Modificato il: 24/08/2023
È possibile coltivare la cannabis? Ecco cosa dice la legge
Se hai deciso di aprire questo articolo, sicuramente l’argomento ha incuriosito anche te.
Ma come probabilmente avrai già notato, c’è ancora tanta confusione in merito e il rischio di commettere azioni legalmente punibili è dietro l’angolo.
Perciò, nell’articolo che segue vedremo come possono essere utilizzate le semenze di marijuana secondo la legge italiana (secondo la quale non è legale far uso di sostanze come la canapa light, o altri prodotti con un tasso di THC inferiore dello 0,2%, se non per scopo collezionistico).
Semi di marijuana: sì alla detenzione, no alla coltivazione
Secondo la legge italiana, è possibile acquistare prodotti a base di CBD, come l’hashish CBD, e le semenze di cannabis presso i negozi certificati, ma solo ad alcune condizioni.
Non essendo classificati nell’elenco delle sostanze stupefacenti, ne è consentita la detenzione ma non la coltivazione.
Sembra un po’ contraddittorio, ma cerchiamo di fare chiarezza.
Il fatto è che non è possibile prevedere se dai semi cresceranno delle piante con un certo contenuto di THC, sostanza psicotropa capace di indurre uno stato di dipendenza psico-fisico.
A tal proposito, la legge 242 del 2016 consente la coltivazione di cannabis legale, purché le infiorescenze contengano un livello di THC compreso tra lo 0,2% e lo 0,6%.
Se dunque non è possibile coltivare la cannabis per uso personale, sappiamo che si possono conservare i semi per scopi alimentari e collezionistici.
Non è strano infatti che molte persone abbiano introdotto le semenze nella loro dieta, perché ricche di omega-3 e omega-6.
Leggi anche: Perché non è (mai) una buona idea fumare i semi di canapa
Coltivazione semi di cannabis: la proposta del governo
Di recente è stata avanzata una proposta in merito alla coltivazione di cannabis in casa: quattro piantine femminizzate per uso esclusivamente personale.
Qualora la proposta venisse accettata, gli italiani appassionati di marijuana legale potrebbero coltivare le proprie piante senza incorrere in sanzioni di alcun tipo.
Ad ogni modo, occorrerà del tempo per comprendere se il governo sarà disposto ad accoglierla, il che significherebbe un passo notevole verso la via della legalizzazione.
I semi di cannabis più venduti in commercio
Semi regolari
I semi ‘regolari’ sono stati utilizzati per primi per la coltivazione della cannabis. La loro caratteristica principale è che possono germinare in piante maschio e femmina.
Purtroppo però, questo rappresentava un problema per chi voleva ottenere grandi raccolti, dato che questi tipi di semi diventavano maschi il 90% delle volte.
Quindi, cosa significa?
I maschi producono il polline necessario alle femmine per creare semenza, che possono poi trasformarsi in nuove piante, e una femmina impollinata produrrà solo cime di scarsa qualità piene di semi.
Dunque, per evitare questo problema, era necessario eliminare le piante maschio una volta identificate.
Attualmente, questi tipi di semi sono limitati ai coltivatori o alle banche del seme che creano i propri ibridi.
Semi femminizzati
I semi femminizzati sono stati modificati in modo da essere incapaci di creare cromosomi maschili, facendo crescere solo le piante femminili che producono infiorescenze.
‘Femminizzare’ qualsiasi tipo di seme di marijuana è un compito difficile che richiede molto tempo e prove per garantire coerenza e stabilità e poterli vendere come varietà femminizzate. Fortunatamente, oggi questo processo è garantito al 99,9%, quindi c’è sempre una piccola possibilità di far germinare una pianta maschio.
Tuttavia, questo tipo di semenza è sempre un’opzione migliore rispetto a quella che abbiamo esaminato poco fa, specie per i coltivatori alle prime armi.
Perché?
In questo modo, non è più necessario dover imparare a distinguere le piante maschili da quelle femminili e capire come rimuovere le prime in tempo.
Inoltre, assicurano l’ottenimento di cime di qualità alla fine del processo di coltivazione con una semplice cura di base.
Semi autofiorenti
I semi autofiorenti cambiano fase indipendentemente dalle caratteristiche circostanti: infatti, sono auto programmati per entrare nel periodo di fioritura dopo un certo numero di settimane di crescita.
I vantaggi?
👉🏻Sono molto facili da coltivare perché possono svilupparsi anche con poche ore di luce solare giornaliera.
👉🏻Sono molto resistenti all’inquinamento luminoso, il che significa che l’interruzione delle ore di buio non le influenzerà.
👉🏻Sono perfetti per iniziare a fare esperienza nella coltivazione o per chi non ha abbastanza tempo da dedicare alle proprie piante anche se, naturalmente, una cura adeguata aumenterà la resa finale.
I semi autofiorenti vengono creati incrociando un seme regolare o femminizzato con una Ruderalis.
In questo modo, il ciclo di vita sarà più breve, le piante saranno più piccole, più resistenti e in grado di fiorire in quasi tutte le circostanze. Tieni presente che queste piante sono pronte per il raccolto circa dieci o dodici settimane dopo la germinazione.
Sebbene siano meno produttive rispetto alle femminizzate, si compensano con la quantità di coltivazioni autofiorenti che si possono ottenere durante tutto l’anno.
Leggi anche: Di quante ore di luce necessitano le diverse varietà di marijuana?
Conclusioni
In questo articolo abbiamo visto qual è la posizione del governo in merito alla germinazione di semi di cannabis.
Riassumendo, la coltivazione è – per il momento – consentita solo ai coltivatori autorizzati, ma è possibile conservare i semi per scopi alimentari o collezionistici.
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