Marijuana nel sangue: ecco per quanto tempo rimane

marijuana nel sangue

Modificato il: 29/08/2023

Paura dell’esame delle urine? Scopri per quanto tempo rimane la marijuana nel sangue.


Una delle domande più frequenti tra i consumatori di erba (come puoi immaginare non solo marijuana legale) riguarda la permanenza delle tracce di THC nel sangue.

Per molti non è infatti raro sottoporsi a test antidroga o esami delle urine o del sangue per i più disparati motivi, spesso lavorativi e sportivi.

In realtà, non è possibile fornire una risposta semplice ed univoca su quanto rimane l’erba nel sangue o sui tempi di smaltimento delle sostanze stupefacenti nelle urine.

In questo caso entrano in gioco differenti fattori da considerare per conoscere i tempi e le modalità per espellere più facilmente il THC dal proprio corpo.

Naturalmente entra in gioco anche la differenza tra erba legale e non, in quanto la prima contiene dei livelli di THC molto più bassi rispetto al CBD, non provocando, così, alcun tipo di effetto stupefacente.

Ma, prima di tutto, che cos’è il THC e quali sono i suoi effetti?

THC: proprietà ed effetti

Una “traccia” dell’assunzione di erba è data proprio dal THC, il principio di natura psicoattiva della cannabis.

Tale sostanza agisce in modo simile ai cannabinoidi prodotti naturalmente dal nostro organismo. Il THC (tetraidrocannabinolo) attiva determinati recettori nel nostro cervello, influenzando la memoria e la percezione sensoriale del consumatore.

Più precisamente, stimola le cellule del nostro cervello che rilasciano dopamina, generando euforia e una sensazione di piacevole tranquillità.

Naturalmente è bene sottolineare che non ha solo effetti positivi. Spesso, infatti, può indurre allucinazioni, stati paranoici, ansia e tachicardia.

L’erba è considerata illegale a causa degli effetti psicotropi esercitati dal THC, la cui assunzione è sconsigliata in occasione di gravidanza, allattamento o eventuali disturbi del sistema cardiorespiratorio.

Quanto tempo serve per eliminare il THC dal sangue?

quanto rimane l'erba nel sangue e nelle urine

I fattori che contribuiscono all’espulsione dei cannabinoidi dal sangue sono molteplici e variano dal metabolismo fino alla frequenza di consumo.

In linea generale, dopo un paio di giorni si dovrebbe essere puliti anche se, in caso in di un assiduo consumo, tale operazione può anche richiedere oltre una settimana.

La marijuana e i prodotti da essa derivati, come l’hashish, sono presenti nel sangue in un periodo più breve rispetto all’urina e ai capelli, ciò perché la quantità di THC che entra in circolo nel sangue è assai ridotta.

Naturalmente, come i consumatori più esperti sanno, le dosi di THC non sono sempre le stesse, quindi i residui di marijuana nel sangue variano anche in base alla quantità assunta e alla potenza dell’erba stessa.

Inoltre bisogna sapere che nei test del sangue non si cerca il THC ma un suo metabolita: THC-COOH, una sostanza liposolubile immagazzinata nelle nostre cellule e che permane nel nostro sistema più a lungo rispetto alle altre.

La presenza di THC-COOH indica che l’erba è stata consumata tempo fa, invece, se vengono rilevati entrambi, è probabile che sia stata consumata nelle ultime ore.

C’è un limite di legalità nella presenza di THC nel sangue?

Un’altra domanda frequente tra i consumatori di canapa light riguarda un eventuale limite di THC nel sangue.

In verità, essendo poco chiare le leggi attuali, se il consumatore viene obbligato ad effettuare analisi del sangue nessun limite prestabilito può aiutarlo. La positività del test in sé indica l’uso di droghe e quindi, comporta delle conseguenze.

Come eliminare il THC presente nel sangue

Il modo migliore per far risultare i test antidroga negativi è, chiaramente, astenersi dall’utilizzo di erba nei giorni precedenti, proprio perché rilascia tracce a breve termine e bastano pochi giorni per eliminarlo.

Uno dei metodi migliori per disintossicare il proprio corpo sta nel seguire una dieta sana e fare molto esercizio fisico, così da eliminare il THC dal nostro organismo.

Inoltre può risultare molto utile bere due litri d’acqua al giorno.

Anche mangiare fibre può aiutare ad espellere i metaboliti tramite l’intestino.

Parlando di metodi adatti ad eliminare la marijuana nel sangue, bisogna sfatare alcuni miti: l’aceto, le aspirine e il latte non aiutano in alcun modo.

Tipologie di test che possono rilevare tassi di THC

Come già accennato, sono diversi i test utili a rivelare il consumo di erba oltre quello del sangue. Infatti, abbiamo anche i seguenti:

L’esame delle urine è sicuramente quello più noto. Per evitare che questo risulti positivo, bisognerebbe evitare di consumare erba almeno per i trenta giorni precedenti.

Ciò perché la presenza del THC nelle urine è riscontrabile per un periodo più lungo rispetto al sangue.

L’analisi del capello, invece, risulta il più insidioso poiché riesce a dimostrare un consumo di cannabis risalente anche a sei mesi dall’ultimo utilizzo.

Il test della saliva accerta la presenza di THC per circa 24 ore massimo dall’ultimo consumo. Non a caso è tra gli esami meno utilizzati poiché ritenuto poco affidabile, anche se più veloce ed economico.

I prodotti CBD possono risultare positivi alla droga?

Il CBD, un altro cannabinoide contenuto nella cannabis ma che, a differenza del THC, non ha alcun effetto psicotropo, motivo per cui è considerato pienamente legale in Italia.

Di solito i test non vengono effettuati per analizzare eventuali tracce di CBD, però un’assidua assunzione potrebbe dare un risultato positivo al consumo di droga in un test.

Essendo comunque un estratto proveniente dalla canapa sativa, tranne il caso di estratti purificati, sia le inflorescenze di erba CBD sia i prodotti da essa derivati presentano concentrazioni minime di THC.

Stando a diverse ricerche anche il consumo elevato di grandi quantità di olio CBD possono condurre a risultare positivi ai test antidroga.

La scelta migliore è sempre dosare le quantità, sia di THC che di CBD, così da evitare problemi.