Ecco come la cannabis può influire sul modo in cui ascoltiamo la musica

Come la cannabis influisce sull'ascolto della musica | Justbob

Modificato il: 23/10/2023

Migliora la percezione e la profondità dell’ascolto, e alcune ricerche scientifiche lo dimostrano in modo chiaro

Cannabis e musica sono legati da una relazione profonda, che percorre la storia delle sette note e riguarda la composizione, ma anche e soprattutto l’ascolto della musica, sia essa classica, rock, jazz o leggera.

I consumatori spesso riferiscono di godere più della musica dopo aver consumato della cannabis, riuscire a percepire meglio melodia e armonia, cogliere più sfumature.

Cosa c’è dietro l’idea che la cannabis possa influenzare il nostro modo di ascoltare o forse sarebbe meglio dire il “sentire” la musica? Si tratta di scienza o si tratta di una sorta di suggestione mista a effetto placebo?

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Come la cannabis può influenzare la percezione del suono e delle note

Cannabis e la percezione del suono e delle note | Justbob

C’è un fattore fondamentale che può influenzare l’ascolto della musica dopo il consumo di cannabis: la modifica della percezione del tempo che tende a rallentare e del nostro “orologio” interiore. A questo, va aggiunto l’amplificazione di alcuni dei nostri sensi, vedi l’udito, che permette di cogliere sfumature che altrimenti andrebbero perse.

Il motivo va ricercato nella biochimica dell’interazione tra cannabis e cervello. Secondo il professor Joh Fachner dell’Università Anglia Ruskin di Cambrigde, esperto di relazione tra musica, salute e cervello, ha rivelato che la cannabis ha un effetto a livello “psicoacustico”, cioè è in grado di potenziare l’assorbimento del suono, quasi concentrandolo, ma senza snaturarne le caratteristiche.

Secondo una ricerca guidata dal dottor Freeman dell’Università di Londra, che ha scoperto come il CBD, presente in quantità più o meno elevate nelle varietà di cannabis (anche legale), influenzerebbe la concentrazione di anandamide, un endocannabinoide isolato chimicamente solo nel XX secolo in grado di unirsi ai recettori del nostro cervello.

La ricerca ha evidenziato come la cannabis e la canapa light aumentino il desiderio di ascoltare la musica e la percezione del suono, anche se vengono persi altri dettagli.

Uno studio del 2011 condotto utilizzando la tecnologia fMRI (Functional Magnetic Resonance Imaging), ha osservato come il THC possa alterare il modo in cui vengono elaborate armonia e melodia.

C’è però una ricerca del 2017, pubblicata sull’International Journal of Neuropsycopharmacology, che racconta una storia diversa: la cannabis, in realtà, smorzerebbe gli effetti della musica in alcune regioni del cervello, le parti che innescano i meccanismi di ricompensa e suscitano le emozioni.

Lo studio, che ha preso in esame gli effetti di due varietà di cannabis, ha messo alla luce che le varietà con THC alto e CBD basso riducevano la risposta del cervello alla musica (classica, in questo caso). Il CBD, in ogni caso, sembrava attenuarne gli effetti negativi.

La cannabis agisce sul sistema endocannabinoide, andando ad alterare la percezione della musica e la sua fruizione, e sulla serotonina, neurotrasmettitore che regola l’umore e le emozioni.

C’è da aggiungere che la percezione è soggettiva: non è detto che l’ascolto della musica dopo aver consumato della cannabis sia lo stesso per tutti, che le sensazioni siano le stesse e il piacere più o meno amplificato.

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L’influenza della cannabis sulla creatività musicale e l’ispirazione

Cannabis, ispirazione e creatività musicale | Justbob

Di certo, se da un lato la cannabis può influire sul modo in cui ascoltiamo i nostri brani musicali preferiti, modificando la percezione e le sensazioni che ne scaturiscono, dall’altra tanti artisti, nel corso della storia della musica, l’hanno menzionata o come fonte di ispirazione o come “compagna di viaggio” nella scrittura dei brani.

Già negli anni ‘30 del secolo scorso Louis Armstrong, il più noto trombettista al mondo insieme a Miles Davis, scrisse un brano sugli effetti della cannabis, chiamandolo Muggles. Ma è stato soprattutto negli anni ‘60, quando il consumo delle marijuana è entrato sia nei brani che nello stile di vita dei musicisti e di chi la musica l’ascoltava.

Ovviamente, citando chi della cannabis ha fatto un simbolo dobbiamo parlare di Bob Marley, che da rastafariano la consumava per aprire la mente, rilassare e stimolare stati mentali profondi. Per venire a tempi più recenti, il rap tra gli anni ‘80 e il 2000 ha citato spesso la cannabis nei suoi testi come parte del proprio stile di vita: basti pensare a uno dei rapper e produttori più iconici del mondo del rap, Snoop Dogg.

In conclusione

La cannabis può modificare la percezione della musica, permettendo di cogliere sfumature o dettagli altrimenti difficili da percepire. Alcuni studi lo confermano, altri invece mostrano che la cannabis può peggiorare, e non migliorare, l’esperienza di ascolto della propria musica preferita.

La pianta della cannabis, nel corso della storia, ha poi ispirato molti musicisti, che ne hanno cantato gli effetti nei pezzi oppure hanno scritto dei brani dopo l’assunzione.

L’esperienza di ascolto della musica sotto effetto della cannabis può cambiare da persona a persona, a seconda dello stato d’animo, del contenuto di CBD e THC, del tipo di musica perfino: ma molti consumatori raccontano di aver goduto maggiormente dell’esperienza dopo il consumo di cannabis.

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