Modificato il: 11/09/2025
Approfondimento sulla resina ottenuta dalla marijuana: scopri cosa fare con la resina dell’ erba, i principali utilizzi e come si estrae
Quando le piante di canapa legale arrivano a completa maturazione, sulla superficie dei loro calici e sui fiori inizia a svilupparsi un gran numero di tricomi: sono loro i responsabili della produzione di resina.
La resina della cannabis è quella sostanza appiccicosa (somigliante al miele) che viene utilizzata per produrre hashish legale e tanti altri prodotti e che, allo stesso tempo, è indispensabile per la crescita e la difesa delle piante di canapa.
Sei curioso di saperne di più?
Qui puoi scoprire quali sono i principali utilizzi della resina e in che modo viene estratta.
Resina: che cos’è e perché le piante la producono
Quando capita di parlare di marijuana legale, il più delle volte la vera protagonista del discorso è la resina – chiamata anche ‘polline’ – la preziosa sostanza dalla quale si estrae il CBD e si producono tanti derivati (come hashish e kief).
In natura le piante di cannabis producono questa sostanza per difendersi dagli attacchi parassitari, per scoraggiare le razzie da parte di eventuali predatori erbivori e per difendersi dalle muffe.
Ma non solo: la produzione di resina ha anche lo scopo di difendere le piante di canapa dalle folate di vento più violente e dai raggi solari.
Viste le sue innumerevoli proprietà, la resina di canapa legale è diventata anche uno degli obiettivi primari dei canapicoltori.
Curando al meglio la crescita delle piante di marijuana e la qualità dei tricomi, è anche possibile ottenere un buon quantitativo di resina caratterizzata dalla presenza di profumatissimi terpeni.
Ma come si estrae questo prodotto?
Leggi anche: Cannabis light con più CBD: ecco la selezione di Justbob


Come estrarre la resina dalla canapa
I metodi con i quali è possibile estrarre la resina dalla pianta di marijuana sono molteplici: alcuni sono più semplici e possono essere realizzati praticamente ovunque, mentre altri sono più complicati e possono essere messi in pratica esclusivamente in laboratorio.
Uno dei metodi più conosciuti in assoluto è quello dell’estrazione Ice Water: immergendo cime e foglie in un recipiente pieno d’acqua a una temperatura che va dai 2°C in giù, è possibile isolare i tricomi. Questi si staccano autonomamente e rimangono nell’acqua, dopodiché è possibile raccoglierli e accorparli.
Molto comune è anche l’utilizzo dell’anidride carbonica: questo metodo di estrazione può essere eseguito esclusivamente in un laboratorio attrezzato, e permette di ricavare elevati quantitativi di resina di ottima qualità.
Sempre in laboratorio vengono utilizzati alcuni solventi chimici, tra i quali spicca il gas butano: questo sistema permette di ottenere un prodotto pulito e puro, in quanto non presenta il rischio di estrarre sostanze superflue (come la clorofilla). Tuttavia il prodotto che si riesce a ottenere non è tantissimo.
Tra i metodi più casalinghi, invece, c’è l’estrazione Dry Soft: questo metodo consiste nell’introdurre le componenti della pianta all’interno di un sacchetto a maglia larga (dopo averle riposte in freezer per qualche ora) e fare in modo che i tricomi della cannabis, staccatisi dalle cime, fuoriescano dal sacchetto.
Per ultimo, il metodo Rosin Tech: tramite una piastra per capelli – o qualcosa di simile– si favorisce il rilascio della resina in forma liquida, che poi viene riposta su un apposito foglio di carta oleata per poi essere utilizzata.
Ma a proposito di utilizzi, quali sono i principali?
Resina di cannabis: caratteristiche, derivati e mercato
La resina di cannabis è senza dubbio una delle parti più affascinanti della pianta, perché racchiude in sé una straordinaria concentrazione di cannabinoidi, cere, terpeni e altre sostanze che definiscono il suo profilo unico. Non a caso, la resina CBD e i suoi derivati hanno conquistato il mondo, diventando oggetto di studio e di consumo in moltissimi casi, sia per i presunti benefici legati al benessere e al sistema immunitario, sia per le sue applicazioni pratiche in diversi settori.
Dal punto di vista della preparazione, esistono molte tecniche di estrazione: il bubble hash è un esempio emblematico, nato proprio per isolare la massa resinosa tramite acqua e ghiaccio. In Italia, come in altri Paesi europei, questi processi si svolgono sempre più spesso con tecnologie moderne, in grado di garantire un risultato pulito e privo di residui indesiderati come le clorofille. Alcuni metodi sfruttano addirittura speciali siringhe o filtri che permettono di ottenere un estratto molto puro, ideale come base per altri prodotti.
Il vero punto di forza della resina è la sua concentrazione di cannabidiolo (CBD), che in alcune genetiche si accompagna a piccolissime tracce di THC, restando comunque all’interno dei limiti di legge. Proprio questa caratteristica ha reso la resina un derivato tra i più richiesti sul mercato della cannabis light. La combinazione di principi attivi, terpeni e cere offre non solo un’esperienza sensoriale particolare, ma anche un potenziale legato alla salute e al relax quotidiano.
In un articolo dedicato alla resina non si può dimenticare che, se da un lato essa è un componente essenziale per la difesa della pianta, dall’altro è la materia prima più preziosa per creare hashish e altri preparati. La sua preparazione, infatti, è il punto di partenza di un intero processo che porta sul mercato prodotti diversificati, capaci di soddisfare esigenze differenti: dal collezionista curioso fino all’appassionato che ricerca qualità ed indice di purezza elevato.
Che si parli di una tazza di caffè arricchita con resina, di un consumo topico per la pelle o di un uso più tradizionale legato allo hashish, tutto parte sempre da questo estratto straordinario. È quindi evidente che la resina di cannabis non sia soltanto un sottoprodotto della pianta, ma una vera e propria materia di valore, in grado di fare la differenza nell’universo dei derivati della cannabis.


Resina al CBD: come si usa?
Nei Paesi in cui è consentito fare uso di cannabis light e dei suoi derivati, la resina estratta dalla pianta viene usata in diversi modi e per molteplici scopi.
Il CBD, contenuto in diverse percentuali nella resina ricavata dalla cannabis, pare avere diversi effetti positivi sull’organismo umano:
- allevia dolori e infiammazioni;
- ha un effetto rilassante e calmante;
- aiuta a dormire chi soffre d’insonnia;
- è un toccasana per varie patologie della pelle.
Vediamo nel concreto come si utilizza la resina di marijuana.
Per quanto riguarda il dosaggio come per l’olio di CBD di solito si utilizza un contagocce: in questo modo è possibile estrarre piccolissime dosi di resina e non eccedere con i quantitativi di un prodotto molto concentrato.
La resina si può assumere per via orale, ingerendo il prodotto sotto la lingua, in modo che possa essere assorbito velocemente dalle mucose; altrimenti si può introdurre nell’organismo tramite alimenti e bevande.
Il primo metodo permette di beneficiare degli effetti delle sostanze contenute nel polline più rapidamente.
Assumendo la resina tramite il caffè o altre bevande calde, invece, i tempi di azione del CBD e delle altre sostanze contenute nella resina si allungano.
Spesso la resina viene utilizzata anche sulla pelle.
L’applicazione topica di questo prodotto ha lo scopo di lenire problematiche di vario genere, come le dermatiti, la psoriasi, le eruzioni cutanee e tanto altro.
Naturalmente, come anche le infiorescenze, la resina (o polline) della marijuana viene assunta anche sotto forma di fumo, ma al contrario dell’olio CBD non può essere vaporizzata per via della sua consistenza.
Detto questo, è molto importante ricordare che la resina al CBD può essere utilizzata solo nei Paesi in cui per legge è consentito; inoltre, prima di farlo è preferibile richiedere un parere medico.
Leggi anche: Coltivare canapa industriale: i guadagni ci sono davvero?
Per concludere
La resina della cannabis è un prodotto dalle mille proprietà.
Oltre ad essere essenziale per le piante, per via dei suoi alti quantitativi di CBD e dei suoi aromi, la resina è molto apprezzata anche dall’essere umano.
Se anche tu ami le qualità della cannabis light, e per questo hai deciso di collezionare le sue infiorescenze e alcuni dei suoi derivati, ti invitiamo a dare un’occhiata al nostro negozio online Justbob: vasta scelta di prodotti, prezzi competitivi e consegne veloci e anonime sono a tua disposizione tutti i giorni.
Visita il nostro cannabis light shop.
Ti aspettiamo!