Pubblicato il: 11/08/2023
Un viaggio attraverso la natura e la funzione di queste importantissime strutture presenti nella marijuana
Da secoli, l’uomo ha coltivato e apprezzato le proprietà terapeutiche e psicoattive della cannabis.
Ma cosa rende questa pianta così speciale?
La risposta si trova in piccole strutture che coprono foglie e fiori: i tricomi. Questi minuscoli protagonisti nascondono segreti che sono stati tramandati di generazione in generazione. In questo articolo, esploreremo il ruolo dei tricomi nella produzione di cannabinoidi, scopriremo le diverse tipologie e descriveremo i metodi per riconoscere il momento perfetto per la raccolta, per ottenere una cannabis di qualità superiore.
Cosa sono i tricomi?
I tricomi rappresentano una parte fondamentale della pianta di cannabis e svolgono diversi ruoli cruciali nella produzione di questa pianta. Queste strutture microscopiche, simili a peli o ghiandole, si sviluppano sulle foglie e sui fiori della pianta, contribuendo alla formazione della resina e alla produzione dei cannabinoidi.
Dal punto di vista strutturale, i tricomi della cannabis sono costituiti da una base a forma di gambo che si collega alla superficie della pianta e da una testa bulbosa che contiene le sostanze chimiche prodotte. Questa testa è ricca di ghiandole secretorie, che sono responsabili della sintesi e dell’accumulo di composti chimici come terpeni, resine, cannabinoidi e altri metaboliti.
La loro funzione è quella di attrarre gli insetti benefici, allontanare i parassiti e proteggere la pianta dai raggi UV e dagli agenti atmosferici.
Infatti i tricomi della cannabis producono una particolare resina, un composto denso, appiccicoso ed altamente aromatico che contiene cannabinoidi, terpeni e flavonoidi. Lo strato di resina è fondamentale per evitare che il vento, gli sbalzi di temperatura e i raggi ultravioletti danneggino la pianta, mentre gli aromi prodotti dai terpeni funzionano come deterrenti per i parassiti e per i predatori.
Possiamo dunque affermare che queste piccole ghiandole abbiano una funzione altamente protettiva per la cannabis e siano dunque fondamentali per la salute della pianta. Inoltre, essendo i produttori di cannabinoidi come CBD e THC, sono molto ricercati dagli estimatori di canapa, i quali analizzano attentamente i fiori di erba legale per valutarne la qualità.
Leggi anche: Coltivazione della canapa legale in Italia: normativa, regolamenti e opportunità
Tricomi della cannabis: un’analisi delle tipologie
Sulla pianta di cannabis, esistono diverse tipologie di tricomi, ognuna con caratteristiche e funzioni specifiche. Comprendere la loro natura è essenziale per capire appieno il loro ruolo nella produzione di cannabis di qualità.
Ecco le principali tipologie di tricomi che si trovano sulla pianta di marijuana:
- tricomi bulbosi: molto piccoli e presenti sull’intera superficie della pianta, dunque su fusto, rami, foglie e fiori. Difficili da individuare anche al microscopio, presentano dimensioni che vanno dai 10 ai 15 micrometri e si compongono di poche manciate di cellule;
- tricomi sessili: leggermente più grandi dei bulbosi, si compongono di un gambo e di una testa, similmente ai funghi. Sono poco più grandi dei bulbosi, tanto che si possono individuare facilmente con una lente d’ingrandimento;
- tricomi capitati-peduncolati: sono molto più grandi rispetto alle altre due tipologie, tanto che possiamo individuarli osservando i fiori da molto vicino (preferibilmente con una lente d’ingrandimento). Si sviluppano come dei gambi composti da cellule epidermiche e ipodermiche, le quali si accumulano fino ad arrivare a una cellula basale che si attacca a una testa ghiandolare più grande. La testa, racchiusa in uno strato di cuticola cerosa, è il centro della sintesi dei cannabinoidi e dei terpeni.
È importante notare che la presenza e la concentrazione di questi diversi tipi di tricomi possono variare tra le diverse varietà di cannabis e dipendere da fattori come la genetica, le condizioni di coltivazione e la maturazione della pianta.
Ogni tipologia contribuisce alla produzione complessiva di cannabinoidi, terpeni e altri composti chimici che conferiscono alla cannabis le sue proprietà uniche. La corretta maturazione e l’osservazione dei tricomi sono fondamentali per ottenere una cannabis di alta qualità, in quanto indicano il momento ideale per la raccolta al fine di massimizzare gli effetti desiderati.
Sebbene tutte e 3 le tipologie di tricomi producano cannabinoidi, i capitati-peduncolati sono quelli che ricoprono maggiormente i bud di marijuana, nonché i maggiori produttori di resina ricca di CBD (nel caso della cannabis legale) e THC (nel caso dell’erba illegale in Italia).
Nello specifico, la più alta concentrazione di cannabinoidi si verifica quando i tricomi raggiungono la piena maturazione: è in questa fase che i coltivatori di canapa legale raccolgono i fiori per poi essiccarli e sottoporli a concia.
Tricomi trasparenti, lattei o ambrati: come individuare il momento perfetto per la raccolta
Per riconoscere quando i tricomi sono pronti per la raccolta, è necessario osservarli da vicino con una lente di ingrandimento.
Queste strutture, infatti, attraversano diverse fasi di maturazione, che si possono distinguere in base al colore e alla forma della testa. Le principali sono:
- tricomi trasparenti: sono i più giovani e immaturi, che non hanno ancora raggiunto il massimo livello di produzione di cannabinoidi; Hanno una testa sferica e un colore trasparente o leggermente giallastro. Questa fase non è adatta per la raccolta, in quanto il prodotto finale avrà un effetto debole e poco duraturo;
- tricomi lattei: sono i più maturi e ricchi di cannabinoidi, che hanno raggiunto il picco di produzione di THC, il principio attivo più psicoattivo della cannabis, o di CBD, nel caso dell’erba legale. Hanno una testa sferica e un colore bianco latteo o opaco. Questa fase è ideale per la raccolta;
- tricomi ambrati: sono i più vecchi e degradati, che hanno iniziato a perdere THC e CBD a favore del CBN, un principio attivo meno psicoattivo e più sedativo della cannabis. Hanno una testa appiattita e un colore ambrato o marrone. Questa fase è adatta per la raccolta solo se si cerca un effetto più rilassante.
Nella maggior parte dei casi – anche se dipende dalla specie di canapa light o ad alto contenuto di THC che si sta coltivando – il momento ideale per la raccolta è quello in cui i tricomi sono maturi, ma non totalmente ambrati.
Raccogliere le cime e le sugar leaves ricoperte di tricomi misti permette di ottenere un mix di cannabinoidi, terpeni e aromi ben bilanciati.
Ecco perché riconoscere i tricomi maturi è fondamentale.
Quando questi piccoli peletti produttori di resina sono ancora in fase di sviluppo, i fiori sono ancora poco profumati e anche i cannabinoidi scarseggiano o sono mal bilanciati.
Oltre a questo bisogna tenere presente che alcune genetiche di cannabis possiedono dei tricomi che apparentemente non maturano, perché restano bianchi. In realtà si tratta di una peculiarità, ma a dare un’indicazione sulla giusta maturazione dei fiori ci sono anche i pistilli, dei lunghi filamenti che a maturazione avvenuta diventano ambrati.
Maturazione lenta dei tricomi: cause e soluzioni
In alcune colture di canapa può capitare che durante la fase di fioritura il periodo dei tricomi opachi/lattiginosi duri più a lungo del normale e che i tricomi ambrati tardino ad arrivare.
Che cosa significa?
Si può fare qualcosa?
Talvolta la causa potrebbe essere la maturazione lenta delle cime, che a sua volta può dipendere da diversi fattori (scarsa luminosità, apporto di nutrienti e acqua alterato, etc…), altre volte dipende dalla varietà della canapa.
Alcune genetiche anche in fase di maturazione completa non arriveranno mai ad avere i tricomi ambrati, quindi prima di tentare l’impossibile per raggiungere questa colorazione, è importante essere certi della varietà di canapa con la quale si ha a che fare.
Se si hanno dei dubbi in questo senso, può essere utile basarsi anche sulla colorazione dei pistilli.
Se i tricomi continuano ad essere opachi e lattiginosi, ma un buon 80/90% dei pistilli ha assunto una colorazione ambrata, allora è molto probabile che quelle che si ha sotto mano siano delle genetiche di cannabis legale prive di tricomi ambrati.
Se ci si è accertati del fatto che il motivo per cui i tricomi non diventano ambrati non dipende dalla genetica della pianta, occorre verificare tutti i parametri fondamentali per la maturazione.
Perché le infiorescenze di canapa possano maturare, è importante che siano esposte al giusto quantitativo di luce. Nelle colture indoor in questa fase è preferibile utilizzare lampade dalla luce aranciata o rossa, mentre all’esterno occorre verificare che le piante non siano all’ombra.
Anche se in fase di fioritura di solito si sospende la somministrazione dei nutrienti, per velocizzare la maturazione dei tricomi e delle cime in generale, se la pianta dà dei segnali di malnutrizione potrebbe essere efficace utilizzare dei fertilizzanti naturali appositi per questa fase.
Alcuni canapicoltori invece puntano a tecniche più “strong”, cercando di stimolare la maturazione della canapa mettendola sotto stress.
Fra i trucchetti più comuni c’è la diminuzione dell’apporto idrico e la variazione della temperatura.
Pratiche per potenziare la produzione di tricomi
Premessa: come noto, in Italia la coltivazione della cannabis è severamente vietata, salvo per quanto riguarda la canapa legale che può essere prodotta seguendo il regolamento indicato dalla legge 242 del 2016. Pertanto, il seguente paragrafo contiene informazioni prodotte a puro scopo informativo.
Ad ogni modo, tornando a noi nei Paesi nei quali la coltivazione di questa pianta è lecita i produttori seguono alcuni accorgimenti per assicurarsi un’adeguata produzione di tricomi da parte dei loro esemplari, migliorando la qualità del raccolto. Vediamoli insieme.
1. Scegliere una genetica adatta
Il primo fattore che influisce sulla produzione di tricomi è la genetica della pianta. Alcune varietà di cannabis sono naturalmente più ricche di resina di altre, grazie alla loro origine e alla loro selezione. In generale, le varietà indica e quelle ibride tendono ad avere una maggiore produzione di tricomi rispetto alle sativa, in quanto si sono adattate a climi più freddi e secchi, dove la resina serve a proteggere i fiori dall’essiccazione e dagli agenti atmosferici. Tra le varietà più resinose si possono citare la White Widow, la Gorilla Glue, la Critical Kush e la Super Lemon Haze.
2. Ottimizzare le condizioni ambientali
Il secondo fattore che influisce sulla produzione di tricomi è l’ambiente di coltivazione. Per stimolare la pianta a produrre più resina, è importante mantenere delle condizioni ottimali di temperatura, umidità, luce e ventilazione seguendo pratiche come:
- il mantenimento di una temperatura tra i 20 e i 26 gradi Celsius durante il giorno e tra i 15 e i 20 gradi Celsius durante la notte. Evitare sbalzi termici e temperature troppo alte o troppo basse, che possono stressare la pianta e ridurre la produzione di tricomi;
- il raggiungimento di un’umidità relativa tra il 40 e il 50% durante la fase di fioritura. Ridurre l’umidità al 30-40% nelle ultime due settimane prima del raccolto può aiutare a evitare muffe e favorire la maturazione dei tricomi;
- l’installazione di una fonte di luce intensa e di qualità alla pianta, scegliendo lampade adatte alla fase di fioritura, come le HPS, le LED o le CMH, assicurandosi che la luce raggiunga anche le parti basse della pianta, eventualmente usando riflettori o rimuovendo le foglie in eccesso. In questo frangente è importante seguire un fotoperiodo di 12 ore di luce e 12 ore di buio, senza interruzioni o perdite di luce;
- la ventilazione dello spazio di coltivazione, usando ventole o estrattori per creare una circolazione d’aria costante ma non troppo forte. Questo serve a rinfrescare la pianta, a prevenire l’accumulo di umidità e a rinforzare i gambi.
3. Nutrire adeguatamente la pianta
Il terzo fattore che influisce sulla produzione di tricomi è la nutrizione della pianta. Per ottenere una cannabis resinosa, è importante fornire alla pianta tutti i nutrienti necessari per il suo sviluppo, senza esagerare o creare carenze. In particolare, i coltivatori di cannabis tendono a:
- seguire un piano di fertilizzazione adeguato alla fase di fioritura, riducendo progressivamente l’apporto di azoto e aumentando quello di fosforo e potassio, che favoriscono la formazione dei fiori e dei tricomi;
- usare prodotti biologici o minerali a seconda delle proprie preferenze, ma sempre con moderazione e seguendo le dosi consigliate dal produttore. Evitare il sovrafertilizzamento, che può bruciare le radici e le foglie e ridurre la qualità della resina;
- integrare la nutrizione con alcuni additivi specifici per aumentare la produzione di tricomi, come il melassa, il guano di pipistrello, il kelp, l’estratto di alghe o il PK 13/14. Questi prodotti vanno usati con cautela e solo nelle ultime settimane di fioritura, per non alterare il sapore della cannabis.
4. Stressare la pianta in modo controllato
Il quarto fattore che influisce sulla produzione di tricomi è lo stress della pianta. Sebbene lo stress sia generalmente da evitare, in alcuni casi può essere usato in modo controllato per stimolare la pianta a produrre più resina come meccanismo di difesa. Alcuni metodi per stressare la pianta in modo controllato sono:
- effettuare una potatura apicale o una tecnica di piegatura dei rami, come il LST o il SCROG, durante la fase vegetativa o all’inizio della fioritura. Questo serve a creare più punti di fioritura e a esporre meglio la pianta alla luce, aumentando la produzione di tricomi;
- effettuare una defogliazione o una potatura delle foglie durante la fioritura, rimuovendo solo le foglie più grandi e in eccesso che ombreggiano i fiori. In questo modo si migliora la penetrazione della luce e la ventilazione, favorendo la formazione di tricomi;
- effettuare uno stress idrico o un flush nelle ultime due settimane prima del raccolto, riducendo o eliminando l’irrigazione e la fertilizzazione, così da indurre la pianta a concentrare le sue energie nella produzione di resina e a eliminare i residui di nutrienti che possono influire sul sapore della cannabis;
- effettuare uno stress termico nelle ultime due settimane prima del raccolto, abbassando la temperatura notturna di 5-10 gradi rispetto a quella diurna. Ciò aiuta a simulare le condizioni autunnali e a stimolare la produzione di tricomi e di antocianine, che conferiscono colori violacei ai fiori.
Leggi anche: Cannabis terapeutica in Italia: guida alla normativa
In conclusione
I tricomi sono componenti essenziali della pianta di cannabis, che svolgono un ruolo cruciale nella produzione di resina e cannabinoidi.
Queste microscopiche strutture sono fondamentali per proteggere la pianta dagli agenti atmosferici, attrarre insetti benefici e respingere i parassiti. La loro corretta maturazione, inoltre, è di vitale importanza per ottenere una cannabis di alta qualità, in quanto indica il momento ideale per la raccolta al fine di massimizzare gli effetti desiderati.
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Takeaways
- I tricomi sono piccole strutture presenti sulla pianta di cannabis che svolgono un ruolo fondamentale nella produzione di cannabinoidi, terpeni e altri composti chimici.
- I tricomi si trovano sulle foglie e sui fiori della pianta e hanno diverse tipologie, tra cui i tricomi bulbosi, i tricomi sessili e i tricomi capitati-peduncolati.
- I tricomi svolgono funzioni di protezione per la pianta, come la difesa dagli agenti atmosferici, l’attrazione di insetti benefici e il respingimento dei parassiti.
- La corretta maturazione dei tricomi è essenziale per ottenere una cannabis di alta qualità. Durante la maturazione, i tricomi passano da uno stadio trasparente a uno latteo, fino a uno ambrato. Il momento ideale per la raccolta è quando i tricomi sono maturi, ma non totalmente ambrati.
- Per ottenere una produzione ottimale di tricomi, è importante scegliere una genetica adatta, ottimizzare le condizioni ambientali, nutrire adeguatamente la pianta e, in alcuni casi, stressarla in modo controllato.
FAQ sui tricomi della cannabis
- Cosa sono i tricomi?
I tricomi sono piccole strutture simili a peli o ghiandole che si sviluppano sulle foglie e sui fiori della pianta di cannabis. Svolgono un ruolo fondamentale nella produzione di cannabinoidi e contribuiscono alla formazione della resina.
- Quali sono le tipologie di tricomi sulla pianta di cannabis?
Sulla pianta di cannabis si possono trovare diverse tipologie di tricomi, tra cui i tricomi bulbosi, i tricomi sessili e i tricomi capitati-peduncolati. Ognuna di queste tipologie ha caratteristiche e funzioni specifiche.
- Come individuare il momento perfetto per la raccolta della cannabis?
Per individuare il momento perfetto per la raccolta della cannabis, è necessario osservare da vicino i tricomi con una lente di ingrandimento o un microscopio. I tricomi trasparenti sono immaturi, i tricomi lattei sono maturi e ricchi di cannabinoidi, mentre i tricomi ambrati sono vecchi e degradati. La raccolta ideale avviene quando i tricomi sono maturi, ma non totalmente ambrati.