Consumo cannabis Italia: statistiche e dati aggiornati

consumo di cannabis in Italia

Modificato il: 05/08/2025

Ti piacerebbe sapere quanti italiani fanno uso di cannabis? Ecco i numeri emersi da varie statistiche

Il consumo di cannabis in Italia è in notevole aumento rispetto a qualche anno fa, nonostante sia tuttora illegale.

Citando i dati dell’EMCDDA, il 32% della popolazione italiana, di età compresa fra i 15 e i 64 anni, asserisce di aver fatto uso di cannabis, seppur occasionalmente, almeno una volta nella vita.

Trattasi di una percentuale importante che colloca il Belpaese sul podio in termini di consumo di questa sostanza. L’Italia è terza tra i Paesi dell’Unione Europea, preceduta di un soffio solamente da Danimarca e da Spagna, le cui percentuali sono del 32,5% e del 32,1%.

Fanalino di coda della classifica in oggetto è la Romania, dato che in quest’ultimo caso solo l’1,5% della fascia di popolazione tra i 15 e i 64 anni dichiara di aver consumato marijuana almeno una volta nella vita.

La cannabis si dimostra la sostanza psicoattiva maggiormente apprezzata in Italia

Inutile negarlo. Nel momento in cui si tirano in ballo le statistiche relative ai dati sul numero di consumatori di cannabis, le discussioni non mancano di certo.

In una delle ultime relazioni annuali del Parlamento si è messo in evidenza come il numero stimato di utilizzatori finali di cannabis nel nostro Paese si attesti attorno ai 6,2 milioni. Poco meno di 2 milioni fumerebbe cannabis in maniera assidua.

Come si evince dai suddetti numeri, la cannabis è per distacco la sostanza psicoattiva maggiormente apprezzata nel nostro Paese, oltre che la più diffusa.

Ma quali sono le reali motivazioni che inducono gli italiani a consumare cannabis?

Il fatto che in Italia sia illegale la canapa con effetto stupefacente è risaputo. Tuttavia, esistono una miriade di usi e svariate forme alternative. Fare delle distinzioni nel momento in cui si porta a termine uno studio statistico è semplicemente doveroso.

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Cime di cannabis

Cannabis a uso ricreativo: cosa occorre sapere al riguardo?

Quando parliamo di cannabis a uso ricreativo vogliamo fare riferimento a quella con una concentrazione di THC maggiore dello 0,5%. Fumare marijuana nel nostro Paese è illegale.

Facendolo, si compie un illecito amministrativo che comporta sanzioni, ammonimento formale, multe e segnalazione alla prefettura. Lo stesso discorso è perfettamente valido anche in relazione alla coltivazione domestica della cannabis. L’uso personale della marijuana, infatti, è vietato dalla legge.

Il discorso, però, cambia nel momento in cui si ha a che fare con la cannabis light: in questo caso, il limite massimo di THC è 0,2%.

La Legge numero 242 sancisce che la cannabis legale non sia catalogabile come una sostanza psicoattiva.

Capitolo a parte lo merita il CBD. La sua presenza fa sì che l’utilizzo della cosiddetta ‘erba legale’ sia connesso a diversi campi: cosmetica e parafarmacie su tutti.

Come si è già avuto modo di evidenziare, i trend sono in forte aumento. Per ciò che concerne, invece, la cannabis terapeutica, la legalizzazione in Italia è avvenuta già nel 2006. Tuttavia, la distribuzione spetta solo agli organi militari.

A questo punto, è bene fare una disamina sulle numerose categorie di cannabis, mettendo in evidenza la loro diffusione in Italia, sulla base degli ultimi dati disponibili.

In Italia, a fruire maggiormente di cannabis sono i cittadini con età inferiore ai 34 anni.

Anche la fascia di anziani, nota come ‘over 55‘, è in forte ascesa. Tuttavia, la loro percentuale sui numeri complessivi è relativamente bassa: solo l’1,7% di questi ultimi consuma con regolarità cannabis legale.

Come mai in Italia, il tema cannabis non è ancora sdoganato? La parziale illegalità rientra tra gli ostacoli principali che, tuttora, non sono stati ancora aggirati.

Lo stesso discorso è perfettamente valido anche per quanto riguarda l’educazione cattolica che ha contribuito in modo palese a stigmatizzare questa pianta. Eppure, le sue proprietà in termini terapeutici e nell’ottica del benessere fisico sembrano essere più virtuose che mai.

L’età è uno dei fattori che incide in modo più rilevante in rapporto al consumo di cannabis

Secondo recenti statistiche, come ad esempio lo studio europeo EMCCDA, il consumo di cannabis dilaga sempre più tra i giovani, e non stiamo parlando di canapa light.

Gli adolescenti, soprattutto gli studenti liceali e universitari, sono soliti prediligere l’assunzione collettiva della cannabis, per sentirsi parte del gruppo.

Con il passare degli anni, le cose cambiano. A mutare sensibilmente, infatti, sono sia le abitudini sia le motivazioni dei fruitori.

Si è soliti utilizzare la cannabis in solitudine per contrastare lo stress tipico della routine e i ritmi sempre più frenetici della vita quotidiana. Sono, infatti, in molti gli italiani che al termine di una giornata lavorativa piuttosto impegnativa, hanno bisogno di staccare la spina.

L’abitudine in oggetto va per la maggiore tra i residenti nelle grandi metropoli, dove vi sono tanti professionisti che hanno un’agenda professionale densa di appuntamenti e che conducono una vita stressante o magari dormono male.

Quante volte questi ultimi, perennemente affaccendati, dichiarano che per loro le giornate dovrebbero durare almeno 48 ore per portare a termine tutti gli incarichi?

Sono ben 6,5 milioni coloro che in Italia dichiarano di aver fatto uso di cannabis nell’ultimo anno.

Consumo cannabis Italia: un fenomeno in crescita tra percezione sociale e mercato

Il consumo di cannabis in Italia rappresenta un fenomeno complesso e in continua evoluzione, inserito nel più ampio contesto dell’uso di sostanze psicoattive e droghe leggere nella popolazione. Secondo le più recenti ricerche, nonostante il divieto di utilizzo per la cannabis ad alto contenuto di THC, l’interesse da parte delle persone non accenna a diminuire. Anzi, in alcuni casi si parla di vero e proprio abuso, specialmente nelle fasce giovanili.

Il tema della cannabis in Italia è spesso trattato in modo ambiguo: da un lato è vista come droga e collegata a tematiche legate alle tossicodipendenze; dall’altro, è oggetto di un crescente riconoscimento per i suoi potenziali benefici, specialmente a livello terapeutico e sul sistema nervoso centrale. Questa doppia percezione alimenta il dibattito pubblico e politico, portando anche a una maggiore produzione di contenuti informativi e a un aumento dell’attenzione mediatica.

Il mercato della cannabis legale (light), inclusi i suoi derivati, è in forte espansione. Le stime indicano un fatturato in crescita, con la creazione di nuovi posti di lavoro, specialmente nei settori agricolo, commerciale e della distribuzione. Nonostante questo, in Italia il traffico illegale di cannabis rimane responsabile di una buona parte dei consumi, accanto a quello di altre sostanze come cocaina ed eroina.

Molte persone scelgono la cannabis come alternativa più “sicura” rispetto ad altre droghe, anche se manca ancora un’adeguata informazione a livello istituzionale. Il Ministero della Salute, insieme ad altri organi statali, ha il compito di regolamentare e monitorare il fenomeno, ma la realtà sul territorio mostra che vi è un evidente calo di efficacia nel contrastare il traffico e l’abuso della sostanza.

Secondo alcune stime, l’Italia si trova in una fase delicata in cui la percezione sociale della cannabis è meno negativa rispetto al passato. Tuttavia, ciò richiede maggiore impegno a livello di contenuti educativi, campagne di sensibilizzazione, e un approccio che distingua nettamente l’uso personale responsabile da comportamenti legati alla dipendenza e alle tossicodipendenze.

In conclusione, questo articolo vuole offrire non solo informazioni numeriche ma anche spunti di riflessione per comprendere il livello di coinvolgimento della società italiana nel consumo di cannabis, e per analizzare le responsabilità dello Stato nella gestione del fenomeno.

Le foglie di cannabis

Qual è la città con maggiore consumo di cannabis in Italia?

Diverse statistiche mettono in evidenza come è Roma la città dove si fa maggiore consumo di cannabis.

Numeri alla mano, sono ben 14 le tonnellate che ogni anno i romani consumano.

Da notare altri due importanti dati statistici inerenti al binomio Capitale – cannabis. Il primo è che la Capitale è al sedicesimo posto su scala mondiale per quanto riguarda le città con maggiore consumo di cannabis.

Il secondo è che Roma è la città dove i trend di crescita sono maggiori: +19% negli ultimi 5 anni.

In questa particolare classifica, Milano e Napoli, le due metropoli più grandi del Belpaese, si aggiudicano rispettivamente la medaglia d’argento e quella di bronzo. Appena fuori dal podio, invece, ci finiscono Firenze e Bologna. 

Cannabis a uso medico

In passato, le importazioni di cannabis per uso medico dipendevano dall’Olanda. Poi, a partire dal 2006, con la normalizzazione, le cose in Italia sono cambiate. Dal 2017, con la coltivazione entro i confini nazionali e il controllo effettuato direttamente dal Ministero della Salute, i costi di vendita della sostanza si sono rivelati decisamente inferiori. E tutto ciò era ampiamente prevedibile.

Come ha reagito l’opinione pubblica al riguardo?

In modo molto positivo.

66 italiani su 100, secondo uno studio condotto da Eusphera, si sono dichiarati favorevoli all’assunzione di cannabis nel momento in cui occorre contrastare tutta una serie di problemi con cui in molti sono soliti confrontarsi nella quotidianità: ansia e depressione su tutte.

Stesso discorso anche per patologie più complesse.

Sono due le varianti attive in cui la cannabis a uso terapeutico viene distribuita: cannabis FM1 ed FM2. Di tutto questo se ne occupa lo Stabilimento Chimico farmaceutico Militare di Firenze.

Tenendo conto dei dati riportati dal Ministero della Salute, in Italia negli ultimi anni si è registrato un sensibile aumento di consumo di cannabis a uso medico.

Nel 2020 sono stati distribuiti dalle farmacie ben 664.940 grammi di cannabis. 4 anni prima, nel 2017, erano stati 162.475. E nel 2014 solamente 33.315.

Dove sono localizzati i maggiori consumatori di cannabis a uso medico?

Le regioni dove il suddetto consumo appare decisamente superiore sono l’Emilia Romagna, seguita dalla Toscana. Il Nord-Italia e la Puglia recitano il ruolo di fanalino di coda.

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Conclusioni

Come vedi, gli italiani che fanno uso di cannabis sono davvero tanti.

Detto ciò, ti ricordiamo che la canapa ad alto contenuto di THC è tutt’oggi illegale, mentre quella che ne possiede meno dello 0,2%, ossia la canapa light, può essere acquistata legalmente negli store autorizzati, mentre per quanto riguarda il suo consumo le leggi sono piuttosto fraintendibili.

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