Cannabis light: in arrivo il nuovo emendamento

emendamento Cannabis Light Milleproroghe

Modificato il: 23/08/2023

Il M5S ci riprova: tutto ciò che devi sapere sul nuovo emendamento a favore della cannabis light


In seguito alla sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, che non riconosce come reato penale la coltivazione di un’esigua quantità di piante di cannabis destinate all’uso personale, abbiamo un’altra buona notizia riguardante, stavolta, la canapa light.

Circa 30 deputati appartenenti a M5S, PD, +Europa e LeU hanno richiesto la liberalizzazione ufficiale della marijuana light mediante un emendamento al decreto Milleproroghe. Tale decreto del Consiglio dei Ministri è dedicato alla risoluzione di decisioni urgenti entro il termine dell’anno in corso, e in questo caso sembra che la questione della cannabis ad alto contenuto di CBD (e THC inferiore allo 0,2%) sia una delle priorità.

Potrebbe essere una nuova speranza sia per le aziende agricole produttrici di canapa legale sia per i negozi, come justbob.it, dedicati interamente alla vendita di questo prodotto e dei suoi derivati.

marijuana light nuovo emendamento

Cosa dice il testo dell’emendamento?

L’ultimo emendamento sulla marijuana light

Non è ancora noto il testo completo dell’emendamento al decreto Milleproroghe, ma pare che richieda l’ufficializzazione del commercio di prodotti derivati dalla canapa sativa con THC entro i limiti di legge.

Tra questi, ecco qualche esempio:

  • Fiori di cannabis
  • Radici
  • Resina
  • Foglie
  • Preparati a base di cannabidiolo (come l’olio CBD) che contengano quantità di THC entro lo 0,2%.

Tali preparati possono essere prodotti sia da infiorescenze fresche sia da oli estratti da fiori e semi.

L’emendamento ha suscitato il disappunto di diversi politici, appartenenti specialmente ai partiti della Lega e Fratelli d’Italia. Ad esempio la deputata di Fratelli d’Italia Maria Teresa Bellucci, responsabile nazionale del Dipartimento Dipendenze e capogruppo della Commissione Affari Sociali e Salute, ha affermato le seguenti parole:

“Per le forze di governo della Sinistra sembra che la liberalizzazione della cannabis sia un chiodo fisso e il problema prioritario degli italiani. Dopo il tentativo fallito in Legge di Bilancio, ci riprovano con il Milleproroghe. Sembra che l’unico obiettivo perseguito con determinazione e cecità dalle Sinistre sia quello di inondare i negozi con prodotti a base di cannabis, abbattendo ogni ostacolo culturale e promuovendo l’avvicinamento alle droghe in un’Italia in cui sta già dilagando l’uso di cannabis, soprattutto tra i giovani, al terzo posto in Europa per consumo e con il 21% di persone tra i 15 e i 34 anni assuntori di cannabinoidi”

Ma sembra che la deputata tralasci il fatto che i fiori di canapa light e i suoi derivati non siano psicoattivi (in quanto rientrano nelle percentuali di THC consentite dalla legge), ma anche altri due aspetti correlati alla legalizzazione di questi prodotti.

Prima di tutto le motivazioni che spingono i deputati di Sinistra a richiedere l’effettiva autorizzazione alla vendita della cannabis light, e poi il calo dei guadagni delle organizzazioni criminali in seguito all’apertura dei negozi dedicati alla canapa.

Perché i deputati di Sinistra insistono sull’autorizzazione alla vendita dei prodotti a base di cannabis light?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo tornare indietro di qualche anno, ovvero al 2017. Si tratta dell’anno in cui è stata pubblicata la legge 242/2016 sulla canapa.

Il testo di questa legge lascia infatti dei dubbi in merito al commercio della cannabis depotenziata. Per esempio consente la coltivazione, senza particolari autorizzazioni, di piante di cannabis legale al fine di produrre:

  • Coltivazioni dedicate ad attività di ricerca, didattiche e/o dimostrative di istituti privati e pubblici.
  • Prodotti destinati alla fitodepurazione di siti inquinati.
  • Alimenti e cosmetici (nel rispetto delle normative legate ai rispettivi settori).
  • Prodotti e materiali organici utilizzabili nella bioedilizia e nella bioingegneria.
  • Materiali destinati al sovescio.
  • Prodotti come canapulo, polveri, fibre, oli e carburanti per le industrie e le attività artigianali di diversi settori.
  • Coltivazioni destinate al florovivaismo.

Come puoi notare, gran parte di questi “prodotti” e “materiali”, spesso non ben specificati, prevedono delle lavorazioni e anche la messa in commercio.

Per esempio un’azienda agricola che investe tempo e denaro nella coltivazione della canapa non la regalerebbe a un’industria. E le aziende di cosmetici e alimentari cosa dovrebbero farne dei prodotti a base di canapa se non, per l’appunto, venderli? Anche il termine “florovivaismo” implica la produzione e la vendita di piante e fiori di cannabis.

emendamento Cannabis Light gennaio 2020

Eppure la legge non menziona il commercio di questi prodotti, ma non lo vieta nemmeno.

In seguito all’approvazione della legge, in Italia sono nate migliaia di aziende agricole e migliaia di negozi dedicati alla produzione e alla vendita di canapa e derivati. Tali imprese, oltre a dare lavoro a decine di migliaia di persone, hanno un fatturato davvero importante: basti pensare che il giro di affari del 2018 ammontava a 150 milioni di euro, i quali sono naturalmente cresciuti nei mesi successivi.

Vietando il commercio della cannabis light oltre 10.000 persone perderebbero il lavoro, per non parlare dei soldi che cesserebbero di alimentare sia le famiglia che le casse dello Stato. La premura del M5S e degli altri partiti di Sinistra è quindi decisamente comprensibile.

Senza contare il fatto che il prodotto demonizzato dalla Lega e da Fratelli d’Italia non sia assolutamente una droga.

Inoltre sembra che, dal lancio della marijuana light, siano calati i numeri legati allo spaccio di marijuana ad alto contenuto di THC.

Leggi anche: “THCP e CBDP: la scoperta dei nuovi cannabinoidi”

L’erba light contrasta il traffico illecito di marijuana

Una ricerca, chiamata “Light cannabis and organized crime: Evidence from (Unintended) Liberalization in Italy“, ha evidenziato quanto i giovani italiani siano attratti dalla marijuana, e quanto contribuiscano ad alimentare le organizzazioni criminali che gestiscono il suo traffico illecito.

Gli autori di questa ricerca hanno però riscontrato che, analizzando un periodo di 9 mesi compreso tra maggio 2017 e febbraio 2018, il numero di piante di cannabis coltivate illegalmente è calato di oltre il 30% e la diffusione di hashish si è ridotta dell’8%.

Non solo: le confische di marijuana ad alto contenuto di THC hanno subito un calo mensile del 14% e gli arresti per crimini di droga sono calati del 3%.

In conclusione

L’emendamento che renderebbe ufficialmente lecito il commercio di erba legale e dei suoi derivati potrebbe essere la svolta per tantissime aziende e per migliaia e migliaia di lavoratori ancora sul filo del rasoio.

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