Islanda cannabis e le nazioni dove si consuma più cannabis nel mondo

Islanda cannabis e le nazioni dove si consuma più cannabis nel mondo

Modificato il: 30/08/2025

È stata aggiornata la classifica e nella Top 5 ci sono Stati che mai ti immagineresti

Secondo il recente World Drug Report 2022 dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC), la cannabis si conferma essere la sostanza più utilizzata al mondo.

La sua legalizzazione in diverse parti del mondo sembra averne accelerato l’uso quotidiano, oltre ad incrementarne la diffusione nella popolazione, soprattutto tra i giovani adulti.

In questo articolo ci proponiamo, anzitutto, di vedere quali sono i paesi del mondo con il maggior numero di utilizzatori di questa sostanza e, in secondo luogo, di verificare se effettivamente vi sia una relazione fra questi paesi e le politiche e le leggi nazionali sulla cannabis.

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Le nazioni con i più alti tassi di consumo di cannabis secondo il rapporto dell’ONU. Nota metodologica

Nel rapporto mondiale sulle droghe delle Nazioni Unite vengono indicate con chiarezza le nazioni dove si consuma più cannabis.

Prima di vedere quali sono, però, una precisazione di carattere metodologico riguardo all’indagine condotta dall’ONU. Il dato di riferimento preso in esame, per fare un confronto tra i diversi Stati, è il tasso di penetrazione sulla popolazione.

I dati dell'onu sui più alti consumi di cannabis nel mondo

Poiché nella stragrande maggioranza dei paesi del mondo la cannabis e la cannabis light sono illegali, però, non è facile ricavare da questi Stati dati di consumo attendibili. Inoltre, lo studio ha dei limiti derivanti dal metodo di conduzione dello stesso; così, ad esempio, non tutte le Nazioni hanno il medesimo campione di riferimento (popolazione 15-64 anni) o aggiornano i dati annualmente.

Ciò nonostante, questo studio ci aiuta a comprendere i trend di consumo nazionali per grosse linee e a confrontarli fra loro. Fatta questa dovuta premessa, non indugiamo oltre e scopriamo la Top 5.

Le 5 nazioni dove si consuma più cannabis nel mondo

Salgono sul podio Islanda (18,3%), Stati Uniti (16,2%) e Nigeria (14,3%).

Per quanto riguarda la prima classificata l’Islanda, si può rilevare che in questo paese il possesso e la vendita è illegale e può portare a sanzioni penali, inclusa la detenzione.

La legislazione islandese sulla cannabis e sugli stupefacenti, risalente al 1969, rimane fortemente repressiva.

Pertanto, in cima alla lista dei paesi dove si consuma più marijuana troviamo, dunque, una nazione che adotta una politica repressiva.

Stessa situazione per la terza classificata la Nigeria, la cui legislazione sugli stupefacenti è severa e punitiva.

Al secondo posto della classifica, invece, troviamo gli Stati Uniti, dove il consumo di cannabis è illegale a livello federale, ma sempre più Stati stanno adottando politiche più indulgenti nei confronti della marijuana.

Al momento in cui si scrive sono 19 gli stati americani in cui è consentita la vendita di marijuana sia per uso medico che per uso ricreativo.

In quarta e quinta posizione abbiamo altre due nazioni che hanno intrapreso questo stesso orientamento e si sono espresse in favore della depenalizzazione della cannabis

In Canada (12,7%), infatti, la marijuana è legale dal 2018. In un recente report pubblicato dal governo canadese si rileva come la legalizzazione non abbia causato un aumento nell’uso di questa sostanza.

Al quinto posto, infine, troviamo il Cile, dove la cannabis è stata depenalizzata nel 2005.

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Le 5 nazioni dove si consuma più cannabis in Europa

Stringendo il campo di analisi all’Europa troviamo in cima alla classifica Francia (11,1%), Italia (9,2%) e Spagna (9,2%).

La Francia è in cima alla classifica per consumi di cannabis in Europa

In queste nazioni è illegale il possesso, la coltivazione e la vendita della cannabis, ma la severità delle sanzioni varia da Stato a Stato.

Il più permissivo dei tre è sicuramente la Spagna, dove il suo consumo è depenalizzato (è consentito il suo utilizzo esclusivamente all’interno delle abitazioni domestiche e nei Cannabis Social Club).

Seguono nella classifica la Repubblica Ceca (8,9%) e i Paesi Bassi (8%), rispettivamente al quarto e quinto posto.

Per quanto riguarda lo status giuridico della cannabis nella Repubblica Ceca, questa nazione ha legalizzato e regolamentato il suo uso ai fini terapeutici, ma non ne è consentito l’utilizzo per uso ricreativo. Dal 2022, tuttavia, è stato alzato il limite di THC sui derivati della cannabis fino all’1%.

Infine, si classificano (a sorpresa) al quinto e ultimo posto della nostra classifica i Paesi Bassi che, per primi, hanno tollerato il consumo di cannabis in Europa. Va precisato però che la marijuana non è legale, ma ne è tollerato il consumo all’interno dei coffee-shop autorizzati fino a un massimo di cinque 5 grammi per persona al giorno.

Riepilogando, abbiamo visto in quali Paesi si registrano i maggiori consumi di cannabis. Non necessariamente in queste nazioni si riscontra anche una politica indulgente nei confronti della cannabis, ma anzi è vero il contrario.

Al livello mondiale, i numeri dicono che tre Paesi su cinque hanno depenalizzato il suo uso (Stati Uniti e Canada sono andati oltre arrivando alla legalizzazione).

Le nazioni europee sembrano, invece, perseguire politiche più severe su questo tema. Nessuno dei cinque Stati esaminati ha legalizzato la cannabis, mentre solo due (Spagna e Paesi Bassi) hanno intrapreso una politica più pragmatica, orientata alla sua depenalizzazione.

Noi di Justbob ci auspichiamo che il viaggio verso la legalizzazione sia sempre più aperto a considerare nuovi orizzonti di consumo e coltivazione.

Se vuoi saperne di più rispetto alla cannabis e ai prodotti da essa derivati, come olio cbd, hashish non ti resta che leggere le altre news sul nostro blog!

Islanda cannabis: tra divieto, consumo e possibili svolte future

Il caso dell’Islanda cannabis è molto interessante perché mette in evidenza il divario tra la legalità formale e la realtà dei consumi. Nonostante il divieto assoluto di coltivazioni, commercio e distribuzione della pianta di canapa e dei suoi derivati, gli islandesi risultano al terzo posto al mondo per consumo di questa sostanza.

Il rapporto ONU dimostra come una larga parte della popolazione in età giovanile utilizzi la cannabis, con quantità variabili a seconda delle categorie sociali. Alcuni esperti sostengono che questa contraddizione derivi proprio dalla rigidità della legge, che non distingue tra uso medico e ricreativo, impedendo così la prescrizione di prodotti a base di cannabinoidi con possibili effetti medicinali.

Le piante di canapa restano illegali in Islanda, così come la produzione e la distribuzione di semi, ma il dibattito politico e culturale ha aperto un punto di riflessione su una possibile svolta futura. Tra i progetti discussi vi è quello di autorizzare piccole coltivazioni con lo scopo di ricerca e di produzione di prodotti a basso contenuto di THC, di tipo medicinale, che potrebbero, per la prima volta, essere testati in un modo controllato, come parte di un più ampio progetto, il cui seguito sarà monitorato dalle autorità sanitarie.

Molti osservatori sottolineano come in altri luoghi, dalla Spagna al Canada, la regolamentazione abbia permesso un miglior controllo sulla qualità e sulla concentrazione delle sostanze, riducendo i problemi legati al mercato nero. In Islanda, invece, l’assenza di un quadro regolatorio rischia di rendere più difficile il monitoraggio dei contenuti e degli effetti dei prodotti circolanti.

In definitiva, il caso islandese mostra chiaramente come un approccio basato solo sul divieto non impedisca il consumo, ma crei nuove criticità, evidenziando l’importanza di un progetto strutturato che segua un modo efficace di regolamentare ogni tipo di prodotto e, forse per la prima volta, preveda un adeguato seguito delle nuove norme. Una futura regolamentazione della cannabis in Islanda potrebbe segnare una vera svolta, aprendo alla possibilità di distinguere tra uso medico, ricreativo e ricerca scientifica, con una distribuzione controllata e una maggiore tutela per i cittadini.