Hashish: storia del prodotto più famoso della cannabis

Hashish: storia del prodotto più famoso della cannabis

Modificato il: 05/01/2024

ALLA SCOPERTA DELLE ORIGINI E DELLA STORIA DELL’HASHISH: ECCO QUANDO È NATO QUESTO PRODOTTO E COM’È ARRIVATO A DIFFONDERSI IN TUTTO IL MONDO

La storia più antica dell’hashish è tutt’ora avvolta da un velo di mistero.

Le testimonianze che riguardano la nascita di questo prodotto sono incerte, tanti manoscritti che ne parlavano sono andati persi e molte altre prove sono state interpretate dagli studi storici in maniera discordante.

Nonostante ciò, c’è un’informazione sulla quale la maggior parte degli studiosi pare essere d’accordo: l’hashish è apparso per la prima volta in Arabia attorno al X secolo (anche se, non è chiaro se fosse una scoperta della gente del posto o il frutto di influenze esterne).

E poi? Dopo la sua invenzione cosa è successo?

Lo scopriremo nei prossimi paragrafi.

Ma prima, capiamo insieme: che cos’è l’ hashish?

 

Cos’è l’ hashish?

L’hashish è una sostanza prodotta dalla lavorazione delle infiorescenze e delle ghiandole resinose delle piante di cannabis. La sua storia affonda le radici nei secoli e ha le sue origini nel Medio Oriente, dove la coltivazione di piante di cannabis è stata una pratica consolidata nel corso del fumo tempo.

Le piante di cannabis contengono tricomi, forma di ghiandole resinose che raccolgono una sostanza nota come THC, il principio attivo responsabile degli effetti psicoattivi. La lavorazione delle infiorescenze, conosciuta come produzione di hashish, coinvolge l’estrazione e la compressione della resina ottenuta da queste ghiandole.

In molte culture del Medio Oriente, l’hashish ha radici profonde e legami storici. Leggende e ordini del tempo di Marco Polo hanno contribuito a diffondere la conoscenza di questa sostanza, dando vita a racconti che hanno attraversato il mondo e le pagine di articoli dedicati alla cannabis.

2 pezzi di hashish cbd Pakistano

L’hashish può assumere diverse forme, dal classico “marocchino” alla varietà di hashish prodotta in Europa. La differenza tra le tipologie spesso risiede nei metodi di coltivazione, lavorazione e produzione. Nel corso degli anni, il termine “hascisc” è stato utilizzato in molti paesi come sinonimo di hashish.

Dal punto di vista degli effetti, l’hashish è noto per il suo contenuto di THC, che può variare a seconda delle tecniche del luogo di produzione. Nella versione legale, dove la cannabis è consentita, la produzione di hashish può avvenire seguendo standard regolamentati, garantendo una consistenza e una qualità controllate.

D’altro canto, nel mercato nero, la produzione di hashish può avvenire in modo non regolamentato e, in alcuni casi, illegale. Questo può portare a differenze significative nella qualità e nei metodi di produzione, con un impatto sulla consistenza e sugli effetti della sostanza.

L’hashish ha una storia ricca e radici culturali profonde nel Medio Oriente. La sua produzione, che può variare notevolmente tra paesi e culture, può avvenire sia legalmente in alcuni luoghi che nel mercato nero in altri, con impatti significativi sulla qualità e sugli effetti della sostanza.

Riconoscere un hashish di qualità richiede un occhio esperto e un’attenta valutazione di diversi fattori. Ecco alcuni suggerimenti su come identificare un hashish di buona qualità:

Aspetto Visivo:

  • L’hashish di alta qualità solitamente ha un colore uniforme, che può variare dal marrone chiaro al marrone scuro.

  • La consistenza può essere morbida e flessibile, ma non appiccicosa.

Odore:

  • Un hashish di qualità emana un aroma ricco e complesso, con note terrose, aromatiche o legnose.

  • Un odore fresco e naturale è spesso un segno positivo.

Tocca e Texture:

  • La consistenza dell’hashish dovrebbe essere coerente e omogenea. Evita prodotti troppo appiccicosi o troppo secchi.

  • Una consistenza morbida e friabile è spesso indicativa di un buon prodotto.

Origine e Provenienza:

  • Acquista hashish solo da fonti affidabili e rinomate. Conoscere la provenienza del prodotto è cruciale per garantire la sua qualità.

  • L’hashish proveniente da regioni con tradizione nella produzione, come il Marocco, può essere di particolare interesse.

Bruciatura e Cenere:

  • Accendere una piccola quantità di hashish e osservare la fiamma può fornire indicazioni. L’hashish di qualità dovrebbe bruciare lentamente e producendo una cenere chiara.

  • La presenza di residui o una fiamma che diventa nera potrebbe indicare impurità.

Effetti e Sensazioni:

  • Gli effetti sperimentati dopo l’uso sono un indicatore importante. Un hashish di qualità dovrebbe offrire una esperienza equilibrata, senza effetti collaterali indesiderati.

  • Puoi considerare anche la potenza e la durata degli effetti.

Test e Certificazioni:

  • Alcuni produttori di hashish sottopongono i loro prodotti a test di laboratorio per garantire la conformità agli standard di qualità e la presenza di cannabinoidi desiderati come il THC.

  • La presenza di certificazioni può essere un indicatore positivo.

Feedback e Recensioni:

  • Leggere le recensioni e ascoltare il feedback da parte di altri consumatori può offrire un’indicazione sulla qualità di un hashish specifico.

  • Comunità online, forum o recensioni sui siti di vendita possono essere utili per raccogliere informazioni.

Prezzo:

  • Mentre il prezzo da solo non è un indicatore affidabile, un hashish di qualità tende ad avere un costo maggiore rispetto a prodotti di qualità inferiore.

  • Fai attenzione a offerte troppo convenienti, poiché potrebbero indicare prodotti di scarsa qualità o diluiti.

Ascolta Esperti:

  • Parla con consumatori esperti o addetti ai lavori, come coltivatori o dispensari, per ottenere consigli sulla qualità dell’hashish.

Ricorda che la qualità dell’hashish può variare notevolmente, ed è importante fare affidamento su fonti affidabili e fare attenzione ai dettagli durante l’ispezione.

Ma non ci perdiamo in un bicchier d’acqua, vediamo le 5 tappe della storia che ci ha fatti innamorare di questa sostanza!

1) L’Arabia e lo sceicco che amava l’hashish

Oggi un po’ in casa tutti abbiamo sentito parlare di hashish legale, hashish burbuka, charas e pakistano… È tutto frutto della storia e della diffusione globale di questo prodotto che, nel tempo, ha assunto tante differenti conformazioni e caratteristiche.

In passato, invece, intere nazioni che non erano al corrente nemmeno dell’esistenza dell’hashish o della pianta di cannabis.

Ma, nel corso dei secoli, come sono andate le cose?

Abbiamo già accennato che le prime prove dell’utilizzo dell’hashish sono state trovate in Arabia, ed è proprio qui che regnava uno sceicco che ha avuto un importante ruolo nella storia e nella diffusione di questo prodotto.

Si tratta dello sceicco Haidar che, apprezzando le sue proprietà, spinse anche i suoi sudditi e i suoi seguaci a farne uso, in modo del tutto legale.

È proprio grazie alla sua approvazione e alla sua influenza (che risale al periodo tra il 1155 e il 1221) che l’hashish iniziò a diffondersi anche nei Paesi vicini, come Iraq, Siria ed Egitto.

Leggi anche: Cos’è l’hashish e cosa c’è dentro (veramente)

Statua di Genigis Khan

2) Con Genghis Khan l’hashish raggiunge nuovi continenti: Asia centrale e Russia

Se quello di Haydar fu un grosso contributo alla diffusione dell’ hashish, lo fu ancora di più quello di Gengis Khan che, grazie alla sua avanzata con le truppe mongole per la conquista di nuovi territori, riuscì a diffondere l’uso dell’ hashish anche in Russia e in Asia Centrale.

Il successo di questo prodotto negli altri continenti, diede vita a una florida rete di commercio che, a sua volta, favorì la diffusione dell’ hashish anche in Europa.

Nonostante alla circolazione di questo derivato della marijuana si siano opposte varie personalità, tra le quali Marco Polo, la compravendita dell’ hashish non si arrestò. Anzi, in piena rivoluzione industriale, il commercio dell’ hashish crebbe ancora di più, in concomitanza con la maggior produzione e distribuzione del tabacco.

Insomma, nella storia, l’era del colonialismo e la rivoluzione industriale innescarono una rete di scambi tra le diverse culture mondiali, che non fecero altro che incrementare il successo dell’ hashish e della cannabis in generale!

3) Napoleone e i circoli intellettuali: l’Europa dell’Ottocento si divide

Dalle avanzate dell’esercito mongolo in poi, tra alti e bassi, la diffusione dell’ hashish proseguì, al punto che questo derivato della canapa divenne un prodotto legale e liberamente utilizzabile.

Tuttavia, nel 1800 qualcosa cambiò per mano di Napoleone Bonaparte.

Quando nel 1798 guidò le sue truppe alla conquista dell’Egitto, i suoi soldati, non trovando sostanze alcolici per alleviare la tensione dei combattimenti, iniziarono ad assumere hashish.

Questo prodotto fu talmente apprezzato dai soldati francesi che, al loro ritorno, importarono la pratica di consumare hashish anche negli altri ranghi della società francese ed europea.

Ma a Napoleone non andava giù il fatto che i suoi seguaci facessero uso di una droga importata da un popolo da lui considerato ‘inferiore’, perciò, nel 1800 vietò il suo utilizzo sia all’esercito francese, sia al popolo egiziano.

In opposizione alle idee di Napoleone, però, c’era chi l’ hashish lo amava, e non poco.

È così che nacque ‘Le club des Hashischins’ ( il ‘club dei mangiatori di hashish’), un circolo di personaggi molto in vista, tra i quali spiccavano Victor Hugo e Jacques-Joseph Moreau, autore del libro libro intitolato “Hashish e alienazione mentale”, un’opera unica nel suo genere, che non tardò a diffondersi.

4) Il Novecento: inizia l’epoca del proibizionismo

Nonostante la manifesta opposizione di Napoleone e di tante altre figure illustri, il mercato dell’hashish e della canapa sativa non si fermò e, anzi, nel 1894 raggiunse il suo picco massimo.

Successivamente, però, le cose andarono diversamente e iniziò una drastica discesa.

L’avanzamento dell’industria farmaceutica e la diffusione delle notizie sui rischi di assumere droghe a base di semi di cannabis fecero sì che l’uso dell’ hashish venisse stroncato e demonizzato in tanti modi.

Un po’ in tutto il mondo si inasprirono sia le leggi riguardo alla coltivazione della pianta cannabis, sia quelle legate alla produzione dei suoi derivati. Si vietò il loro consumo, fino ad arrivare alla situazione dei giorni nostri.

Insomma, il periodo d’oro dell’hashish si può considerare concluso.

Leggi anche: Canapa sativa decorticata: cos’è e a cosa serve

5) L’ hashish ai giorni nostri: è nato quello legale

Insomma la storia dell’hashish è lunga e contorta, e soprattutto le infiorescenze di cannabis ancora oggi non sono viste di buon occhio dalla maggior parte dei paesi sia in Europa, che altrove. Probabilmente a causa degli effetti che queste sostanze hanno nella loro versione illegale; ciò spaventa i governi, che tengono a debita distanza l’hashish, bollandolo come droga, ma anche la cannabis in generale che è forse la droga leggera per eccellenza, sostanza stupefacente dalle mille proprietà curative, di cui si potrebbero controllare gli effetti, soprattutto nella sua forma legale.

Nonostante le severissime leggi sulla compravendita della pianta della cannabis, o della cannabis prodotta e dei suoi derivati, sappiamo bene che il commercio illegale di questi prodotti non si è mai arrestato.

Tuttavia, dopo anni e anni di lotte, il mondo della canapa sta trovando un rinnovato successo.

Come?

Grazie all’ideazione di nuove tipologie di canapa legale e di hashish privo di THC: l’hashish al CBD.

Dalle piante di queste nuove specie vegetali (a bassissimo contenuto di THC) si producono tanti derivati privi di effetti psicotropi, come l’olio CBD. Cristalli che, poi, vengono impiegati dai produttori per la realizzazione dell’hashish legale.

Oggi anche in Italia è possibile acquistare hashish light; tuttavia, riguardo al suo consumo le leggi sono ancora poco chiare.

Per questo motivo, noi di Justbob proponiamo questo prodotto esclusivamente a scopo collezionistico.

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