Sensimilla: cos’é e quali caratteristiche ha

sinsemilla: significato e caratteristiche

Modificato il: 15/04/2024

BREVE GUIDA INTRODUTTIVA A UN’ALTRA DELLE PAROLE “MISTERIOSE” DEL MONDO-CANNABIS

Sinsemilla o sensimilla? Qual è il termine corretto?

Eccoci, puntuali come un orologio svizzero, per proseguire il nostro viaggio all’interno del glossario del pianeta-cannabis.

Oggi esploreremo un termine che probabilmente molti di voi avranno già incontrato: sinsemilla.

Prima di inizare, è necessario chiarire quale sia il termine corretto: sinsemilla o sensimilla? Per definizione, il termine corretto è sinsemilla, che deriva dall’unione delle parole spagnole “sin” (senza), e “semilla” (seme). Infatti, il nome si riferisce alle piante femminili di cannabis coltivate senza semi, ovvero non impollinate dai maschi: esse non potranno mai produrre semi, e da qui il nome sinsemilla.

Cosa si nasconde dietro a questo nome così esotico?

Si tratta dell’ennesima trasformazione della canapa sativa?

Scopriamolo insieme.

pianta coltivata per ottenere sinsemilla

Sinsemilla: varietà di marijuana o tipo di coltivazione?

In breve? Questo termine può avere entrambi i significati.

Ma andiamo con ordine.

Impropriamente denominata anche “sensimilla”, la sinsemilla è stata considerata da alcuni come una varietà pura di marijuana, diffusa in regioni come Amsterdam e il Sud America, mentre per altri si tratta di infiorescenze prive di semi ottenute attraverso tecniche speciali.

Secondo la teoria più accreditata, la sinsemilla è semplicemente un metodo di coltivazione della cannabis che mira a produrre infiorescenze prive di semi.

La cannabis è una specie vegetale che può essere sia monoica, con piante che presentano entrambi i sessi, sia dioica, con piante separate di sesso maschile e femminile.

I semi vengono prodotti quando il polline maschile entra in contatto con i fiori femminili. La sinsemilla si ottiene proprio evitando questa impollinazione. Quando le infiorescenze sono prive di semi, tendono ad essere notevolmente più grandi del normale e, in aggiunta, ricche di resina.

Ci sono correnti di pensiero che considerano la sinsemilla una sottospecie a sé stante della cannabis.

Tuttavia, poiché l’evoluzione e l’ibridazione della cannabis e della cannabis legale coinvolgono l’intera pianta, le modifiche ai fiori non rientrano necessariamente in questa visione.

Pertanto, possiamo definire la “nostra” sinsemilla come una categoria di marijuana piuttosto che una sottospecie di piante, o come un metodo per ottenerla.

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Sinsimilla: cos’è, significato e identikit, e alcuni cenni storici

Il nome “sinsemilla”, come si intuisce facilmente dalla pronuncia, ha origini spagnole e deriva dalle parole “sin” (che significa “senza”) e “semilla” (che significa “semi”).

La genesi di questa parola può essere rintracciata nei cartelli della droga di Guadalajara, in Messico, degli anni ’70.

Colui che alcuni considerano il suo primo promotore è il capo del cartello Rafael Caro Quintero. Alcuni, come possiamo vedere nella serie Netflix Narcos, vanno oltre e lo considerano addirittura l’inventore della sinsemilla, ma è probabile che sia stato lui a esportarla e farla conoscere al resto del mondo.

Altre interpretazioni attribuiscono l’origine della sinsemilla al sudovest degli Stati Uniti. Le opinioni concordano sul periodo di diffusione, ossia gli anni ’70, quando questa varietà arrivò (illegalmente) su mercati già saturi di marijuana a bassa concentrazione di THC e alta percentuale di semi. Non sorprende che ottenne subito un grande successo, generando un seguito che persiste ancora oggi.

Oggi è diventato più semplice autoprodurre la sinsemilla, grazie a pratiche come l’utilizzo di semi femminizzati (modificati ormonalmente per produrre semi femminili anche da piante maschili), l’adozione di tecniche idroponiche e l’impiego di serre controllate.

La motivazione per cui si preferisce coltivare la sinsemilla indoor anziché all’aria aperta è presto detta: all’aperto, è pressoché impossibile evitare l’impollinazione tra piante maschio e femmina.

Le infiorescenze ottenute con la coltivazione della sinsemilla presentano le seguenti caratteristiche:

  • maggiori dimensioni rispetto alle altre varietà di marijuana;

  • maggior concentrazione di THC, il che si traduce in una maggiore potenza. Tuttavia, va notato che questo aspetto è soggetto a dibattito e spesso è correlato alla varietà di marijuana su cui è stata applicata la tecnica di coltivazione;

  • un’aroma ed un sapore più ricchi e intensi rispetto alle altre varietà concorrenti.

cannabis in fiore

La sinsemilla è legale in Italia?

Nel nostro paese anche la coltivazione e la crescita della sinsemilla devono seguire le disposizioni della legge n°242 del 2 Dicembre 2016: essendo una selezione attuata in fase di coltivazione (non quindi una nuova pianta), può essere coltivata purché si utilizzino solo le varietà di canapa sativa consentite dal Ministero della Salute e solo se si dispone delle autorizzazioni necessarie.

Quindi la marijuana legale italiana può diventare cannabis sinsemilla a tutti gli effetti,purché coltivata secondo gli standard richiesti e con attenzione alla procedura per ottenere una cannabis senza semi. Inoltre, ci sono anche prodotti a base di cannabis legale, come l’olio di CBD, che offrono benefici unici e effetti distinti.

Anche per questa tipologia di coltivazione, si applicano tutti i limiti e le restrizioni legate all’uso e al possesso della cannabis. Tuttavia, è importante sottolineare che questa categoria di marijuana può essere somministrata a pazienti affetti da gravi patologie che non hanno trovato altri rimedi efficaci contro il dolore.

Perché la sinsemilla è considerata più potente?

La sinsemilla è considerata più potente principalmente a causa del particolare metodo di coltivazione adottato. Questa tecnica si focalizza sulla coltivazione di piante di marijuana femminili senza semi, eliminando così la possibilità di impollinazione.

L’assenza di semi consente alle piante di indirizzare tutta la loro energia nella produzione di fiori ricchi di cannabinoidi, tra cui il THC e il CBD.

Questo processo di coltivazione accurato si traduce in una maggiore concentrazione di principi attivi, contribuendo alla creazione di varietà di cannabis di elevata qualità.

La sinsemilla, come termine, si riferisce a fiori privi di semi ed è diventata sinonimo di prodotti di cannabis con una base genetica attentamente selezionata e una produzione mirata per soddisfare le esigenze dei consumatori più esigenti.

La sua popolarità è cresciuta nel corso degli anni, con appassionati e coltivatori che apprezzano la capacità della sinsemilla di offrire gemme di alta qualità, ricche di aromi e con un contenuto di cannabinoidi superiore.

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Sinsemilla: in sintesi

In conclusione, la sinsemilla si rivela essere un termine affascinante e ricco di significato nel contesto della coltivazione di cannabis. Questa tecnica, derivante dallo spagnolo e traducibile come “senza semi”, si riferisce a piante di cannabis femmina coltivate con l’obiettivo di produrre fiori di alta qualità, senza la presenza di semi.

La sua origine spagnola ci porta a esplorare la storia e la cultura della coltivazione della marijuana in un contesto globale. I coltivatori dedicati scelgono la sinsemilla per il suo elevato contenuto di THC e la produzione di fiori di qualità superiore. Questa pratica ha guadagnato popolarità negli Stati Uniti e in Nord America, diventando un punto di riferimento nel mercato della cannabis.

La sinsemilla, spesso associata alla produzione di gemme senza impollinazione, rappresenta una risposta alla crescente domanda di fiori di cannabis con aromi intensi e cannabinoidi concentrati.

In definitiva, questa tecnica di coltivazione si conferma come un metodo prezioso e innovativo nel mondo della cannabis, fornendo ai coltivatori e agli appassionati le informazioni e le risorse necessarie per apprezzare appieno la sua raffinatezza e la sua efficienza.

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