Olio CBD per anziani: può essere un’alternativa terapeutica?

L'olio di CBD può essere un'alternativa terapeutica per gli anziani?

Modificato il: 07/07/2023

Dalle molteplici proprietà benefiche e privo di effetti collaterali, il CBD può alleviare molti disturbi connessi all’invecchiamento

Se hai la fortuna di poter ancora andare a pranzare dai nonni, non puoi non aver notato la quantità esagerata di medicine che sono costretti a buttare giù prima, durante e dopo il pasto.

Certo, le medicine sono utilissime e ci salvano da moltissime malattie, ma un uso – o forse sarebbe meglio dire abuso? – così smodato, non avrà conseguenze nocive sul loro fragile organismo?

È inutile tergiversare: ovviamente lo hanno. Di norma, quando si valutano i potenziali effetti collaterali di una terapia, bisogna prestare attenzione al rapporto rischio-beneficio e spesso i giovamenti hanno un peso maggiore. Sul breve termine, il ragionamento non fa una piega, ma sul lungo periodo?

Se ti dicessi che esistono terapie alternative che paiono apportare i benefici sperati, ma senza effetti collaterali, proveresti a invertire la tendenza?

In questo articolo ti spiego in che modo il CBD (nelle sue sostanze, come l’olio cbd) può alleviare i disturbi tipici della terza età e perché non dovremmo sottovalutare la cosa.

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In quali circostanze l’uso del CBD può rappresentare una soluzione?

Il CBD, o cannabidiolo, può essere un alleato importante nel trattamento di alcuni disturbi, come l’ansia o l’insonnia, ma ha proprietà benefiche molto utili anche in caso di patologie più serie, come l’epilessia o la sclerosi.

Nel caso specifico di pazienti in età avanzata, il CBD si rivela utile nel contrastare tutta quella serie di disturbi strettamente connessi ai processi dell’invecchiamento, come dolori articolari o difficoltà nel mantenimento del corretto ciclo sonno-veglia.

Tipici della terza età sono anche frequenti attacchi d’ansia, quando questa non diventa cronica, e depressione.

In tutti questi casi, le proprietà rilassanti, antidolorifiche e neuroprotettive del CBD possono dare sollievo e contribuiscono anche a migliorare le capacità cognitive, come la memoria e la capacità di concentrazione.

Vediamo ora, più dettagliatamente, quali sono gli usi del CBD che possono adattarsi bene alle necessità degli anziani.

CBD per il controllo dell’ansia

L’assunzione di CBD, grazie al tipo di interazione che si instaura con il nostro sistema endocannabinoide, induce una sensazione di calma, riducendo notevolmente lo stress. Si rivela particolarmente utile, infatti, nella gestione di situazioni come deliri paranoidi, psicosi o allucinazioni. Inoltre, aiuta significativamente anche nel trattamento dell’insonnia.

CBD per il dolore cronico

Il CBD ha note proprietà antidolorifiche e analgesiche. Ciò lo rende particolarmente adatto nel trattamento del dolore cronico, anche grazie alla sua alta tollerabilità. Infatti, non presenta effetti collaterali significativi, a differenza dei suoi concorrenti diretti: gli oppiacei.

Donna anziana felice perché l'olio CBD le ha fatto passare i dolori

CBD per ridurre dolori articolari e muscolari

Un altro disturbo che insorge tipicamente con l’avanzare dell’età è l’artrite reumatoide. Forse non sai che è una malattia di origine autoimmune e il sistema endocannabinoide, tra le altre cose, regola proprio il sistema immunitario. Per questo motivo, il CBD è particolarmente efficace nella riduzione della sintomatologia di questa problematica.

CBD per limitare i tremori del morbo di Parkinson

Come altre malattie, anche il morbo di Parkinson è principalmente associato alla terza età. È dimostrato scientificamente che il CBD svolge un’azione antiossidante, ostacolando il decorso degenerativo. Oltre a affievolire i sintomi, svolge un ruolo fondamentale nel processo di progressione della malattia, rallentandolo.

CBD per contrastare l’osteoporosi

I recettori sensibili al CBD sono stati recentemente individuati anche nelle ossa. Ecco spiegato come il CBD abbia una grande potenzialità anche in questo ambito. Pare, infatti, che possa rallentare il processo di deterioramento della struttura ossea e facilitare la rigenerazione dei tessuti, specialmente in seguito a fratture, molto comuni tra gli anziani.

CBD per ridurre l’insorgenza del diabete

Stando ad alcuni studi ancora in fase di conclusione, l’assunzione di cannabinoidi, come il CBD, pare avere la potenzialità di contrastare la comparsa del diabete – sia di tipo 1 che di tipo 2 – e di ostacolarne la progressione. Inoltre, aiuta a tenere sotto controllo i sintomi tipici di questo disturbo, come l’ipersensibilità alla temperatura, l’infiammazione e, certamente, il dolore.

CBD per contenere la depressione

L’assunzione di CBD è ormai da tempo associata all’aumento della produzione di serotonina, l’ormone del buonumore. Incrementare questo aspetto è di grande aiuto nella lotta alla depressione, che pare avere origine proprio da livelli troppo bassi di questo ormone. Inoltre, le proprietà rilassanti e sedative del cannabidiolo contribuiscono a contrastare i disturbi del sonno, spesso associati proprio a questa malattia.

CBD per migliorare le condizioni cognitive

Nei pazienti affetti da Alzheimer, pare che l’assunzione di CBD sia in grado di migliorare notevolmente aspetti come l’orientamento, lo stato emotivo e il linguaggio. Questa azione è dovuta alle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie proprio del CBD, che svolge anche un’azione stimolante della neurogenesi.

CBD per varici e gonfiori alle gambe

Il CBD, nei suoi prodotti, come la canapa light, grazie alla sua azione antinfiammatoria, è un ottimo aiuto anche in caso di gonfiori alle gambe e problemi circolatori, come le vene varicose.

CBD per ridurre i danni dell’ictus

Studi scientifici preliminari sembrano dimostrare come il cannabidiolo possa essere determinante nella riduzione dei danni provocati da ictus e acceleri il recupero neuronale nella fase successiva all’episodio ischemico.

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Anziani e dipendenza da farmaci: il CBD può essere un’alternativa?

Anziano controlla le medicine che deve assumere quotidianamente

Parlando di anziani e delle patologie che li interessano, non possiamo non esaminare un aspetto molto importante: l’abuso con conseguente dipendenza da farmaci.

Chi di noi non corre a prendere una pastiglia quando sta salendo il mal di testa, ma qui la questione è molto diversa.

Nel caso delle persone di terza età, è raro che si ricorra all’utilizzo dei farmaci in modo sporadico. Si tratta, infatti, spesso e volentieri di terapie per curare – o quantomeno alleviare – disturbi cronici, che possono durare tantissimi anni.

Considerando questo, dobbiamo fermarci un momento a riflettere su quali possano essere i risvolti negativi di tali abitudini. Non di rado, il mantenimento di determinate cure porta all’insorgere di nuove problematiche.

Le medicine da prendere sono tante, tutte diverse e potenzialmente tossiche per l’organismo. Non a caso, una condizione molto comune negli anziani è, infatti, l’affaticamento del fegato e dei reni.

Un ulteriore aspetto, poi, riguarda i dosaggi. L’organismo, come sappiamo, tende ad abituarsi facilmente all’assorbimento dei farmaci. Di conseguenza, sono necessarie dosi sempre maggiori per sortire gli stessi effetti. Ma a quale prezzo?

Il CBD, invece, come avrai avuto modo di leggere, si presta al trattamento di una miriade di disturbi, senza quindi costringere l’organismo a ingerire cocktail di medicinali potenzialmente – e paradossalmente – dannosi per la salute.

Oltre a rivelarsi utile per utilizzi di diversa natura, non ha controindicazioni. Serve sapere altro?

In conclusione, l’olio di CBD può essere un’alternativa terapeutica?

La questione che ruota attorno alla cannabis e ai suoi utilizzi in Italia è ancora piuttosto controversa.

Se in altri paesi del mondo, infatti, le terapie a base di marijuana sono state accolte con entusiasmo, per quanto riguarda il Bel Paese, ci troviamo ancora impantanati nello stereotipo “cannabis = droga“.

Le ricerche, tuttavia, danno modo di sperare in una futura consapevolezza di stampo più oggettivo e meno morale.

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