Coltivazione di canapa legale: contributi e autorizzazioni per coltivare canapa in Italia

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Modificato il: 15/04/2024

Tutto quello che devi sapere sulla coltivazione di canapa legale in Italia: limiti, incentivi e autorizzazioni necessarie.


La coltivazione della marijuana legale è un’attività che sta riscuotendo sempre maggiori successi.

Con la legge del 2 dicembre 2016, n.242, entrata in vigore il 14 gennaio 2017 sono state rilasciate le disposizioni del governo italiano circa la regolamentazione e i permessi per la coltivazione della canapa legale, o Canapa Light.

Si tratta di quel tipo di Canapa il cui contenuto di THC (tetraidrocannabinolo, la sostanza psicoattiva propria della canapa) è inferiore allo 0,2% e da cui vengono estratti una quantità di prodotti dalle proprietà benefiche, tra cui l’olio di CBD.

Incentivi fiscali e finanziamenti sulla coltivazione di canapa legale

coltivazione canapa legale in Italia info sulla normativa

L’articolo 6 della legge 242 sancisce la messa a disposizione di incentivi fino a 700.000 euro annui per velocizzare la crescita del settore della cannabis legale, non solo sotto l’aspetto produttivo ma anche per migliorare le condizioni e le strutture di successivo assorbimento del prodotto.

Uno dei principali problemi che i produttori di erba legale sono costretti ad affrontare riguarda il mercato su cui immettere poi il proprio prodotto e la mancanza di un adeguato apparato di servizi ausiliari (in particolare la trebbiatura).

Chi ha avviato un’azienda agricola nel 2018 ha, inoltre, diritto a tre anni di esenzione dai contributi, che scendono al 65% e al 50% negli anni successivi. Altri incentivi fiscali provengono, poi, dalle direttive regionali, che possono mettere a disposizione ulteriori finanziamenti per la coltivazione della canapa sativa legale.

Inoltre la cannabis sativa è registrata tra le coltivazioni agricole innovative, per cui l’azienda agricola o la cooperativa che ne inizi la coltivazione può trarre ulteriori vantaggi fiscali e finanziamenti con l’iscrizione al registro delle start up innovative.

Leggi anche: Canapa sativa legale: tutto quello che devi sapere a riguardo

Limiti legali della coltivazione di canapa in Italia

Con la legge 242 le limitazioni sulla coltivazione di canapa legale (CBD) sono state corposamente ridimensionate:

  • Non vi è più l’obbligo di comunicare alle autorità quando si inizia a coltivare, ma vanno conservate etichette delle sementi fino a un minimo di 12 mesi dopo l’acquisto;
  • I controlli dei carabinieri o della guardia di finanza si fanno su campione singolo, rigorosamente in presenza del coltivatore. Solo nel caso di superamento della soglia dello 0,2% di THC possono disporre il sequestro o la distruzione della piantagione;
  • Le responsabilità del coltivatore, se il tetraidrocannabinolo della coltivazione rientra nello 0,2%, sono nulle;
  • Le sementi certificate permettono al commerciante, distributore e compratore di affrancarsi dalla responsabilità penale di piante di canapa con livelli di THC superiori alla soglia di tolleranza dello 0,2%.

Coltivare la cannabis legale: tipi di terreno e suggerimenti

Le piante di Cannabis Sativa L., la marijuana legale in Italia, sono estremamente versatili: preferiscono i terreni alluvionali fertili ma si adattano anche ad altitudini fino a 1500 metri, soffrono i ristagni d’acqua che ne bloccano la crescita e causano la clorosi.

Per il resto una particolare attenzione va data nel periodo iniziale di semina e germinazione: il seme necessita di un terreno inizialmente umido per poter germinare, di una profondità di semina di circa 1 o 2 centimetri e di una distanza di circa 15-20 centimetri tra una piantina e l’altra.

La pianta di cannabis sativa soffre la presenza di precedenti diserbi ma non necessita di cure particolari:

  • la velocità di crescita, infatti, la rende una pianta auto diserbante, capace di prevalere rapidamente su infestanti e graminacee;
  • in condizioni normali non necessita di irrigazione e l’apparato radicale particolarmente esteso migliora la struttura del terreno;
  • il normale rilascio di foglie a fine ciclo, inoltre, fertilizza naturalmente il terreno, permettendo di registrare incrementi sulla produzione delle culture successive;
  • la semina è da farsi per marzo/aprile e la raccolta avviene in generale ad agosto, 10 giorni dopo la fioritura delle piante maschili;
  • per la fienagione, l’operazione è particolarmente semplice: si taglia con barra falciante e la si imballa dopo un periodo di macerazione parziale a terra;
  • per la produzione di seme, invece, il discorso si complica in quanto è necessario ricorrere alla trebbiatura. L’operazione non è di per sé complessa in presenza di piante di media statura, fino a 2,5 metri (per piante più alte diventa estremamente complessa e richiede macchinari molto specifici); le difficoltà risiedono nella necessità di pulire la macchina trebbiatrice prima e dopo l’operazione per evitare residui di altre colture o di contaminare le successive;
  • dopo la trebbiatura, il seme deve essere essiccato per impedirne il rapido deterioramento. L’essiccatura può avvenire o tramite un apposito essiccatoio ad aria, con temperatura inferiore a 40 °C, oppure a terra, stendendo i semi di marijuana su una pavimentazione formando uno strato non superiore ai 5 cm, che va rivoltato nei giorni successivi per permettere un’adeguata areazione, prestando attenzione a non danneggiare i semi di cannabis.

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