Modificato il: 11/09/2025
Ingerire hashish o cannabis a caso potrebbe rivelarsi una pessima idea, ecco perché è importante capire come funziona
Mangiare cannabis e i suoi derivati è una cosa che incuriosisce molti.
E se interessa anche te potresti già aver sentito parlare di cibo e marijuana come se il suo consumo fosse il male in alcuni casi, o privo di conseguenze in altri.
Ma sai come stanno realmente le cose? Se sei qui, probabilmente no.
Dato che ogni persona interessata farebbe bene a conoscere i principali aspetti sull’argomento, in questo articolo vedremo di fare il punto.
Andiamo al sodo: è possibile mangiare la cannabis?
La risposta è sì, si può mangiare.
Se ci pensi, i prodotti a base di cannabis hanno fatto parte della “dieta” dei nostri antenati da migliaia di anni: la marijuana veniva utilizzata anche nella medicina cinese e indiana, e ha raggiunto l’occidente solo nel 1800.
In particolare, veniva impiegata per trattare diversi disturbi, come dolore fisico, stress, ansia e problemi legati alla digestione.
Ma, oltre a essere un potente medicinale, la marijuana veniva consumata in varie forme: un esempio calzante è il bhang, una bevanda realizzata con fiori e foglie di canapa, tipica delle feste religiose.
Oggi è possibile consumare prodotti edibili di cannabis legalmente ma, a questo punto, la domanda sorge spontanea: quali sono le conseguenze e gli effetti per il corpo umano?
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Mangiare cannabis: una soluzione tendenzialmente meno nociva rispetto al fumo
Sebbene la maggior parte delle persone pensi soltanto a fumare erba quando si parla di consumare cannabis, questa non è l’opzione più salutare, soprattutto per i pazienti che fanno uso di marijuana a scopo terapeutico.
Mi spiego meglio…
È stato dimostrato quanto inalare il fumo caldo abbia effetti negativi sulle vie respiratorie e possa essere particolarmente problematico per chi soffre di asma.
Mangiare prodotti a base di cannabis, d’altro canto, offre un’alternativa per coloro che vogliono evitare gli effetti potenzialmente dannosi dell’inalazione di erba, pur godendo di tutti i benefici medici che la cannabis può offrire.
Inoltre, per alcuni, gli edibili sono più facili da consumare, perché non hanno bisogno di strumenti complessi per essere preparati, diversamente invece dal fumo o dal vaping, dove il dabbing ha necessità di attrezzature complesse, che possono intimorire i consumatori alle prime armi.
Infine, c’è un altro aspetto da tenere in considerazione.
Quando la cannabis viene fumata o svapata, i cannabinoidi entrano rapidamente nei polmoni e si fanno strada attraverso il flusso sanguigno, prima verso il cervello e poi verso il resto del corpo. Al contrario, il THC commestibile entra nel tratto digestivo e viene metabolizzato nel fegato prima di raggiungere il resto dell’organismo.
Perché è importante?
Il THC viene elaborato nel fegato e, in qualche modo, potenziato: questa forma di THC è conosciuta come 11-idrossi-THC, e impiega tra i 30 e i 90 minuti per entrare in circolo, mentre l’effetto dura tra le sei e le otto ore.
Tuttavia, il tempo di insorgenza e la durata dell’effetto dipendono da molti fattori, come:
- l’entità della dose;
- la tolleranza generale;
- il metabolismo unico dell’utente e del sistema endocannabinoide.
Ma quali sono le conseguenze per l’organismo? Cosa succede al corpo umano se si mangia la cannabis?
Vediamo di rispondere a queste domande.
Cannabis e digestione: quali sono le conseguenze?
È indubbio che la relazione tra cannabis e corpo umano sia complessa.
Dato che le interazioni tra i cannabinoidi e il sistema endocannabinoide sono in gran parte responsabili del nostro modo di reagire, è chiaro che c’è molto da scoprire sugli effetti della cannabis.
Tuttavia, un aspetto che sta suscitando molto interesse è l’effetto della marijuana sull’apparato digerente.
Come già detto, la marijuana interagisce principalmente con il sistema endocannabinoide, che è costituito da una serie di recettori situati in tutto il corpo, in particolare nel cervello, nel sistema nervoso centrale e nell’apparato digerente.
Osservando l’interazione dei cannabinoidi con il corpo, si è giunti alla conclusione che gli effetti possono essere sia positivi che negativi nelle persone, e che variano in base all’individuo e alla sua reazione.
Quindi, data la presenza di recettori nel tratto digestivo, c’è da chiedersi: la marijuana può causare problemi di digestione?
Anche se sembra che la marijuana possa avere un certo potenziale nello stimolare la digestione, purtroppo ha anche i suoi difetti e può causare alcuni effetti collaterali a breve e lungo termine. Certo, non si tratta di problemi gravi o pericolosi per la vita, ma il consumo di marijuana potrebbe non essere adatto a tutti, soprattutto quando si tratta di problemi digestivi.
Tieni presente che la marijuana ricca di THC può aumentare il rilascio di grelina, ormone che può stimolare l’appetito.
Ma potrebbe anche avere l’effetto opposto.
Ognuno reagisce in modo diverso alla cannabis: oltre a essere stimolato, infatti, l’appetito può anche venir meno a causa dell’erba.
Come abbiamo detto, può sembrare una contraddizione.
Ma abbiamo ribadito che gli effetti sono del tutto soggettivi e dipendono da diversi fattori, come ad esempio:
- la nausea associata al consumo di grandi quantità di marijuana;
- l’ansia e il nervosismo associati al consumo di THC.
Sebbene questa reazione sia di solito di breve durata, può avere un impatto negativo sulla digestione.
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Ingerire hashish: rischi, modalità e conseguenze da conoscere
Quando si parla di ingerire hashish, non si tratta solo di una curiosità o di una moda legata agli edibili, ma di una vera questione di salute che merita attenzione. L’ingestione di questa sostanza della pianta di canapa comporta effetti molto diversi rispetto al consumo tramite spinello e deve essere valutata con consapevolezza.
Il motivo è legato al principio attivo principale, il tetraidrocannabinolo (THC): ingerito attraverso alimenti o bevande, viene metabolizzato dal fegato in una forma più potente, che può amplificare l’effetto sia in intensità che in durata. Questo spiega perché prodotti come biscotti, cioccolato o dolci a base di resina di hashish siano tanto discussi.
In Italia la pratica dell’ingestione di cannabis non è regolata come nei Paesi dove esistono i club o i dispensari: il rischio di intossicazioni, soprattutto tra i bambini, rimane concreto. Può bastare uno spuntino dimenticato sul tavolo perché un minore ingerisca la sostanza senza alcun controllo. In casi del genere è necessario rivolgersi subito al pronto soccorso, poiché l’ingestione può causare sonnolenza estrema, confusione, e nei casi più gravi problemi di coordinazione e perfino episodi di soffocamento dovuti alla perdita di tono muscolare.
Un altro fattore cruciale è l’età: gli adolescenti e i giovani adulti sono più sensibili agli effetti psicoattivi della cannabis, mentre le persone più mature potrebbero manifestare una tolleranza diversa. Tuttavia, a prescindere dal tipo di prodotto o dalla modalità di assunzione, rimane importante considerare i rischi.
Accanto al THC, anche il CBD gioca un ruolo: questa sostanza, pur non essendo psicoattiva, è spesso presente nei prodotti a base di canapa e può modulare l’esperienza. Tuttavia, non annulla gli effetti del THC.
In sintesi, ingerire hashish comporta variabili che vanno dall’informazione scarsa sulla concentrazione del principio attivo, alla mancanza di controllo sulla dose, fino ai possibili rischi di intossicazioni accidentali. Prima di cimentarsi con questa pratica, è fondamentale essere consapevoli e documentati: non si tratta mai di un gioco.
Conclusioni
In questo articolo abbiamo visto cosa succede se si mangia della cannabis, e quali sono le conseguenze per il corpo umano.
Come avrai visto, gli effetti del consumo di edibili dipendono in larga misura dalla quantità di questi e dal grado di tollerabilità dell’individuo.
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