideale per la pianta della cannabis è compreso tra 5,6-6,3, quindi appena appena acido.

Anche la temperatura dell’acqua ha la sua parte della sua importanza: l’ideale si colloca tra i 19° e i 21°.

QUANDO AGGIUNGERE FERTILIZZANTI IN UNA COLTIVAZIONE DI CANNABIS

La scelta e l’aggiunta dei migliori fertilizzanti anche per cannabis sono cruciali per ottenere risultati ottimali nella coltivazione di piante di marijuana. La qualità dei fertilizzanti, la corretta applicazione e la comprensione delle esigenze nutritive delle piante sono fattori determinanti per una coltivazione di successo. In questo articolo, esploreremo quando e come aggiungere fertilizzanti per ottenere la migliore resa e qualità possibile.

Durante il ciclo di crescita delle piante di cannabis, è essenziale fornire loro le sostanze nutritive di cui hanno bisogno per uno sviluppo sano e una produzione abbondante. Una delle opzioni più popolari è l’uso di “super soil”, un terreno pre-miscelato con una gamma completa di nutrienti, che semplifica notevolmente il processo di fertilizzazione. Tuttavia, in molte situazioni, l’aggiunta di fertilizzanti specifici può essere necessaria per garantire un apporto ottimale di sostanze nutritive.

Durante la fase di crescita, le piante di cannabis hanno bisogno di un elevato apporto di azoto per promuovere lo sviluppo vegetativo. L’uso di fertilizzanti liquidi o in polvere contenenti una miscela equilibrata di nutrienti, compresi azoto, fosforo (P), e potassio (K), può favorire una crescita sana e robusta. Elementi come il fosforo sono particolarmente importanti durante la fioritura, contribuendo a una migliore formazione dei fiori e alla produzione di resina.

Per migliorare la qualità e la resa del raccolto, molti coltivatori di cannabis optano per l’utilizzo di booster specifici per la fioritura. Questi prodotti contengono concentrazioni più elevate di sostanze nutritive, tra cui fosforo e potassio, fornendo alle piante ciò di cui hanno bisogno durante questa fase critica.

La differenza nella scelta di fertilizzanti per coltivazioni indoor e outdoor è evidente. Mentre le piante coltivate all’aperto possono beneficiare di una più ampia gamma di sostanze nutritive naturali presenti nel terreno, le coltivazioni indoor richiedono spesso l’uso di fertilizzanti liquidi o in polvere per garantire un apporto equilibrato.

Uno degli easy boost più utilizzati in coltivazioni di cannabis è “Easy Roots,” un prodotto ricco di microrganismi benefici che stimolano lo sviluppo delle radici, migliorando l’assorbimento delle sostanze nutritive e aumentando la produttività delle piante.

La scelta dei fertilizzanti per cannabis giusti dipende da vari fattori, tra cui la fase di crescita, il tipo di coltivazione, e le specifiche esigenze delle piante. È importante monitorare attentamente la composizione dei fertilizzanti e seguire le indicazioni di dosaggio per evitare sovra-alimentazione o carenze micro nutritive.

In conclusione, l’aggiunta di fertilizzanti per cannabis è un elemento chiave in ogni progetto di coltivazione. La corretta scelta e applicazione dei fertilizzanti possono fare la differenza nella qualità del raccolto e nella produttività complessiva delle piante di cannabis. Con una corretta gestione delle sostanze nutritive, è possibile ottenere risultati eccezionali nella coltivazione di marijuana.

utilizzare i fertilizzanti per la cura delle piante

Come utilizzare i fertilizzanti per la cura delle piante di cannabis? Il dosaggio adeguato

Quando si tratta di coltivare piante di cannabis, l’uso di fertilizzanti per l’ottimizzazione del terreno, è fondamentale per garantire uno sviluppo sano e una produzione abbondante durante tutti i momenti della coltivazione, dalla germinazione alla fioritura. Concentriamoci ora sul dosaggio adeguato di NPK (azoto, fosforo, potassio) e sul ruolo chiave di sostanze come Easy Boost, Easy Roots, e altri stimolatori.

Durante il ciclo di vita delle piante di cannabis, è cruciale fornire loro la giusta quantità di sostanze nutritive, e il dosaggio corretto di NPK gioca un ruolo fondamentale. Durante la crescita vegetativa, le piante hanno necessità di un fertilizzante ricco in azoto (N) per favorire la crescita delle foglie e della struttura vegetativa. È possibile utilizzare concimi liquidi o in polvere appositamente formulati per questa fase, assicurandosi di rispettare le dosi consigliate sulle confezioni dei prodotti.

Nella fase di fioritura, le esigenze delle piante cambiano, e diventa cruciale fornire una quantità adeguata di fosforo (P) e potassio (K). Questi elementi sono essenziali per sostenere una fioritura rigogliosa e una produzione di resina ottimale. Booster specifici per la fioritura, come Easy Boost, possono essere introdotti per garantire una spinta extra di questi stimoli fondamentali.

Le piante di cannabis coltivate in giardino all’aperto possono trarre vantaggio dalle sostanze naturali presenti nel terreno, ma può essere necessario integrare con concimi liquidi o in polvere per garantire un bilanciato apporto di sostanze nutritive. Scegliere un fertilizzante o l’altro dipenderà dalle specifiche esigenze delle piante e dalle differenze nel terreno.

Easy Roots è un prodotto ricco di microrganismi benefici, ideale per stimolare la crescita delle radici e migliorare l’assorbimento delle sostanze nutritive. L’uso di stimolatori come Easy Roots può fare la differenza nella salute generale delle piante di cannabis e nella loro capacità di sfruttare al massimo i nutrienti disponibili.

Quando si dosano i fertilizzanti, è importante seguire attentamente le indicazioni sulla confezione. Sovradosare può essere dannoso per le piante, causando problemi di nutrizione e danneggiando il substrato. Monitorare la crescita delle piante è essenziale per apportare eventuali correzioni nel dosaggio.

L’uso dei fertilizzanti per la cannabis richiede una comprensione approfondita delle esigenze delle piante durante le diverse fasi della loro vita. Con una corretta applicazione di concimi, booster, e stimolatori, è possibile massimizzare la produzione e la qualità del raccolto. Sperimentare con diverse tipologie di fertilizzanti e adattare il dosaggio alle esigenze specifiche delle piante può portare a risultati eccellenti nella coltivazione di marijuana.

Quali sono i problemi più comuni con i nutrienti della cannabis

Troppi o pochi nutrienti possono rallentare o danneggiare la crescita e la fioritura della pianta. Vediamo quali sono i problemi principali:

  • ph di sostrato, acqua o stimolatori squilibrati;
  • bruciatura o blocco degli stimoli (eccesso o accumulo di stimoli nel substrato o nelle radici della pianta);
  • eccesso o carenza di stimoli: nel primo caso l’eccesso può “bruciare” la pianta, nel secondo causare sintomi gravi e compromettere la crescita.

Si può rimediare a questi problemi usano il prodotto giusto fertilizzante per ogni fase di vita della pianta.

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Conclusioni

La pianta di cannabis necessita di stimoli che i coltivatori normalmente utilizzano per favorire la crescita. Così come per il trattamento dei parassiti della cannabis, in commercio esistono fertilizzanti, sia organici che chimici, che aiutano i coltivatori ad apportare il giusto quantitativo di stimoli alla pianta a seconda della fase in cui si trova.

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