Modificato il: 02/09/2025
La cannabis può interagire con gli antibiotici? Ecco cosa sostengono gli esperti
Cannabis e antibiotici assieme?
Se ti stai domandando quali possano essere le conseguenze, sei nel posto giusto.
Poiché c’è ancora tanta confusione in merito, questo articolo ha l’obiettivo di fare chiarezza.
Ecco perché adesso vedremo in che modo cannabis o canapa light e antibiotici vengono metabolizzati dall’organismo e cosa succede se vengono assunti insieme.
Pronti?
Partiamo!
Come vengono metabolizzati la marijuana e i farmaci nell’organismo
Con un impeccabile funzionamento interno, il nostro corpo dirige queste particelle esterne direttamente al fegato, per quello che viene chiamato ‘effetto di primo passaggio‘, la cui funzione è di intrappolare, ridurre ed eliminare rapidamente le tossine che potrebbero avvelenare il resto dell’organismo.
Il fegato ha il compito di ridurre le molecole in componenti ancora più piccoli che l’organismo può assorbire come nutrienti.
Ok, ma tutto questo cosa ha a che vedere con cannabis e antibiotici?
Per rispondere, occorre fare un passo indietro.
Nel nostro corpo ci sono particolari enzimi, chiamati citocromi, che si legano selettivamente a farmaci naturali e fabbricati, metabolizzandoli: grazie alla loro azione, riducono fino al 73% della potenza iniziale di un farmaco.
E cosa succede al restante 27%?
Ciò che resta del farmaco (o della cannabis e dei suoi derivati, come hashish cbd, o olio) circola nel nostro flusso sanguigno, raggiungendo tutti gli organi, compresi cervello, cuore e reni.
La funzione del nostro fegato è quella di ‘sopportare i colpi’, ed è un organo eccezionalmente resistente.
Tuttavia, esistono ‘metodi’ per eludere questo metabolismo di primo passaggio e bypassare il percorso naturale di digestione: iniettarsi, spalmarsi, inalare sostanze o persino impregnare direttamente le mucose consentirebbe alle molecole di entrare nel flusso sanguigno, evitando di essere intrappolate dal fegato.
Alcuni farmaci tradizionali (come gli inalatori e l’insulina) sono stati sviluppati proprio in quest’ottica.
Alcune droghe, come la cocaina o l’eroina, sfruttano questo vantaggio, con effetti drammatici, in quanto la potenza delle sostanze è prossima al 100% (appunto perché eludono il metabolismo epatico).
E gli antibiotici?
È noto che gli antibiotici ‘disturbino’ il sistema dei citocromi.
La ciprofloxacina, ad esempio, inibisce questi enzimi, influenzando così altri farmaci o metaboliti che utilizzano lo stesso sistema, potenziandoli.
Altri farmaci, invece, hanno l’effetto opposto. I sulfamidici o l’alcol, per esempio, accelerano il sistema del citocromo, che a sua volta accelera la metabolizzazione di altri farmaci, riducendone la potenza finemente regolata.
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Dunque, come interagiscono gli antibiotici con la marijuana?
Per cominciare, sappiamo che il sistema del citocromo metabolizza il THC.
Detto questo, non sappiamo se inibisca o attivi il sistema.
Con così tanti enzimi coinvolti nel sistema del citocromo, la cannabis può:
- inibirne alcuni;
- indurne altri;
- non avere alcun effetto su altri ancora.
Per questo motivo non sappiamo come gli antibiotici o altri farmaci possano influenzare la potenza del THC presente nella marijuana, o in altre sostanze da essa derivate, come ad esempio l’olio cbd.
Tuttavia, possiamo trarre un paio di conclusioni.
Innanzitutto, la maggior parte della cannabis viene inalata, non ingerita, quindi il primo passaggio viene saltato comunque.
In secondo luogo, la maggior parte dei pazienti ingerisce dosi così piccole di cannabis che è improbabile che influenzino il sistema citocromo. Al massimo, alcuni farmaci che accelerano l’efficienza del sistema citocromo potrebbero ridurre la potenza della cannabis.
L’utente può quindi bilanciare le dosi in base ai loro effetti.
Vi siete mai chiesti perché gli edibili di cannabis sembrano più potenti e durano più a lungo?
Come è possibile se il primo passaggio del metabolismo metabolizza il THC? Per spiegare questo dilemma possiamo ricorrere alla nostra vasta conoscenza del metabolismo.
Come abbiamo detto in precedenza, le particelle di cannabis (THC, CBD, ecc.) entrano nel sistema dei citocromi del fegato per essere ulteriormente metabolizzate. Si è scoperto che uno dei derivati della metabolizzazione del THC è l’11-idrossi-THC, più potente del THC perché rimane in circolo più a lungo nell’organismo.
Si tratta di una conseguenza involontaria del metabolismo che spiega come, in casi molto rari, alcuni metaboliti di farmaci siano più potenti dei loro precursori.
Interazione antibiotico e cannabis? Ecco che conclusioni possiamo trarre
Detto questo, ci sono prove aneddotiche che il THC combinato con vari tipi di farmaci peggiori gli effetti collaterali.
Farmaci come gli antidepressivi SSRI o gli anticolinergici (come la difenidramina e alcuni antipsicotici) sono noti per gli effetti collaterali spiacevoli, come la secchezza delle fauci o la perdita di equilibrio.
Il THC può peggiorare questi sintomi.
Ciò non significa che non possano essere utilizzati in combinazione; piuttosto, i pazienti devono annotare eventuali sintomi o effetti collaterali per informare il proprio medico.
Col tempo, i professionisti della salute avranno una conoscenza molto più approfondita del metabolismo della cannabis e delle interazioni da evitare.
Per il momento, è meglio mantenere un approccio cauto nel mescolare antibiotici e altri farmaci con la marijuana.
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Cannabis, CBD e antibiotici: cosa dice la scienza sul potenziale contro i batteri resistenti
Negli ultimi anni il mondo della medicina e della scienza ha iniziato a guardare con grande interesse al cannabidiolo (CBD), uno dei principali cannabinoidi presenti nella pianta di cannabis, non soltanto per i suoi effetti sul sistema immunitario e sul benessere generale dei consumatori, ma anche per il suo possibile ruolo nel contrasto ai batteri resistenti agli antibiotici.
Diversi studi hanno evidenziato che il CBD, e in alcuni casi altri composti presenti nell’erba, potrebbero esercitare un effetto sinergico con gli antibiotici, aumentando la loro efficacia contro ceppi di batteri gram positivi e persino contro alcuni batteri gram negativi. Questo fenomeno ha acceso l’attenzione dei ricercatori che da millenni studiano le proprietà delle piante in medicina e che oggi cercano nuove soluzioni per ridurre il rischio legato alle infezioni da batteri ormai resistenti agli antibiotici tradizionali.
Uno studio condotto su Staphylococcus aureus, uno dei principali batteri causa di gravi infezioni ospedaliere, ha mostrato che l’aggiunta di cannabidiolo a determinati antibiotici può rafforzarne l’azione, riducendo la sopravvivenza del microrganismo. In alcuni casi, la relazione tra CBD e antibiotici di classe macrolidi (come azitromicina ed eritromicina) suggerisce una potenziale sinergia che potrebbe aprire nuove strade nel trattamento di malattie difficili da curare, come la gonorrea o la meningite, entrambe causate da batteri gram negativi.
Dal punto di vista del meccanismo, alcune ricerche ipotizzano che i cannabinoidi possano alterare la membrana cellulare dei batteri, rendendoli più vulnerabili, mentre altre evidenziano il coinvolgimento degli enzimi del citocromo P450 nella metabolizzazione sia della cannabis sia degli antibiotici. Questo apre scenari interessanti ma anche la necessità di considerare con cautela possibili controindicazioni, soprattutto nei soggetti che fanno un uso combinato di cannabis e farmaci.
In generale, i dati oggi disponibili mostrano che il consumo controllato di cannabis o CBD non può ancora essere considerato una cura contro le infezioni, ma rappresenta un fenomeno di interesse scientifico con un potenziale che potrebbe portare, in futuro, a nuove sintesi di farmaci o a prodotti di qualità superiore rispetto a quelli oggi disponibili.
La linea di ricerca che unisce cannabis, antibiotici e natura è ancora agli inizi, ma i successi preliminari lasciano intravedere la possibilità che, un domani, il prodotto finale possa diventare parte integrante della lotta contro i batteri resistenti che minacciano la salute pubblica in tutto il mondo.
Conclusioni
In questo articolo abbiamo visto in che modo la cannabis potrebbe interagire con gli antibiotici.
Qualora dovessi assumere entrambe le sostanze, rivolgiti prima al tuo medico curante, così da valutare insieme la situazione.
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