La storia completa della cannabis: dall’antichità fino ai giorni nostri

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Modificato il: 18/10/2023

Scopri la storia della pianta più discussa del mondo

Se hai deciso di aprire questo articolo significa che anche tu fai parte di quel gruppo di curiosi che vorrebbe conoscere la storia completa della cannabis.

E in questo articolo è proprio quello che faremo! Partendo dalle più antiche origini fino ai giorni nostri, scopriamo la storia di una delle piante più versatili e dibattute del mondo.

Iniziamo!

Cannabis: dove ha avuto origine?

Si è molto dibattuto sulle origini geografiche della cannabis; per esempio, ci sono alcuni documenti che dimostrano che già nel Medioevo l’uomo ha tentato di individuare il luogo di nascita di questa pianta, ipotizzando che si trattasse dell’India e della Cina.

Oggi si ha una ragionevole certezza riguardo l’origine centro-asiatica della cannabis, ma questo non basta ai ricercatori che lavorano costantemente per svelare il mistero sulla vera origine di una delle piante più versatili e discusse dall’uomo.

Nonostante le difficoltà del caso, i ricercatori non si sono dati per vinti e hanno continuando a studiare la cannabis.

Come hanno fatto?

Hanno utilizzato una tecnica statistica che coinvolge i pollini fossili delle Cannabaceae: si tratta di un metodo che aiuta a differenziare i pollini di altre piante comuni. A quanto pare, è emerso che l’altopiano tibetano nord-orientale, e precisamente la zona del lago Qinghai, sia effettivamente il centro d’origine della cannabis.

Successivamente, si pensa che la pianta si diffuse:

  • verso ovest, in Europa e in Russia;
  • verso est, approdando in Cina.

L’uomo non ci ha poi messo molto a comprendere l’utilità della pianta, che fornisce un’ottima fibra tessile, e cominciò a essere coltivata e commercializzata.

In particolare, la cultura cinese si interessò maggiormente alle potenzialità curative, utilizzandola sotto forma di bevanda e di fumo, mentre la coltura della cannabis per usi tessili ha un’antica tradizione in Italia, in gran parte legata all’espandersi delle Repubbliche marinare, che la utilizzavano largamente per le corde e le vele delle navi.

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Storia della cannabis: dalla Preistoria al Medio Oriente

Le prime prove dell’utilizzo della Cannabis da parte dell’uomo risalgono già a partire dal Neolitico – periodo dell’Età della pietra che va dal 10.000 a.C al 3.500 a.C.

Quali prove? Parliamo di ritrovamenti di semi fossilizzati.

Ma c’è un dato ancora più sorprendente: sapevi che il manufatto umano più antico è un pezzo di stoffa di canapa che risale all’8.000 a.C.? A questo periodo, poi, risalgono proprio le prime testimonianze di coltivazione della cannabis in Cina per la produzione di tessuti.

Luogo e data derivano anche dalla scoperta di antichi frammenti di ceramica – su cui sono rimasti impressi i segni dei cordoni di canapa – provenienti dalla Cina Moderna e da Taiwan. Risalgono invece alla Mesopotamia, ovvero l’attuale Iraq e le zone limitrofe, i primi ritrovamenti di tessuti realizzati in fibre di canapa.

Spostandoci poi nei Paesi arabi, la resina della pianta di canapa fu consumata per secoli per le sue proprietà di alterazione della mente, in particolare dagli Hashashin, in Siria.

In effetti, il termine Hashashin dall’arabo significherebbe proprio ‘dediti all’hashish’ o ‘fumatore di hashish‘.

Ma non è tutto.

La cannabis fu anche utilizzata dal popolo assiro, che ne apprese le proprietà psicoattive dagli Arii; grazie a questi ultimi, fu fatta conoscere e utilizzare anche a Sciti e Traci, che cominciarono a farne uso durante i loro riti religiosi.

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Storia della canapa: dal 2000 a.C. al 500 d.C.

Dal 2000 all’800 a.C. l’utilizzo della canapa si diffuse anche in Giappone, in Corea e nel subcontinente indiano. L’Atharvaveda, una raccolta di testi religiosi dell’antica india, consacrano la canapa addirittura come erba sacra in tutto il Paese.

Intorno al 1200 a.C. la Canapa sativa si diffuse anche nell’antico Egitto: lo dimostra la scoperta di una tela in fibre di canapa rinvenuta all’interno della tomba del faraone Alchanaten.

In seguito, tra l’800 e il 200 a.C., la canapa e i prodotti da essa derivati si diffondono nell’intera Asia, ma anche nel Nord Africa e nelle regioni mediterranee orientali. Poi, il popolo degli Sciti diffuse la pianta nella Germania moderna, mentre dal 200 a.C. gli storici greci notarono i suoi benefici contro infiammazioni, edemi e mal d’orecchi.

Nel periodo compreso tra il 200 a.C il 500 d.C., gli artigiani cinesi produssero per la prima volta la carta di canapa e gelso, tant’è che gli scribi delle zone mediterranee e del Giappone iniziarono a utilizzarla per scrivere.

La Cannabis arriva (finalmente) in Occidente: dall’Era Moderna al colonialismo

Diversi studi hanno dimostrato che a partire dal 500 d.C. la canapa raggiunse l’Occidente, quasi sicuramente attraverso gli spostamenti delle tribù nomadi.

Con il passare degli anni, poi, il suo uso si diffuse nell’intera Eurasia, e le invasioni dei Mori del 700 la portarono fino alla penisola iberica.

Ecco che iniziò dunque la produzione di corde e funi in Russia, in Grecia, in Spagna e in Gran Bretagna.

Ma non è tutto.

Sapevi che nel 1492 le funi e le vele delle caravelle di Cristoforo Colombo erano realizzate interamente in fibre di canapa? Non a caso le vele prendevano allora il nome di canvas (che noi traduciamo come ‘tela’), che deriva dal latino cannabis e significa ‘fatto di canapa’.

Non c’è da sorprendersi se questa pianta ebbe un ruolo indispensabile nell’antichità, in particolare per realizzare tessuti, funi e vele.

Di fatto, nel 1533 il Re Enrico VIII d’Inghilterra ordinò ai contadini inglesi di coltivare cannabis per sostenere la Royal Navy – la marina militare britannica –: se si fossero rifiutati, avrebbero ricevuto una sanzione molto salata!

Il ruolo fondamentale della cannabis in America

Dal 1600 in poi nacquero le prime piantagioni di canapa a Jamestown, il primo insediamento britannico nelle Americhe, dove le piante venivano utilizzate per produrre combustibile per le lampade, vestiti molto resistenti, armamenti delle navi e tanto altro ancora.

È proprio in questo periodo che i primi coloni producevano canapa destinata a varie applicazioni e usi, come corde, abiti e tele per ricavare le vele delle imbarcazioni – ancora una volta.

Ma non finisce qui.

Dalla pianta veniva estratto anche l’olio cbd, attraverso delle presse per la frantumazione dei semi oleosi, come appunto la canapa e il lino.

Poi, intorno alla fine del 1700, tutti i contadini delle colonie americane furono obbligati per legge a produrre canapa come coltura principale dei loro campi.

Nel 1776 vennero redatte la Dichiarazione d’Indipendenza e la Costituzione degli Stati Uniti. Indovina un po’ quale materiale venne utilizzato?

Naturalmente la carta di canapa!

Anche le prime versioni della bandiera americana – la Old Glory – furono realizzate in fibre di canapa (probabilmente affinché potessero resistere all’erosione dell’aria salmastra).

Nel XIX secolo, la canapa venne sancita come forma di moneta fiduciaria in America, e nel territorio iniziarono a nascere le prime cittadine con nomi come Hempfield e Hempstead (dalla parola inglese ‘hemp’ che significa, appunto, canapa).

Nel 1850 in America vennero registrate circa 8500 piantagioni di canapa, a dimostrazione del fatto che questa pianta aveva riscosso un enorme successo al livello mondiale.

A proposito…

L’utilizzo delle fibre di canapa per la creazione di vele e cordami trovò il suo apice in Italia, con l’espandersi delle Repubbliche Marinare; in poco tempo si creò un vero e proprio business intorno alla pianta e l’Italia divenne il secondo produttore mondiale di canapa, con quasi 1000 ettari di terreni coltivati, e primo fornitore della Marina Britannica.

l'importanza della canapa negli Stati Uniti | Justbob

XX secolo: il settore della canapa entra in crisi

1916: una statistica del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti fa notare come le piante di canapa producano quantità di pasta di cellulosa ben quattro volte maggiori rispetto al classico legname. In altre parole: il settore della canapa continua a crescere e prosperare.

Ma improvvisamente, nel 1937, la situazione cambia drasticamente.

Viene pubblicato il Marijuana Tax Act, una normativa che dette il via al proibizionismo nei confronti della produzione, del commercio e dell’uso di tutti i ceppi di cannabis, anche quelli della canapa light

Il motivo?

Essa si basava prevalentemente sugli effetti psicotropi della marijuana, e le tasse da essa imposte rendevano proibitiva la coltivazione della canapa su qualsiasi scala.

Ecco che dunque inizia l’inevitabile tracollo di questo prodotto, tanto che l’ultimo raccolto di canapa industriale in America avvenne nel 1957.

Fortunatamente la richiesta crescente di canapa nei decenni successivi portò il Governo statunitense ad abolire le restrizioni riguardo l’importazione di semi e di olio di canapa a uso esclusivamente alimentare, permettendo una nuova crescita del settore fino ai giorni nostri.

La canapa torna in auge nel XXI secolo

Nel 2004, la nona Corte d’Appello degli Stati Uniti emise un’importante sentenza che avrebbe cambiato per sempre le sorti della marijuana.

L’istituzione si schierò con la Hemp Industries Association e contro la Drug Enforcement Administration, decretando che da quel momento erano consentite l’importazione e la vendita permanente di canapa a uso alimentare e per la realizzazione di prodotti per la cura della pelle.

Ma non è finita qui.

Nel 2007  due agricoltori del Nord Dakota ricevettero il permesso di coltivare canapa. Bada bene, questo non è per nulla scontato: infatti, si trattavano dei primi permessi dopo ben cinquant’anni di proibizionismo!

A poco a poco la coltivazione di canapa industriale e a fini di ricerca venne autorizzata in tutti gli Stati Uniti, mentre il commercio al dettaglio dei prodotti a base di canapa crebbe sempre di più fino ad arrivare, nel 2016, a ben 688 milioni di dollari.

Qual è la situazione oggi?

Al momento numerosi Stati Americani hanno depenalizzato la coltivazione di cannabis anche a uso personale e terapeutico e guadagnano milioni e milioni di dollari l’anno. Non si può però dire lo stesso del nostro Paese, dove gli esponenti del Governo continuano a litigare sulla legalizzazione della cannabis light.

Ad ogni modo, sappiamo che oggi è possibile acquistarla presso i rivenditori autorizzati, come Justbob, il portale di riferimento che offre la cannabis light della migliore qualità, nel pieno rispetto della legge.

Leggi anche: I possibili usi della cannabis light per l’aromaterapia

Approfondimento: le origini della Cannabis sativa, indica e ruderalis

Per diverso tempo gli studiosi hanno dibattuto sulla possibile esistenza di diverse specie di cannabis: nel 1753, Carlo Linneo (1707-1778) decretò l’esistenza di un’unica specie, ovvero la Cannabis sativa, tipica di zone caldo-umide come Thailandia, Cambogia, America Centrale. Questa specie è caratterizzata da due fattori principali:

  1. da uno sviluppo prettamente verticale, quindi verso l’alto;
  2. da una rapida crescita vegetativa.

Ma perché venne chiamata così?

Il ricercatore svedese scelse questo nome poiché descriveva le caratteristiche fisiche della pianta; infatti, mentre ‘cannabis’ significa ‘simile a una canna’, la parola ‘sativa’ significa ‘utile’.

Utile, esatto.

Questo perché la pianta ha molteplici utilizzi, e in antichità veniva sfruttata soprattutto per la produzione di cordami e vele, sotto forma di olio e per il mangime del bestiame. Ancora oggi la canapa viene coltivata per la produzione di ottime fibre tessili e nella bioedilizia.

In seguito, precisamente nel 1785, il naturalista e biologo evoluzionista francese Jeanne-Baptiste de Lamarck (1744-1829) osservò altri esemplari provenienti dall’India, che si differenziavano per:

  • la larghezza delle foglie;
  • uno sviluppo in altezza meno pronunciato;
  • un profilo psicoattivo molto più elevato.

Lo scienziato decise dunque di chiamare questa nuova specie Cannabis indica, dove l’aggettivo sta appunto per ‘indiana’.

È stata poi individuata una terza specie di Cannabis, nominata dai botanici ‘ruderalis’ – da ‘ruderal’, che cresce tra i rifiuti – e classificata come pianta infestante, ovvero sfuggita all’addomesticatone dell’uomo.

Spesso la Cannabis ruderalis viene associata alla canapa (tipo di cannabis ibridata per contenere i livelli di THC), tuttavia – nonostante essa abbia livelli di THC molto bassi – rimangono sempre superiori a quelli della canapa e il suo unico scopo è l’ibridazione.

Ad oggi si tende a unificare le forme sotto un’unica specie, la Cannabis sativa appunto, prendendo in considerazione e dando peso al fatto che tutte le piante hanno la capacità di fecondarsi tra di loro producendo progenie fertile.

Per questo motivo, gli studiosi hanno deciso di comune accordo di identificare la indica e la ruderalis come due sottospecie o due diverse varietà della Cannabis sativa.

Conclusioni

Questo articolo aveva il proposito di fornire una panoramica quanto più completa dei coloro che hanno scoperto la marijuana e l’hanno usata in primis e, inoltre, la sua storia, partendo dalla preistoria fino ad arrivare ai giorni nostri.

A presto!


Takeaways sulla storia della Cannabis

  • L’origine della cannabis è stato oggetto di dibattito, ma attualmente si ha una ragionevole certezza che la pianta abbia avuto origine nell’altopiano tibetano nord-orientale, precisamente nella zona del lago Qinghai.
  • Dopo l’origine centro-asiatica, la cannabis si è diffusa verso ovest in Europa e Russia, e verso est in Cina.
  • L’utilità della pianta venne presto compresa dall’uomo che cominciò a coltivarla e commercializzarla. La cultura cinese si interessò maggiormente alle sue potenzialità curative, mentre in Italia si diffuse l’uso della cannabis per usi tessili.
  • Le prime prove dell’utilizzo della cannabis risalgono al periodo del Neolitico, dove furono ritrovati semi fossilizzati.
  • Il manufatto umano più antico risale all’8.000 a.C. ed è un pezzo di stoffa di canapa.
  • La cannabis fu utilizzata per secoli in Siria dagli Hashashin per le sue proprietà di alterazione della mente.
  • La cannabis fu anche utilizzata dal popolo assiro e fu fatta conoscere e utilizzare anche da Sciti e Traci durante i loro riti religiosi.
  • La canapa era già utilizzata in diverse parti del mondo tra cui l’India, la Corea, il Giappone, l’Egitto e il subcontinente indiano, fin dal 2000 a.C.
  • In India, la canapa era considerata una pianta sacra e utilizzata nei rituali religiosi, come indicato nei testi dell’Atharvaveda.
  • La canapa raggiunse l’Occidente intorno al 500 d.C., probabilmente attraverso gli spostamenti delle tribù nomadi.
  • Nel periodo dal 200 a.C. al 500 d.C., gli artigiani cinesi iniziarono a produrre carta di canapa e gelso, che venne poi utilizzata dagli scribi delle zone mediterranee e del Giappone.
  • La canapa divenne un’importante risorsa anche per la produzione di corde e funi, utilizzate per la costruzione di navi e vele.
  • La canapa è stata una pianta fondamentale per lo sviluppo dell’economia americana fin dal 1600, utilizzata per produrre diversi materiali come combustibile, abbigliamento, corde e vele per le navi.
  • Nel corso dei secoli, la canapa è stata obbligatoria per legge come coltura principale dei campi dei contadini americani, ed è stata utilizzata anche per creare la carta della Dichiarazione d’Indipendenza e la Costituzione degli Stati Uniti.
  • Nel XIX secolo, la canapa ha avuto un grande successo come forma di moneta fiduciaria e ha dato origine a molte città americane con nomi come Hempfield e Hempstead.
  • Nel XX secolo, la produzione di canapa ha subito una forte crisi a causa del Marijuana Tax Act del 1937, che ha imposto il proibizionismo sulla produzione e il commercio di cannabis, compresa la canapa.
  • Fortunatamente, la richiesta crescente di canapa nei decenni successivi ha portato alla fine delle restrizioni sull’importazione di semi e olio di canapa a uso esclusivamente alimentare, consentendo una nuova crescita del settore. Oggi, la canapa viene utilizzata in vari prodotti, tra cui alimenti, cosmetici, abbigliamento e persino materiali da costruzione sostenibili.

FAQ sulla storia della cannabis

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Dove ha avuto origine la cannabis?

La cannabis ha avuto origine in Asia centrale, nella zona del lago Qinghai in Cina, come dimostrato dallo studio dei pollini fossili delle Cannabaceae.

Come hanno fatto i ricercatori a individuare il luogo di origine della cannabis?

I ricercatori hanno utilizzato una tecnica statistica basata sui pollini fossili delle Cannabaceae, che ha permesso di differenziarli da quelli di altre piante. Grazie a questa tecnica è stato possibile individuare la zona del lago Qinghai in Cina come il centro di origine della cannabis.

Come è stata utilizzata la cannabis nel corso della storia?

La cannabis è stata utilizzata per molti scopi, come la produzione di fibre tessili, la medicina e il fumo. In Cina era utilizzata soprattutto come rimedio curativo, mentre in Europa e in Russia è stata diffusa soprattutto per la produzione di fibre tessili. In Italia, invece, la cannabis ha una lunga tradizione nella produzione di corde e vele per le navi delle Repubbliche marinare.