Modificato il: 29/08/2025
Un chiarimento sull’uso tecnico della canapa legale
La legge sulla marijuana legale è tutt’oggi ancora poco chiara e molti si chiedono cosa significhi “cannabis a uso tecnico“. Prima di spiegarlo però è bene fare un piccolo preambolo, per capire meglio quali sono i paletti che delimitano la produzione e il commercio dell’erba legale.
Innanzitutto devi sapere che in realtà la coltivazione della canapa industriale non è mai stata legalmente vietata ma la sua persecuzione è nata da una cattiva interpretazione della vecchia legge a riguardo. Nel 1997 finalmente un comunicazione delle Politiche Agricole e Forestali riapre la via alla filiera produttiva della cannabis.
Nel 2002 la circolare n. 1 integra il documento suddetto sulle norme di coltivazione della canapa industriale, fissando il tasso massimo di THC allo 0,2% (con una tolleranza fino allo 0,6%). Da quando nasce questo limite, possiamo quindi parlare di canapa light, caratterizzata invece dall’alto tasso di CBD, il cannabinoide non psicotropo della cannabis.
Il decreto tuttora in vigore è il n. 242 del 2016, firmato dal presidente Mattarella, allora in carica. In questo testo, si fissarono gli utilizzi consentiti della canapa industriale ma al suo interno non si fece menzione delle infiorescenze di marijuana, lasciando aperta dunque la porta alla loro commercializzazione.
Andiamo ora a vedere cosa successe dopo l’entrata in vigore del decreto legge, il 14 gennaio 2017.
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Canapa legale: legge 242 del 2016 e la nascita dell’uso tecnico.
La legge sulla cannabis a cui facciamo ancora oggi riferimento è il decreto 242 del 2016, nel quale si specificarono gli utilizzi consentiti della canapa, ovvero i seguenti:
- Alimenti e cosmetici
- Semilavorati quali fibra, canapulo, polveri, cippato, oli o carburanti, per forniture alle industrie e alle attività artigianali
- Materiale destinato alla pratica del sovescio
- Materiale organico destinato ai lavori di bioingegneria o prodotti utili per la bioedilizia
- Materiale finalizzato alla fitodepurazione per la bonifica di siti inquinati
- Coltivazioni dedicate alle attività didattiche e dimostrative nonchè di ricerca da parte di istituti pubblici o privati
- Coltivazioni destinate al florovivaismo
Come puoi notare, non si fa alcun riferimento alle infiorescenze di marijuana, tanto meno alla loro commercializzazione. Il ragionamento fu dunque quello che se non venivano tirate in ballo, la loro produzione e vendita non era vietata.
Nacque così il fenomeno dell’erba legale, figlia di un vuoto normativo tuttora vigente. In ogni caso, le infiorescenze di canapa legale (THC < 0,2%), sono specificatamente per “uso tecnico”: il significato di questa dicitura è esattamente il contrario di “uso umano”.
I fiori di canapa che acquisti nei weed shop, come Justbob, non sono dunque destinati al consumo ricreativo, come anche i prodotti di cannabis, tra cui l’hashish CBD, o i cristalli, ma hanno una finalità puramente collezionistica. Ma che succede se si decide di coltivare la marijuana legale in casa propria?
Cannabis light ad uso tecnico: guida su produzione, sostanze e normativa
Quando si parla di cannabis light ad uso tecnico, è importante avere chiarezza su tutte le informazioni relative alla fabbricazione, alla normativa e al trattamento delle piante. In Italia, la produzione di infiorescenze con THC inferiore allo 0,2% è consentita, purché il principio attivo principale sia il cannabidiolo (CBD) e non altre sostanze psicotrope classificate come stupefacente nel Testo Unico.
Le parti della pianta utilizzate includono principalmente i fiori, mentre foglie e altre sezioni vegetali vengono impiegate per fini diversi, come la produzione di materie prime per cosmetici o alimenti. I produttori devono seguire precise indicazioni sul trattamento, sulla raccolta e sulla conservazione delle infiorescenze, così da garantire un prodotto sicuro e conforme alla legge.
Per i consumatori, conoscere la quantità e il grado di cannabinoidi presenti nelle confezioni è fondamentale. In questo senso, le farmacie e il servizio dei farmacisti possono offrire assistenza, fornendo informazioni aggiornate sul prezzo, sulle proprietà del prodotto e sulle modalità di utilizzo legale, sempre nel rispetto delle normative vigenti.
Un esempio pratico riguarda la produzione di infiorescenze con elevata concentrazione di CBD: il trattamento della pianta e la selezione delle parti più ricche di tricomi permettono di ottenere risultati costanti e documentati, che possono essere riportati anche in una tabella informativa destinata ai consumatori.
Infine, è importante sottolineare che il mercato della marijuana light è in continua evoluzione, con aggiornamento costante delle disposizioni del Ministero della Salute, modifiche alla normativa e possibilità di espandere le preparazioni disponibili. Chi si avvicina a questo argomento può così capire meglio le proprietà dei prodotti, fare acquisti consapevoli e sfruttare le opportunità legali presenti nel paese, senza incorrere in problemi legali.


È legale coltivare canapa light in casa?
La risposta è sì, la coltivazione di canapa legale outdoor o indoor in casa propria non è un reato e i motivi sono principalmente due:
- I semi non contengono THC
- Le piante di canapa produrranno (teoricamente) fiori con THC entro il limite legale
Tuttavia, il tasso di THC contenuto nelle infiorescenze di cannabis può variare per ragioni tecniche, dovute alla variabilità genetica di una data partita di semi. In ogni caso, secondo quanto dice la legge, questo porterebbe ad un eventuale sequestro delle piante di canapa e non all’incriminazione del coltivatore.
Tuttavia ti sconsigliamo di farlo, sia per questioni legate al fatto che non avresti modo di verificare il tasso di THC delle infiorescenze di marijuana, sia per eventuali sguardi indiscreti dei vicini.
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Come abbiamo spiegato in questo articolo, la produzione e la commercializzazione delle infiorescenze di erba light non è vietata dalla legge italiana. Nonostante ciò, esse sono prettamente per uso tecnico, ovvero da collezione, e non possono essere fumate o assunte in alcun modo.
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