Modificato il: 18/07/2025
Come riconoscere la marijuana femmina
Se coltivi canapa light e non utilizzi semi femminizzati, è indispensabile che tu sappia come riconoscere la marijuana femmina e distinguerla dalla pianta di genere maschile. Se infatti i semi femminizzati (o femminilizzati) sono modificati geneticamente affinché si ottengano al 99,9% piante di genere femminile, le piante di cannabis nate da semenze regolari hanno il 50% di possibilità di sviluppare piante di genere maschile o femminile.
Fare una distinzione tra i due generi è molto importante in quanto le piante femminili generano i fiori di marijuana ricchi di cannabinoidi (soprattutto CBD, nel caso della cannabis legale). Le piante maschili invece presentano non fiori bensì sacche di polline.
Possono quindi fecondare i germogli delle piante di genere femminile, le quali produrranno semi e non infiorescenze. Se quindi il tuo obiettivo è quello di produrre fiori di cannabis light allora dovresti lasciare esclusivamente le piante femminili ed estirpare quelle maschili.
Vuoi sapere nei dettagli come riconoscere la pianta femmina di marijuana? Ecco a te 5 dritte da tenere bene in mente quando osservi la tua piantagione.
1) Analizza le tue piantine di cannabis ogni settimana, in modo da carpirne ogni cambiamento
Se ti stai chiedendo come riconoscere un seme maschio o femmina ti rispondiamo subito: non è possibile. Infatti sono tutti identici, e non è possibile femminilizzare i semi dopo la loro nascita; a meno che non acquisti semenze nate da una pianta femminilizzata le possibilità sono sempre al 50/50.
Di solito le caratteristiche sessuali di una pianta di marijuana iniziano a intravedersi dopo la sesta settimana dalla germinazione. Il nostro consiglio però è quello di osservare le piantine in ogni stadio del loro sviluppo, preferibilmente ogni settimana o anche più di frequente. Alcuni metodi di coltura potrebbero infatti anticipare o ritardare il manifestarsi di queste peculiarità.
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2) Pianta di canapa: maschio o femmina? Osserva i punti di intersezione tra il fusto e le foglie
Il punto di intersezione tra il fusto di una pianta e una foglia (o il rametto che poi genera la foglia) è chiamato ascella. In queste zone le piante di cannabis femmina producono dei pistilli, dai quali nascono i primi pelucchi bianchi.
Nelle piante di genere maschile non trovi questi piccoli peli bianchi; osservando le ascelle presenti nel fusto è possibile vedere delle piccole palline raggruppate e appese a un filo. Quelle palline dalla forma sferica sono, nello specifico, delle sacche di polline (stami): una volta mature si schiudono e possono impollinare le piante femminili pronte per la fecondazione.
Quando vedi questi raggruppamenti di palline puoi star sicuro di non avere di fronte una pianta di marijuana femmina bensì un maschio. Se vuoi evitare che impollini le altre piante puoi estirparla senza indugio.
3) Canapa maschio e femmina : differenza del fogliame
Nella pianta di canapa maschio legale (ma anche in quella ad alto contenuto di THC) le foglie sono rade, mentre la pianta di canapa legale femmina presenta un fitto fogliame.
La pianta di genere femminile risulta quindi ricca di foglie, le quali si concentrano soprattutto nella parte apicale del fusto. Se hai notato anche i pistilli con dei pelucchi bianchi, allora non c’è dubbio: hai al tuo cospetto una pianta di marijuana femmina.
Se invece le foglie sono rade e nelle ascelle della pianta trovi dei gruppi di palline, allora (se vuoi evitare l’impollinazione) puoi eliminare la piantina.
4) Come riconoscere la marijuana femmina dal fusto della pianta
Anche la tipologia di fusto della pianta di cannabis può fornirti importanti informazioni sul suo genere. Una caratteristica distintiva delle piante femminili è lo stelo più basso e meno robusto rispetto a quello delle piante maschili.
Le piante di marijuana di genere maschile crescono molto in altezza, in maniera decisamente maggiore rispetto a quelle di genere femminile, quindi hanno bisogno anche di uno stelo più robusto. Altrimenti, poverette, non potrebbero sorreggersi.
Ma tanto, una volta individuate, arriverà la tua manina a estirparle! Giusto?
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5) Attenzione anche a distinguere le piante di cannabis femmina da quelle ermafrodite
Le piante di cannabis possono essere maschili, femminili, ma anche ermafrodite.
Una pianta ermafrodita presenta caratteristiche sessuali allo stesso tempo maschili e femminili, e potrebbe rovinare il tuo raccolto di fiori di marijuana legale allo stesso modo di una pianta maschile. Se quindi noti che alcune delle tue piante presentano sia sacche di polline che pistilli con pelucchi bianchi, sappi che potrebbero essere ermafroditi.
Di conseguenza è necessario eliminarle il più presto possibile, prima che le sacche giungano a maturazione fecondando i germogli delle femmine.
Guida completa alle differenze tra cannabis maschio e femmina: tutto ciò che devi sapere sulla riproduzione delle piante
Quando si parla di coltivazione di cannabis, l’argomento della distinzione tra i sessi delle piante è tra i più importanti per ogni coltivatore. Capire se si è di fronte a una pianta di cannabis maschio, femmina o ermafrodita è infatti un compito fondamentale per determinare la qualità, la quantità e la produzione finale delle infiorescenze.
Nella specie Cannabis sativa, i sessi sono separati e ben distinti, anche se in alcuni casi può verificarsi il fenomeno dell’ermafroditismo, ovvero la presenza sia di organi femminili (pistilli) che maschili (fiori maschili) sulla stessa pianta. Questo meccanismo può derivare da stress ambientale, genetica o altre condizioni legate alla coltivazione.
Le piante di cannabis maschio, o più correttamente i maschi, svolgono un ruolo essenziale nel processo di riproduzione naturale: producono fiori maschili che rilasciano polline. Questo polline, se trasportato sulle piante femmina, ne innesca la fecondazione, portando alla formazione di semi ma impedendo la piena produzione di infiorescenze resinose.
Dal punto di vista dell’aspetto, le piante maschio si distinguono per diverse caratteristiche strutturali: tendono a crescere più alte, con uno stelo robusto e meno ramificato. I loro fiori non sono fiori veri e propri come quelli femminili, ma strutture sferiche che contengono polline.
L’identificazione precoce del sesso della pianta è quindi cruciale: permette di isolare i maschi per evitare la fecondazione accidentale e mantenere alto il livello qualitativo della coltura. In alternativa, chi è interessato alla riproduzione e alla creazione di nuove varietà può selezionare attentamente gli esemplari maschili migliori per incroci controllati.
Nel mondo della cannabis legale, questa distinzione assume un significato ancora più importante. Le coltivazioni destinate alla produzione di cannabis light devono infatti escludere completamente le piante maschio, puntando solo sulle femmine non fecondate per ottenere una maggiore concentrazione di cannabinoidi come il CBD.
In conclusione, conoscere le differenze tra cannabis maschio e femmina non è solo una questione tecnica, ma un indice della competenza di chi si occupa di coltivazione. Capire il meccanismo di riproduzione, identificare gli organi riproduttivi e sapere come intervenire tempestivamente rappresentano i veri contenuti di una guida efficace alla coltivazione della marijuana.
Riepilogo: tutte le caratteristiche di una pianta di marijuana femmina
Ecco per te uno specchietto delle caratteristiche di una pianta di cannabis femminile, in modo che tu possa distinguerla da una pianta di genere maschile e anche da una pianta ermafrodita:
- Pistilli con pelucchi bianchi traslucidi tra le ascelle della pianta.
- Stelo poco robusto e non troppo alto.
- Fitto fogliame, concentrato specialmente nella parte apicale dello stelo.
La pianta di genere femminile (se non viene fecondata) arriva alla fase di fioritura, sviluppando numerose infiorescenze a partire dai pistilli. I fiori, più grandi nelle cime apicali, sono composti da migliaia di piccole foglioline e da una resina appiccicosa ricca di cannabinoidi.
Se invece le piante femmine vengono fecondate dal polline di quelle maschili, allora sviluppano dei semi, i quali non sono solitamente l’obiettivo del coltivatore.
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