Essiccazione e concia della cannabis: come funziona e perché viene effettuata

essiccazione cannabis

Modificato il: 29/08/2023

Guida alla corretta conservazione della cannabis: l’essiccazione e la concia

Se hai deciso di aprire questo articolo significa che anche tu fai parte di quel gruppo di curiosi in merito a essiccazione e concia della cannabis, giusto?

Devi sapere che infatti una procedura errata potrebbe seriamente influire sulla qualità del prodotto finale, sia al livello gustativo che aromatico.

Per questo motivo abbiamo deciso di spiegare a scopo illustrativo come avvengono l’essiccazione e la concia della marijuana.

Iniziamo!

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Perché è importante far essiccare la cannabis?

L’essiccazione della cannabis è una delle fasi più importanti e, se non viene eseguita correttamente, può avere un impatto estremamente negativo sulla qualità del prodotto finale.

In che modo?

Una volta raccolti i fiori, gli steli dovranno essere fatti essiccare in un modo particolare (che vedremo tra un istante), per due ragioni:

  1. conservare le loro proprietà;
  2. migliorare la loro qualità.

Tieni presente che i fiori di cannabis sono ricchi di componenti attivi: la resina contiene molto THC, CBD e altri componenti.

Il problema però è che quando le piante sono state raccolte da poco, sono ancora piuttosto verdi e la maggior parte del THC è inattivo: l’unico modo per ‘attivarlo’ è essiccarlo per circa 10-15 giorni, a seconda della quantità e della posizione.

Una volta fatto ciò, il canapicoltore dovrà curare la pianta, con lo scopo di ottenere il miglior sapore possibile dalla gemma: questo processo è conosciuto come concia.

Quando si curano le cime, si fa sostanzialmente marcire la clorofilla in modo che le cime non abbiano un sapore troppo verde o fresco, caratteristica dell’erba essiccata in maniera forzata (quindi sfruttando il calore o se è raccolta troppo presto).

Quando la clorofilla marcisce, l’erba inizia dunque ad avere un aspetto più giallo o marrone.

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Essiccazione cannabis: come avviene

La prima cosa che si fa è appendere le cime a testa in giù a uno spago o a un filo di ferro all’interno di una stanza in cui è possibile:

  1. limitare la quantità di luce;
  2. controllare la temperatura e l’umidità.

Appendere le gemme a testa in giù inganna la pianta facendole ‘credere’ di essere ancora viva, poiché i succhi all’interno delle gemme non defluiranno dal punto in cui il ramo è stato tagliato.

In questo modo, i boccioli rimarranno sani.

Ovunque il coltivatore decida di far essiccare le cime è fondamentale mantenere un flusso d’aria morbido e una temperatura costante: diciamo che l’ideale sarebbe tra i 16°C e i 21°C.

In questo modo la marijuana si asciugherà in modo uniforme e graduale.

Infine, è fondamentale mantenere un preciso livello di umidità, ossia tra il 45% e il 55%.

Se l’ambiente risultasse poco umido, le cime si seccheranno troppo rapidamente e il sapore della marijuana risulterà sgradevole. Se invece il livello di umidità fosse troppo alto, le cime impiegheranno più tempo del dovuto a seccarsi, rischiando che si formi una muffa.

Una volta che ci si è assicurati di questi tre fattori – luce, temperatura e umidità – si dovranno lasciare gli steli non si inizieranno a spezzare: di norma, questa procedura richiede circa due settimane.

Ad ogni modo, le cime andrebbero controllate periodicamente.

Infatti, se gli steli hanno una certa elasticità, devono continuare a essiccare. Una volta che appaiono sono fragili, il coltivatore proverà a piegare delicatamente gli steli:

  1. se si spezzano, significa che la gemma è secca;
  2. se si piegano solo un po’ senza rompersi, dovranno continuare a essiccare.

essiccare la cannabis

Concia della cannabis: lo step finale per ottenere un prodotto di qualità

Una volta che la cannabis è stata essiccata a dovere, è il momento della concia.

La concia della cannabis è una fase critica per il successo di un raccolto di alta qualità e ha due obiettivi principali.

Il primo è lasciare ai batteri il tempo necessario per degradare l’eventuale clorofilla residua presente nelle parti della pianta. La clorofilla contiene magnesio, responsabile dell’amarezza del fumo di cannabis. Invece, dando ai batteri il giusto tempo e l’ambiente in cui possono sintetizzare questo pigmento, le gemme avranno un gusto nettamente migliore.

Il secondo è definire l’esatta percentuale di umidità necessaria per una corretta conservazione. Sappiamo che più secca è la cannabis, più veloce e facile è la combustione.

Tieni presente che la concia è un processo che può durare da due settimane a due anni, anche se il periodo ideale si aggira intorno ai due o tre mesi.

A questo punto la cannabis dovrà essere conservata all’interno di vasetti in vetro ermetici, che andranno riempiti per due terzi.

In questo modo si lascerà il giusto spazio tra le cime, garantendo un adeguato flusso d’aria e l’ossigeno necessario per mantenere vivi i batteri. Se invece le gemme dovessero essere compattate, ci sarebbe il rischio che aumenti l’umidità e che si formino delle muffe.

Durante questa procedura i vasetti dovrebbero essere aperti più volte al giorno per qualche minuto durante le prime due settimane; dopodiché si dovranno ruotare di tanto in tanto per ridistribuire le gemme.

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Conclusioni

In questo articolo abbiamo visto come avvengono l’essiccazione e la concia della cannabis, due passaggi fondamentali per assicurare l’ottenimento di un prodotto di qualità.

Ecco perché la nostra cannabis legale rientra perfettamente nei requisiti, perché ci assicuriamo che ogni procedura sia svolta al meglio.

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