Modificato il: 11/08/2025
Olio di CBD: può davvero alleviare l’infiammazione della gastrite?
L’olio CBD può davvero trattare la gastrite?
Se hai già fatto qualche ricerca, probabilmente ne avrai sentito di ogni genere: chi ritiene che questa sostanza sia efficace anche contro lo scioglimento dei ghiacciai, chi ritiene invece che non abbia alcun beneficio…
Dunque, come stanno davvero le cose?
Con l’obiettivo di fare chiarezza in merito, in questo articolo abbiamo raccolto tutte le informazioni sui potenziali benefici dell’olio di CBD contro la gastrite.
Gastrite: sintomi e possibili soluzioni per questa infiammazione
Se hai deciso di leggere questo articolo, sicuramente saprai già come si manifesta la gastrite.
Se però non hai le idee molto chiare, lo riassumiamo in due righe.
La gastrite si verifica quando il rivestimento dello stomaco diventa gonfio o infiammato, e può essere acuta o cronica: nel primo caso, la patologia tende a scomparire dopo poco tempo, nel secondo caso il gonfiore si può ripresentare più volte.
Il sintomo principale della gastrite, l’infiammazione, causa poi altri sintomi secondari.
Ecco i più comuni:
- dolore generale;
- mal di stomaco;
- indigestione;
- perdita di appetito;
- bruciore di stomaco;
- vomito;
- feci scure;
- singhiozzo.
Infine, lo stress della gastrite cronica aumenta la possibilità di sviluppare sintomi legati alla salute mentale.
Se non trattata, la gastrite cronica può portare a gravi complicazioni: per esempio, può dare un senso di sazietà al corpo prima del tempo o, nei casi peggiori, aumentare il rischio di cancro allo stomaco.
Per concludere, esiste anche una forma di gastrite chiamata ‘gastrite erosiva‘, capace di consumare il rivestimento dello stomaco. Come immaginerai, questo potrebbe provocare danni molto seri, come ulcere ed erosioni dolorose.
Per tale motivo, bisognerà sempre affidarsi al proprio medico curante, che saprà gestire la situazione al meglio.
Ma veniamo al dunque: l’olio di CBD può davvero aiutare a curare la gastrite?
Per rispondere a questa domanda occorre fare una premessa e introdurre il sistema endocannabinoide.
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Gastrite e sistema endocannabinoide: il ruolo essenziale dell’anandamide
Ognuno di noi possiede un sistema endocannabinoide, il quale ha la funzione di utilizzare e creare, per l’appunto, i cannabinoidi, sostanze presenti sia nella marijuana che nel corpo, e che regolano le funzioni quotidiane.
Il sistema endocannabinoide comprende:
- gli endocannabinoidi;
- i cannabinoidi prodotti dal corpo;
- i recettori CB1 e CB2.
Questi ultimi si legano ai cannabinoidi e inviano segnali ai tessuti e ai nervi collegati.
Per collegarci all’argomento centrale di questo articolo, molte delle funzioni regolate dal sistema endocannabinoide sono collegate allo stomaco e alla gastrite.
Cioè?
In parole semplici, se si assume un prodotto a base di cannabis quando si soffre di gastrite, i recettori utilizzano i cannabinoidi per inviare dei benefici al sistema digestivo.
Infatti, quando lo stomaco è irritato, le cellule immunitarie del rivestimento scatenano l’infiammazione, e qui entrano in gioco i recettori dei cannabinoidi, i quali rilasciano l’anandamide.
Aspetta, l’ananda cosa? 🧐
L’anandamide è un endocannabinoide creato dal corpo che influenza i sistemi fisiologici – come il dolore – e monitora la risposta dell’organismo al danno tissutale.
Quindi, aumentando l’anandamide nel corpo, è possibile regolare il dolore e l’infiammazione.
Il che ci porta alla questione centrale: il ruolo del CBD nel trattamento della gastrite.
Trattamento dei sintomi della gastrite con il CBD
Il CBD interagisce con il sistema endocannabinoide in maniera unica rispetto ad altri cannabinoidi (non solo con l’olio, ma anche con altri prodotti, come l’hashish cbd).
Mentre la maggior parte di questi si ‘attacca’ ai recettori, il CBD migliora la capacità sistema endocannabinoide di fare il suo lavoro, potenziando le funzioni dell’organismo.
Ricordi l’anandamide di cui abbiamo parlato poco fa?
Ecco, il CBD migliora la capacità dei tessuti di trattenere questo endocannabinoide, il che aiuta a controllare il dolore e l’infiammazione.
In particolare, il CBD è in grado di bloccare il FAAH, un acido grasso che scompone l’anandamide; riducendone gli effetti, l’organismo può dunque trattenere quantità maggiori di anandamide e lasciarla agire più a lungo.
Di conseguenza, meno infiammazione uguale minore sensazione di dolore.
Ma c’è di più.
Il CBD può essere utilizzato anche per controllare la nausea causata dalla gastrite.
Alcuni cannabinoidi sembrano ridurre il senso di nausea, anche se non è ancora comprovato il modo esatto in cui agiscono. Sappiamo però che il THC ha un ruolo significativo in questo.
In caso di sintomi emotivi come depressione o ansia, l’aumento dei livelli di anandamide può migliorare l’umore.
Esatto, l’umore.
Questo perché alcuni pazienti affetti da gastrite cronica sviluppano disturbi dell’umore a causa dello stress associato alla patologia.
L’anandamide promuove quindi sentimenti di rilassamento e felicità per trattare questi sintomi, rivelandosi particolarmente efficace.
CBD Gastrite: benefici e potenzialità nel trattamento di disturbi del tratto gastrointestinale
Negli ultimi anni, l’interesse per il CBD gastrite è cresciuto in modo significativo, soprattutto in relazione ai disturbi legati al reflusso gastroesofageo, alla nausea e vomito e ad altre problematiche che coinvolgono il tratto gastrointestinale. Numerosi studi e ricerche condotti in diversi paesi, inclusi gli Stati Uniti, hanno analizzato il legame tra il cannabidiolo e le sue proprietà terapeutiche per il sollievo dai sintomi associati a condizioni infiammatorie come la gastrite e la pancreatite.
Il CBD, estratto dalla pianta di canapa, interagisce con il sistema nervoso centrale e il sistema immunitario, modulando la risposta infiammatoria e contribuendo a ridurre la sensazione di dolore e il disagio causato dalla risalita di succhi gastrici nel caso di reflusso. La sua azione nel migliorare il funzionamento del sistema endocannabinoide, come già discusso, può avere un effetto positivo sulla mucosa gastrica, rafforzando la barriera protettiva e prevenendo danni più gravi.
In maggior parte dei casi, l’assunzione di CBD può rappresentare un valido supporto nella terapia di patologie croniche come il morbo di Crohn o la gastrite erosiva, riducendo i rischi associati a complicanze come l’ulcera o l’infezione da Helicobacter pylori. Il CBD si distingue inoltre per la sua capacità di influenzare positivamente l’umore e i disturbi associati allo stress, comuni in chi soffre di malattie croniche dell’apparato digerente.
È importante sottolineare che, nonostante i numerosi vantaggi osservati, la cura con CBD deve essere sempre affiancata a un controllo medico e a un’adeguata valutazione dell’interazione con eventuali farmaci già in uso. La scienza continua a indagare l’attività di questo materiale naturale per definire con maggiore dettaglio le migliori modalità di assunzione e i potenziali effetti collaterali.
In conclusione, il CBD rappresenta una promettente opzione di trattamento per la gastrite e altri disturbi gastrointestinali, grazie al suo ruolo nel modulare l’infiammazione e nel migliorare la qualità della vita di molte persone affette da queste condizioni.
Conclusioni
In questo articolo abbiamo visto il potenziale ruolo benefico dell’olio di CBD per trattare la gastrite.
Come avrai letto, il CBD interagisce in modo particolare con il nostro sistema endocannabinoide e, grazie alla sua azione, permette all’anandamide (endocannabinoide prodotto dal corpo) di agire più a lungo e ridurre l’infiammazione e il dolore.
Se dunque stai pensando di acquistare l’olio di CBD, ricordati sempre di rivolgerti al tuo medico curante e di scegliere solo prodotti di qualità.
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A presto!